Giovedì 22 Febbraio 2007- Anno XII – Numero 8 - Direttore
Isabella Liberatori
Questo
notiziario viene inviato a tutti gli utenti indicati dalla DGIEPM del Ministero
degli Esteri,
quale
servizio informativo offerto ai media in lingua italiana operanti all’estero.
SOMMARIO:
1 Attualità
6 Economia
10 Società
12 Sport
14 Europa
16 Regioni
21 Italiani nel mondo
Attualità
Governo: maggioranza ko
sulla politica estera, Prodi si dimette
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Atg) ROMA - E’ crisi di governo. L’esecutivo Prodi, infatti, il 21 febbraio è
uscito battuto al Senato sulla mozione dell’Unione che approvava la relazione
del ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, sulle linee guida della politica
estera dell’esecutivo. Una sconfitta che in serata ha portato alle dimissioni
del premier Romano Prodi: il giorno successivo il presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano ha immediatamente iniziato le consultazioni per stabilire le
sorti del governo. Fra le ipotesi più probabili, quella di un altro incarico a
Prodi per formare un nuovo esecutivo, che però dovrà ricercare in Senato una
maggioranza più larga di quella che l’ha sostenuto fin ora. La mozione della
maggioranza non è passata nonostante abbia ricevuto 158 preferenze, due in meno
delle 160 richieste come maggioranza. I voti contrari della Cdl sono stati 134,
cui vanno sommate le astensioni, 24, che al Senato valgono come voto contrario.
I senatori della maggioranza si sono scagliati contro Franco Turigliatto (Prc)
e Fernando Rossi, fuoriuscito del Pdci, che non hanno partecipato al voto. Una
senatrice dell’Unione, appena la maggioranza è andata sotto, ha tirato una
rassegna stampa verso il senatore Rossi, colpendo la senatrice dei Verdi,
Loredana De Petris. Hanno pesato anche i voti dei senatori a vita, Sergio
Pininfarina e Giulio Andreotti, che si sono astenuti e quello di Francesco
Cossiga, che ha votato contro. Fra i 7 senatori a vita, l’unico assente era
Oscar Luigi Scalfaro, febbricitante. Momenti di tensione si sono creati quanto
il senatore ulivista Valerio Zanone si è avvicinato poco dopo il voto a Sergio
Pininfarina. In quegli istanti i senatori della Cdl si sono scagliati contro
Zanone accusandolo di interferire con il voto ed i commessi hanno avuto il loro
da fare per allontanarlo.
Fra i banchi della Cdl, appena incassata la
vittoria, si è alzato il grido “Dimissioni, dimissioni”. Furenti i senatori
della maggioranza. “Sono degli irresponsabili – attacca Manuela Palermi,
capogruppo Verdi-Pdci al Senato – riferendosi al comportamento dei senatori
Turigliatto e Rossi – stanno riconsegnando il governo a Berlusconi, alla faccia
di quello che chiedono i lavoratori. Rossi e Turigliatto non sono neanche
eletti nei loro collegi, sono designati dai partiti e non hanno risposto alle
indicazioni dei loro partiti”. Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella,
e senatore dell’Udeur è chiaro: “Prendiamo atto che non c’è la maggioranza al
Senato e chiediamo a chiunque di fare un passo verso il Paese che ha bisogno di
una giuda, se ci sono forze nei dintorni che aiutino a ricomporre un tessuto
che si è lacerato sono benvenute, ma non è il momento ancora delle larghe
intese”. Il presidente dei senatori di Rifondazione comunista, Giovanni Russo
Spena, spiega che “nell’Aula del Senato è successo un paradosso sul piano
politico perché tutti i gruppi della maggioranza si sono espressi in maniera
molto convinta a favore della politica estera illustrata dal ministro D’Alema,
poi ci sono stati due senatori, Turigliatto e Rossi che non hanno partecipato
al voto, in quanto non condividevano pienamente la linea illustrata dal
ministro D’Alema e due senatori a vita, Andreotti e Pininfarina, in maniera
inattesa, si sono astenuti ma sapevano che al Senato il voto di astensione
equivale ad un voto contrario”. “Si sa che al Senato i voti dei senatori a vita
sono decisivi – ha sottolineato Russo Spena – ora sarà il Capo dello Stato che
deciderà se dopo questo voto ritiene che ci sia o meno la maggioranza sulla
politica estera in Senato”.
Il presidente dell’Udc, senatore Rocco
Buttiglione, ha affermato che “il Paese ha bisogno di un governo di larghe
intese per un periodo non troppo breve, per fare una nuova legge elettorale,
per fare alcune riforme di cui l’Italia ha bisogno, per non perdere il contatto
con la ripresa economica mondiale, e poi andare a nuove elezioni con
schieramenti politici più lineari e capaci di governare”. Entusiasta il
presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani con cui l’azzurro
Fabrizio Cicchitto si complimenta in Transatlantico per la vittoria. “Massimo
D'Alema aveva detto che senza maggioranza si andava a casa. La maggioranza non
c'è più, il governo Prodi è caduto in questa aula. Se ne tenga conto", ha
detto Renato Schifani. “Pininfarina? Nostro lavoro... i colpi di scena sono
due, l'altro è Giulio Andreotti", ha chiosato ancora Schifani. “Se D'Alema
è un uomo d'onore, come credo che sia, deve recarsi immediatamente al Quirinale
a rassegnare le proprie dimissioni e, dopo lui, anche Prodi", è il
commento del capogruppo a Palazzo Madama della Lega Nord, Roberto Castelli.
Altero Matteoli, presidente dei senatori di An, se possibile, è ancora più
netto: “Prodi e D'Alema devono andare al Quirinale perché non hanno la
maggioranza in politica estera. E' la seconda volta che cadono e non è
possibile avere un governo con queste caratteristiche".
D’Alema: “Coerenza con i
nostri impegni internazionali”
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Atg) ROMA - Sono le nove del mattino del 21 febbraio quando Massimo D’Alema
interviene a Palazzo Madama per riferire sulla politica estera del governo.
Alla fine della mattinata si terrà il voto sulla sua relazione, nel quale
l’Unione non riuscirà a superare il quorum, aprendo alla crisi dell’esecutivo.
Il vicepremier aveva aperto il suo intervento in Aula ribadendo che non avrebbe
parlato del caso della base militare Usa di Vicenza. “La politica estera del
governo Prodi è stata coerente con gli impegni assunti con gli elettori e con
gli interessi strategici del Paese”, ha ribadito D’Alema, spiegando che quella
stessa coerenza era necessaria alla credibilità internazionale dell’Italia.
Quindi, il ministro degli Esteri ha affrontato il tema del ritorno della corsa
agli armamenti tra Stati Uniti e Russia e quello del Medio Oriente, affermando
che dopo molti anni “l’Italia è tornata ad essere un paese amico sia di Israele
che dei Paese Arabi” e che rimane saldo l’obiettivo “di sconfiggere il
terrorismo”. Quindi il capo della Farnesina ha ricordato che “solo istituzioni
multilaterali forti e capaci di agire riusciranno a promuovere i valori
essenziali di pace” per i quali l’Italia si batte, sotto l’egida dell’Onu,
definita “fonte di legittimità delle scelte internazionali”. Successivamente
D’Alema era arrivato alla questione spinosa del rifinanziamento della missione
militare in Afghanistan. La sua pacificazione “non è una missione Nato ma
dell’Onu, all'interno della quale la
Nato svolge una funzione delicata ed essenziale. Ma la
missione è una missione soprattutto politica e civile. E’ questo che ripeterò
al Consiglio di Sicurezza dell’Onu”.
Per questo, ha detto il capo della diplomazia
italiana, l’Italia deve restare in Afghanistan perché “se non fossimo lì non
potremmo più avere diritto di esercitare il nostro peso in seno alla comunità
internazionale”, pur ammettendo che “è una scelta difficile restare” nel paese
asiatico. D’Alema ha infine difeso un’ultima volta le linee guida della
politica estera del governo di centrosinistra: “Sono qui per chiedere un forte
consenso politico che possa permettere all’Italia di affrontare le prossime
delicate e complesse sfide e continuare nella nostra politica”. E ha concluso:
“Non possiamo permetterci di essere né cinici né sognatori, non possiamo fare a
meno di un lucido realismo”. Alla relazione e agli interventi in aula sono
seguite le repliche del vicepremier. Oltre a ribadire i contenuti già espressi
nelle prime comunicazioni, D’Alema non si è tirato indietro rispetto alle
sollecitazioni dell’opposizione sul caso di Vicenza. L’esecutivo, ha detto il
ministro, “aprirà un dialogo” con i cittadini di Vicenza sulle loro “legittime
preoccupazioni”, annunciando anche che presenterà all’amministrazione Usa
“l’esigenza di una valutazione più approfondita” della questione. Il tutto
“nella logica di un governo democratico che decide, ma che si fa anche carico
delle preoccupazioni dei cittadini”. Poi il vicepremier ammonisce la sua
maggioranza: “E’ venuto il momento delle assunzioni di responsabilità ed è per
noi fondamentale misurare il consenso di quest’aula, condizione preziosa per
andare avanti con il lavoro”.
Napolitano: non è la piazza
il sale della democrazia
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Atg) BOLOGNA - La partecipazione dei cittadini “è una ricchezza”, le
manifestazioni sono “legittime” quanto “importanti”, ma non è la piazza “il
sale della democrazia”: “E’ nel riconoscimento della rappresentatività delle
istituzioni elettive delle relative sedi di decisione democratica che ogni
forma di partecipazione deve trovare la sua misura”. Lo ha detto il 21 febbraio
il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita a Bologna, per la
prima volta da capo dello Stato, nel suo intervento davanti alle autorità
comunali e regionali. “Se si nega questo ancoraggio delle istituzioni – ha
sottolineato Napolitano - si può scivolare nella suggestione della violenza
come matrice delle decisioni invocate da aggregazioni e mobilitazioni
minoritarie. E di lì - ha aggiunto il capo dello Stato - nell’impossibilità di
prevalere per questa via, si può compiere il passo verso la degenerazione
estrema del terrorismo”. Non nomina la manifestazione di sabato scorso a
Vicenza il presidente della Repubblica, ma tiene a precisare che il suo monito
è valido “per questioni e tensioni di carattere sociale, come per controversie
su temi ardui e cruciali di politica internazionale e di difesa”. “Solo così -
ha proseguito Napolitano - si rispetta d’altronde l’essenza della democrazia
come governo della maggioranza”.
Il capo dello Stato ha quindi invitato a
vigilare sulla diffusione dei focolai del terrorismo e, a livello politico, a
perseguire il dialogo tra maggioranza e opposizione. E’ necessario, ha
ricordato Napolitano, “vigilare, non transigendo mai sul rispetto della
legalità repubblicana, contro una minaccia terroristica che abbiamo visto
d’improvviso riemergere, ancora non sappiamo con quale grado di pericolosità e
forza di relativa diffusione”. “Bologna – ha sottolineato il capo dello Stato –
può ben comprenderlo, tanto è viva la memoria delle tensioni e dei colpi di
trent’anni fa e tanto è ancora dolorante la ferita del vile assassinio di Marco
Biagi, la cui dedizione alla causa del lavoro, della legge e dello Stato e il
cui sacrificio di vittima designata esposta e non protetta, desidero qui ancora
onorare con animo commosso”. E a proposito del terrorismo che ha colpito la
città Napolitano ha sottolineato che sulla “torbida matrice” e sugli “efferati
ideatori” della strage della stazione di Bologna “non si è ancora riusciti a
fare piena luce”. Poi è stato il turno dell’appello ai politici: sul tema delle
riforme istituzionali bisogna ricercare “la più larga intesa tra le forze
politiche”. In particolare, ha osservato il presidente, la riforma del sistema
delle autonomie locali “non è ulteriormente rinviabile”.
Il capo dello Stato ha evidenziato “l’urgenza
che presenta un progetto di attuazione del federalismo fiscale: alla
definizione di tale progetto - ha aggiunto - sta dando un qualificato
contribuito la Conferenza
delle Regioni” e si auspica “uno spirito di cooperazione tra Stato e
istituzioni locali e uno spirito di solidarietà e coesione nazionale”. Applausi
dalla maggioranza al presidente. Secondo Pierluigi Castagnetti, esponente della
Margherita e vicepresidente della Camera, “Napolitano prosegue un alto magistero
sulla democrazia richiamando il ruolo delle istituzioni, la loro responsabilità
verso la società, di cui esse sono contemporaneamente emanazione e guida”. Per
Silvana Mura (Idv) “sono alte e importanti le parole che ha pronunciato il
presidente Napolitano circa il rispetto della legalità repubblicana e delle
istituzioni”. La Lega Nord
ringrazia per le parole sul federalismo che, osserva Roberto Cota, “non è più
rinviabile”, ma critica le osservazioni del capo dello Stato sulle
manifestazioni di popolo: “Dire che la piazza non è il sale della democrazia è
sbagliatissimo - sottolineano in una nota i senatori del Carroccio Piergiorgio
Stiffoni, Sergio Divina ed Ettore Pirovano -. Lo stesso presidente della
Repubblica, che tutti i giorni rievoca e loda la lotta di Liberazione, forse si
è dimenticato delle piazze e degli scioperi del ‘43 che bloccarono le industrie
del Nord e da cui nacquero le istituzioni democratiche”.
Coppie di fatto: non si
placa la polemica sui Dico
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Atg) ROMA - Non accenna a placarsi la polemica sui Dico. All’indomani del
vertice Repubblica Italiana–Santa Sede che è stato giudicato un confronto
“sereno” dai suoi stessi protagonisti di entrambe le sponde del Tevere, si
riaccende il confronto sul prossimo voto in Parlamento sulla legge che
riconosce i diritti e i doveri delle coppie di fatto. “Chi dice no ai Dico non
vuole impedire la libertà di coscienza, vuole impedire che ci sia un gran
pasticcio giuridico”, dice ad esempio il leader dell’Udc Pier Ferdinando
Casini, che incontra il sostegno di Carlo Giovanardi, anch’egli esponente del
partito centrista: “La lettura per cui i cattolici sarebbero contro i Dico ed i
laici sarebbero a favore è assolutamente falsa”. Gli risponde Marco Cappato dei
Radicali che accusa il Vaticano di essere “molto poco rappresentativo della
Chiesa in quanto comunità di credenti” e di rispecchiare di “più la Chiesa-potere”.
Massimo Donadi dell’Idv, dopo “un confronto franco e pacato, tra governo e
Santa Sede”, ritiene sia giunto il momento per la maggioranza di caricarsi
dell’“onere di approvare una legge che tuteli i diritti di quanti, all’interno
di coppie di fatto, si trovano in situazioni di debolezza, di subalternità, e
quindi, hanno bisogno dell’aiuto dello Stato”, senza chiudere il dialogo con la Chiesa. Ma quest’ultima
non “abbasserà la guardia sulla difesa e la tutela della famiglia”, si dice
certa Isabella Bertolini di Forza Italia. “I Dico sono un obbrobrio giuridico
che offendono l’istituto della famiglia. I toni trionfalistici sull’incontro di
ieri tra Stato italiano e Santa sede, nascondono distanze abissali
difficilmente colmabili”, conclude la Bertolini. Accenti
simili da Maurizio Gasparri di Alleanza Nazionale, che afferma che “il mondo
cattolico ha tutto il diritto di esprimersi in difesa della famiglia. Sono
preoccupanti le manifestazioni di intolleranza di alcuni settori della sinistra
e addirittura le richieste di mettere in discussione il Concordato”.
Rassicurazioni sui buoni rapporti tra Stato e
Chiesa arrivano dal leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, il quale
ribadisce che l’Italia “deve dotarsi di normative per la tutela dei conviventi”
come nel resto d’Europa. Ma la battaglia politica non si limita alle questioni
di contenuto, bensì investe anche importanti problemi di metodo. I capigruppo
al Senato della Cdl hanno infatti tenuto una conferenza stampa nella quale
hanno reclamato che l’iter del provvedimento sui Dico inizi proprio da Palazzo
Madama, essendo la questione attualmente rimasta in sospeso. E’ ovvio che gli
esponenti del centrodestra auspicano una bocciatura sul nascere del ddl, dato
che al Senato sembra non esserci una maggioranza in grado di sostenere con il
voto l’approvazione dei Dico. “Il governo non ha sciolto le riserve su dove
sarà incardinato il provvedimento. Io non posso che difendere le prerogative
del Senato”, ha riferito in tal proposito il presidente dei senatori dell'Ulivo
Anna Finocchiaro. Del resto lo stesso governo sarebbe orientato a iniziare
l’esame del provvedimento a Palazzo Madama, dato che nella commissione
Giustizia del Senato sui vari ddl delle forze politiche riguardanti il tema
delle coppie di fatto avevano già iniziato il loro iter. Lo conferma Cesare
Salvi, presidente della commissione, che ironizza sulla vicenda parlando
dell’esistenza di “una coppia di fatto formata dalla Camera e dal Senato: sono
di sesso diverso e non dovrebbero turnare”. Ma se sempre più voci nell’Unione
accettano l’imprimatur di Palazzo Madama, va registrato tuttavia la richiesta
di Franco Grillini (Ulivo) e Enrico Buemi (Rosa nel pugno) affinché la
discussione inizi a Montecitorio, “dove il provvedimento è calendarizzato fin
da novembre”. Grillini ammette inoltre che questo “sarebbe un atto di buon
senso perché il centro-sinistra dispone di un margine più ampio che al Senato”.
Vertice italo-spagnolo: sul
tavolo economia e immigrazione
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Atg) IBIZA - Sul tavolo del vertice italo-spagnolo a Ibiza ci sono soprattutto
questioni economiche, ma non solo. Il premier italiano Romano Prodi e quello
spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero hanno parlato anche di politica estera,
dimostrando forti consonanze su questioni come il rilancio della Costituzione
europea, la pace in Medio Oriente, ed in particolare l’Iraq e l’Afghanistan. In
quest’ultimo Paese i due leader mediterranei hanno confermato la loro presenza,
che vede già la loro collaborazione nell’area della città di Herat, ma hanno
ribadito la volontà di uno "sbocco politico" per la questione afgana,
a partire da una Conferenza di pace internazionale. Altro tema sul piatto è
quello dell’immigrazione extracomunitaria, fenomeno che riguarda in prima linea
Italia e Spagna, entrambi Paesi di frontiera a sud del continente. Ma quello
che più è atteso nel vertice bilaterale è un accordo congiunto su due questioni
economiche: i casi del tentativo di fusione tra Autostrade-Abertis e di accordo
tra Telecom-Telefonica. Riguardo alla prima vicenda, Prodi ha confermato un
dialogo "costruttivo" con l’esecutivo spagnolo, ribadendo che le due
società sono "libere di poter fare un accordo, se lo vogliono fare. Il
governo non ha niente da dire, se vi sono progetti possono andare avanti".
Del resto, dice il primo ministro italiano, che "il quadro regolamentare è
già stato messo a posto", e assicura che non c’era nessun intenzione di
proibire a concorrenti stranieri di comprare autostrade in Italia, perché siamo
in Europa. I problemi – continua Prodi - riguardavano solo alcuni aspetti della
concessione, dato che Autostrade è una concessionaria e non una società
qualunque. Su questo abbiamo costruito una struttura legislativa e
amministrativa nuova e quindi tutto può procedere a seconda della volontà delle
imprese”. Sul paventato accordo tra l’italiana Telecom e la spagnola Telefonica
si è invece espresso Zapatero dicendosi aperto a interventi delle aziende
europee in altri Paesi, purché "favorevoli ed amichevoli". Il premier
iberico ha ribadito che si sta lavorando per "rendere compatibili le norme
della Ue con l’interesse delle imprese a espandersi nei mercati strategici e
riteniamo che qualunque iniziativa di alleanza o partecipazione nei paesi
comunitari debba essere amichevole e favorevole".
Papa: la non-violenza alla
base della rivoluzione cristiana
(9colonne
Atg) ROMA - “L’amore del nemico costituisce il nucleo della rivoluzione
cristiana, una rivoluzione non basata su strategie di potere economico,
politico o mediatico. Un amore che non poggia in definitiva sulle risorse
umane, ma è dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve
sulla sua bontà misericordiosa”. E’ quanto ha sottolineato Benedetto XVI prima
dell’angelus del 18 febbraio, tenuto in Piazza San Pietro davanti a circa 50
mila fedeli. “La nonviolenza cristiana – spiega Ratzinger - non consiste
nell’arrendersi al male, secondo una falsa interpretazione del porgere l’altra
guancia. Il Vangelo di questa domenica contiene una delle parole più tipiche e
forti della predicazione di Gesù: ‘amate i vostri nemici’. Quasi un manifesto
presentato a tutti, sul quale chiede l’adesione dei suoi discepoli, proponendo
loro in termini radicali il suo modello di vita, che consiste ‘nel rispondere
al male con il bene spezzando in tal modo la catena dell'ingiustizia’. Si
comprende allora – osserva il Papa - che la nonviolenza per i cristiani non è
un mero comportamento tattico, bensì un modo di essere della persona,
l'atteggiamento di chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza,
che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell’amore e della
verità”. Il Pontefice spiega che Gesù, chiedendo di amare il proprio nemico, in
un certo senso “chiede un amore che eccede le capacità umane”, ma la sua
proposta non è irrealistica, “perché tiene conto che nel mondo c’è troppa
violenza, troppa ingiustizia, e dunque non si può superare questa situazione se
non contrapponendo un di più di amore, un di più di bontà”.
“Questo di più – spiega Benedetto XVI - viene
da Dio: è la sua misericordia, che si è fatta carne in Gesù e che sola può
sbilanciare il mondo dal male verso il bene, a partire da quel piccolo e
decisivo mondo che è il cuore dell’uomo. Ecco la novità del Vangelo, che cambia
il mondo senza far rumore. Ecco l’eroismo dei piccoli, che credono nell’amore
di Dio e lo diffondono anche a costo della vita”. Durante il suo discorso, il
Pontefice esprime la sua vicinanza alla repubblica di Guinea,che si trova
sull’orlo della guerra civile: “Desidero esprimere – ha dichiarato Ratzinger -
la mia spirituale vicinanza ad un Paese africano che sta vivendo momenti di
particolare difficoltà: la
Guinea. I vescovi di quella nazione mi hanno espresso la loro
apprensione per la situazione di paralisi sociale, con scioperi generali e
reazioni violente, che hanno causato numerose vittime. Nel domandare il
rispetto dei diritti umani e civili, - ha aggiunto il papa - assicuro la mia
preghiera perché il comune impegno a percorrere la via del dialogo porti a
superare la crisi”. Il Pontefice giudica positivamente le iniziative dei
vescovi polacchi, che hanno promosso un “esame di coscienza” della Chiesa
locale. Questa riflessione è la risposta alle divisioni seguite alle
rivelazione del dossier sulle attività di spionaggio condotte nel Paese, che
aveva portato addirittura alle dimissioni del neoeletto arcivescovo di Varsavia
Stanislaw Wielgus. “Secondo l’iniziativa dei vescovi – ha sottolineato il Papa
- il prossimo mercoledì delle Ceneri sarà in Polonia un particolare giorno di
preghiera e penitenza di tutto il clero. La preghiera per la santità dei
sacerdoti colmi tutti i fedeli dello spirito di perdono, di riconciliazione e
di reciproca fiducia. Dio benedica la
Chiesa in Polonia”. Ratzinger ha voluto inoltre esprimere gli
auguri di buon capodanno alla Cina e al Vietnam. “In vari Paesi dell’Oriente –
ha ricordato il Papa - si celebra oggi il capodanno lunare, con gioia e
nell’intimità delle famiglie. A tutti quei grandi popoli auguro di cuore
serenità e prosperità”. Sempre nella giornata odierna, Benedetto XVI ha
ricordato che mercoledì prossimo, con il rito delle Ceneri, inizierà
ufficialmente la Quaresima.
“E’ il tempo favorevole - ha osservato Ratzinger - nel quale tutti i cristiani
sono invitati a convertirsi sempre più profondamente all’amore di Cristo.
Domandiamo alla Vergine Maria, docile discepola del Redentore - ha concluso il
Pontefice - che ci aiuti a lasciarci conquistare senza riserve da quell’amore,
ad imparare ad amare come Lui ci ha amato, per essere misericordiosi come è
misericordioso il nostro Padre che è nei cieli”.
Nasce “It”, il logo per
rilanciare il turismo italiano
(9colonne
Atg) ROMA - Una "i" minuscola, stilizzata e nera, con un puntino
rosso seguita da una "t" che ha la forma della penisola, tracciata in
un verde che richiama il paesaggio. Sotto il marchio una scritta:
"L'Italia lascia il segno". E' il logo per rilanciare turismo,
tradizione e competitività, presentato ieri mattina a Palazzo Chigi dal
presidente del Consiglio Romano Prodi, dal ministro dei Beni e delle Attività
culturali Francesco Rutelli e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio
con delega all'editoria Ricardo Franco Levi. Per il premier "un simbolo
non basta, anche nel mondo dell'immagine. Ma il logo farà parte della nostra
politica e della nostra strategia, sarà utile per potenziare la forza e la
capacità di riconoscimento dell'Italia". Secondo Prodi "l'immagine
del nostro Paese si gioca anche su un logo di facile riconoscibilità ottica.
Una identità – ha aggiunto - che si esprima attraverso una grafica unica e
immediatamente riconoscibile". Il vicepremier Rutelli ha auspicato
"un forte gioco di squadra, soprattutto con le regioni, per far sì che
l'Italia torni a essere al massimo della competitività". Il ministro ha
inoltre rivendicato l'impegno mantenuto, "un impegno – ha detto -
importante".
Il nuovo marchio, secondo il vicepremier
Rutelli, avrà il compito di "unificare" le varie iniziative e offerte
provenienti dalle singole regioni italiane, perché se "c'è un problema,
attualmente, è proprio quello di una eccessiva dispersione e frammentazione
dell'offerta". Il sottosegretario Ricardo Franco Levi ha spiegato che il
nuovo marchio ha ricevuto un'accoglienza molto favorevole presso il campione di
cittadini che sono stati intervistati in proposito. Per la realizzazione del
logo, il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della presidenza del
Consiglio ha indetto una gara che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale,
ha ricordato Levi, alla quale hanno risposto oltre 70 agenzie, di cui 60 con
proposte articolate. "Abbiamo inoltre goduto – ha spiegato Levi -
dell'aiuto preziosi di un gruppo di alte personalità che ci assisteranno anche
nella definizione della strategia di comunicazione": da Laura Biagiotti a
Gianpaolo Fabris, da Anna Martina ad Andrea Pininfarina e Umberto Paolucci. La
gara è stata poi vinta dalla società Landor che fa parte del gruppo WPP e che
annovera tra i suoi marchi quelli creati per General Electric, Pepsi e France
Telecom.
Economia
Made in Italy: Italia leader
per la qualità in Europa
(9colonne
Atg) ROMA - Sono state definitivamente riconosciute dall'Unione Europea le Dop
dell'olio d'oliva extravergine “Sardegna” e del formaggio altoatesino “Stelvio
o Stilfser” e le Igp della “Carota dell'Altopiano del Fucino e del “Limone
femminello del Gargano che, portando a 159 le denominazioni di origine protette
italiane, ci consentono di conquistare il primato in Europa, mantenendo il
distacco sulla Francia, salita a 152. E' la Coldiretti a rendere
nota la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee delle
quattro nuove denominazioni nell'Albo delle denominazioni protette nei
confronti delle imitazioni. Una iscrizione che consente di arricchire
ulteriormente un agroalimentare Made in Italy che vale oltre 180 miliardi di
Euro (108 dell'industria alimentare) e che rappresenta circa il 15 per cento
del Prodotto interno lordo (PIL), secondo solo al comparto manufatturiero. Il
paniere italiano “protetto”, che vale al consumo di 5,6 miliardi di Euro (1,5
miliardi le esportazioni), vanta adesso – segnala la Coldiretti - 108
prodotti a denominazione di origine protetta, 51 prodotti a indicazione
geografica protetta (49 prodotti ortofrutticoli, 38 oli extravergini di oliva,
33 formaggi, 28 prodotti a base di carne, 3 prodotti da panetteria, 3 spezie o
essenze, 2 aceti, 2 prodotti di carne e 1 miele). (il 20% del totale
comunitario) che possono fregiarsi del marchio a denominazione di origine. La
zona di produzione della denominazione di origine protetta dell'olio
extravergine d'oliva “Sardegna”, ottenuto nell'Isola da epoche remote – precisa
la Coldiretti
- interessa il territorio amministrativo di numerosi comuni nella provincia di
Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari. Deve essere ottenuto dalle seguenti
varietà di olivo presenti nell`oliveto da sole o congiuntamente, per almeno
l`80%: Bosana, Tonda di Cagliari e Nera; al restante 20% concorrono le varietà
minori presenti nel territorio, che comunque non incidono sulle caratteristiche
finali del prodotto. L'olio sardo nasce quindi da un'accurata miscela di
varietà che danno un prodotto dalle spiccate peculiarità sensoriali con un
fruttato che va dal medio all'intenso.
La “Carota dell'Altopiano del Fucino” –
informa la Coldiretti
- è la prima carota italiana a ottenere la protezione europea. Realizzata a
partire dalla fine del 1950 nella zona del prosciugato (1800) lago del Fucino,
la carota abruzzese presenta peculiarità organolettiche e nutrizionali tali da
essere apprezzate e riconosciute dai consumatori europei, essendo
caratterizzata da un elevato contenuto in acido ascorbico, zuccheri totali,
vitamine e fibre. Il formaggio Dop "Stelvio o Stilfser", storicamente
ottenuto nell'area delimitata dal disciplinare di produzione ricadente in
provincia di Bolzano – afferma la
Coldiretti - ha mantenuto nel tempo le caratteristiche
peculiari dovute all'ambiente alpino costituito dal comprensorio montuoso dello
Stelvio-Stilfser. Il latte utilizzato per la produzione del formaggio è
esclusivamente bovino. La stagionatura del prodotto, che avviene su tavole in
legno e prevede il tradizionale trattamento costituito da rivoltamenti e
lavaggi superficiali delle forme intere con blanda soluzione salina,
rappresenta una fase essenziale e caratteristica del processo di produzione. La
stagionatura del formaggio "Stelvio" o "Stilfser" non può
essere inferiore ai 60 giorni. Il “Limone Femminello del Gargano” Igp – ricorda
la Coldiretti
- è il terzo limone italiano - dopo il Limone di Sorrento e il Limone Costa
d'Amalfi – a ottenere il riconoscimento europea. La zona geografica interessata
alla produzione e al confezionamento - segnala la Coldiretti - è ubicata
nella provincia di Foggia e comprende i territori dei comuni di Vico del
Gargano, Ischitella e Rodi Garganico. Grazie alla qualità ambientale del
contesto in cui si produce, il Limone Femminello - rileva la Coldiretti - ha
caratteristiche uniche per genuinità e, soprattutto, per la particolarità dei
profumi che questa IGP presenta rispetto ai limoni prodotti nelle altre regioni
italiane. Il Limone Femminello può essere "a scorza gentile"
(lustrino) o "oblungo". Se il prodotto è commercializzato sfuso –
conclude la Coldiretti
- dovrà riportare il logo che è costituito dall'immagine stilizzata di due
limoni, con rametto fogliato, all'interno di una corona ellissoidale sulla
quale è riportata la dicitura “Limone Femminello del Gargano”.
Agroalimentare: con Dop e
Igp trionfa l’agricoltura mediterranea
(9colonne
Atg) ROMA - Trionfa l’agricoltura mediterranea e l’Italia consolida il primato.
Così la
Cia-Confederazione italiana agricoltori commenta gli ultimi
riconoscimenti (27) Ue di Dop (Denominazione di origine protetta) e di Igp
(Indicazione geografica protetta). Riconoscimenti che, oltre al nostro Paese,
premiano Francia, Spagna, Portogallo e Grecia. Paesi dove si esaltano e si
valorizzano le produzioni agricole tipiche e di qualità che caratterizzano il
Bacino del Mediterraneo. Ad allungare la già cospicua lista di prodotti a
denominazione d’origine dell’Italia si sono aggiunti il formaggio “Stelvio”
(Dop), l’olio extravergine “Sardegna” (Dop), la “Carota dell’Altopiano del
Fucino” (Igp) e il “Limone Femminello del Gargano” (Igp). Comunque, altri prodotti
sono in attesa di avere il marchio Ue. Dei 753 marchi riconosciuti, oltre l’80
per cento -afferma la Cia-
appartiene all’Italia, ai nostri cugini d’Oltrape, ai paesi iberici e quello
greco. E questo conferma che in Europa vince l’agricoltura diversificata. Vince
quell’agricoltura fondata su tradizioni millenarie, fortemente legata al
territorio. Un’agricoltura, quindi, che ha bisogno di una maggiore attenzione
da parte delle istituzioni comunitarie, visto anche il ruolo che essa ricopre
nel contesto europeo. Ecco perché -rileva la Cia - è opportuno che nelle prossime riforme
dell’Ocm ortofrutta e vino, produzioni simbolo dell’agricoltura mediterranea,
si proceda in maniera valida per esaltare queste importanti culture e per
tutelare i redditi dei produttori.
I nuovi 27 riconoscimenti Dop e Igp riportati
dalla Gazzetta Ufficiale Ue rafforzano - sottolinea la Cia - il nostro Paese che
raggiunge quota 159 (160 se si considera l’unica Stg-Specialità tradizionale
garantita- rappresentata dalla “Mozzarella”) e tiene così a debita distanza la Francia che arriva a 152,
seguita dalla Spagna (105), sempre più incalzata dal Portogallo con 104 marchi.
La Grecia è al
quinto posto con 84 prodotti. Tra formaggi, prodotti a base di carne,
ortofrutticoli e cereali, oli, prodotti di panetteria, l’Italia - rimarca la Cia - detiene 107 Dop e 52
Igp. Quello italiano non è solo un primato europeo simbolico e di immagine, pur
rilevante, ma è anche e soprattutto economico. L’intero “pianeta” delle Dop,
Igp e Stg italiane ha avuto nel 2006 un fatturato al consumo, nonostante la
lieve flessione negli acquisti domestici registrata negli ultimi mesi
dell’anno, di circa 9 miliardi di euro ed un export di 1,9 miliardi di euro.
Prodotti che danno lavoro, tra attività dirette e indotte, a più di 300 mila
persone e che rappresentano una risorsa insostituibile per l’economia locale,
in particolare per alcune zone marginali di montagna e di collina che,
altrimenti, non avrebbero molte altre possibilità di sviluppo.
Tra le regioni italiane, in testa - sostiene la Cia - è l'Emilia Romagna con
25 prodotti tipici, seguita dal Veneto (21 prodotti), dalla Lombardia (20
prodotti), dalla Toscana (19 prodotti), dalla Sicilia (15 prodotti), dal
Piemonte, dal Lazio e dalla Campania (12 prodotti), dalla Puglia (11 prodotti)
e dalla Calabria (10 prodotti). Per quanto riguarda i consumi, la Cia sottolinea che la spesa
per Dop e Igp è così ripartita: 65 per cento i formaggi, 16 per cento i salumi,
18,4 per cento i vini, 0,3 gli oli extravergine d’oliva, 0,3 gli altri
(ortofrutticoli, pane, miele). E gli acquisti di tali prodotti sono concentrati
per il 65,5 per cento negli iper e supermercati, il 18,5 nei negozi
tradizionali e il 16,0 per cento negli altri canali di vendita.
Ue: l’economia italiana nel
2007 crescerà del 2%
(9colonne
Atg) BRUXELLES - L’economia italiana nel 2007 avrà un andamento molto più
positivo del previsto anche per un effetto di trascinamento dovuto ai risultati
ottenuti nel quarto trimestre del 2006. E’ questo il giudizio espresso dal
commissario europeo agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia che ha
presentato lo scorso 16 febbraio le previsioni di crescita delle sette maggiori
economie della Ue per l’anno in corso. Previsioni che – ha sottolineato il
commissario – “sono migliori delle aspettative nel 2006” nonostante lo scorso
anno l’Ue abbia affrontato il rialzo dei prezzi del petrolio, l’apprezzamento
dell’euro e il rallentamento dell’economia statunitense. Secondo le stime
dell’Esecutivo comunitario la crescita dell’economia italiana nel 2007 arriverà
al 2 per cento, con un rialzo della stima di novembre dello 0,6 per cento. Una
previsione che riavvicina l’Italia alla crescita media dell’eurozona stimata al
2,4 per cento. Si tratta del dato più alto dal 2000. L’accelerazione, secondo
l’analisi della Commissione, è stata prodotta soprattutto da un aumento della
produzione industriale negli ultimi tre mesi dell’anno, specialmente nel mese
di dicembre. Secondo Bruxelles “le imprese italiane del settore manifatturiero
sembrano aver beneficiato dell’incremento della domanda esterna, che
all’interno dell’Ue è stata particolarmente guidata dagli ordini della
Germania”. Un trend positivo che viene confermato dall’analisi delle singole
componenti della produzione industriale. Positive anche le indicazioni per il
settore dei servizi, e quelle sui consumi privati e gli investimenti lordi in
capitale fisso che “stanno continuando a contribuire in modo positivo alla
crescita”. Almunia, in conferenza stampa, ha ribadito come sulla crescita del
Pil italiano potrà contribuire “il successo della lotta all’evasione delle
tasse”che “contribuisce all’emersione dell’economia sommersa”.
Export: Italia terzo partner
della Bulgaria dopo Russia e Germania
(9colonne
Atg) VERONA - L’agricoltura in Bulgaria è la terza “forza” della struttura
economica del Paese, dopo il settore dei servizi e dell’industria. In base ai
dati forniti dall’Ice, l’Istituto per il commercio estero, la Bulgaria, entrata dallo
scorso 1° gennaio a far parte dell’Ue, può contare su un andamento piuttosto
“frizzante”. I numeri dell’Ice, riferiti ai primi nove mesi del 2006, indicano
una crescita record del Pil, addirittura del 6,1%, superiore alle previsioni
degli economisti e anche a quanto stimato per l’area dell’euro. Tuttavia, se
nel 2006 (sempre periodo gennaio-settembre) la crescita è stata generalizzata e
principalmente legata al settore dei servizi (+5,5% tendenziale) e
dell’industria (+9,8%), il comparto agricolo ha subito una lieve flessione
rispetto all’anno precedente (-0,2%), recuperando qualche punto nel periodo
luglio-settembre. La “frenata” agricola era stata calcolata infatti al 5 per
cento fra gennaio e giugno del 2006. L’agricoltura sta scontando, in
particolare, ritardi su due fronti: l’adeguamento del sistema informatico
legato ai contributi Pac (Politica agricola comune) e parametri veterinari non
ancora allineati agli standard dell’Unione europea, soprattutto per quel che
concerne il segmento del latte e dei suini. Si calcola di risolvere in tempi
rapidi i problemi di informatizzazione, mentre nell’arco di un triennio
dovrebbero essere colmati anche i gap legati alla sicurezza alimentare. Il
quadro complessivo agricolo, inoltre, registra la mancanza di una moderna ed
estesa meccanizzazione, di una produttività ancora bassa e di una
parcellizzazione della proprietà terriera, compresi gli ancora scarsi servizi
nell’attività di selezione e di genetica in campo zootecnico.
Per le sfide economiche che la Bulgaria dovrà affrontare
è stato previsto un fondo di coesione e fondi strutturali pari a 11 miliardi di
euro per il periodo 2007-2013, che saranno destinati anche allo sviluppo della
competitività dell’economia bulgara (22,6%), all’ambiente (8,3%) e allo
sviluppo regionale (34,6 per cento). E solamente per lo sviluppo agricolo
2007-2013, la Bulgaria
avrà a disposizione 2,6 miliardi di euro, con un cofinanziamento nazionale di
631 milioni di euro. Per il 2007 si prevede una crescita del 6% del Prodotto
interno lordo, con una regressione dell’inflazione al consumo (dal 7,4 del 2006
al 3,8 del 2007). L’interscambio commerciale fra Italia e Bulgaria. Nel periodo
gennaio-ottobre 2006, i valori dell’interscambio tra Italia e Bulgaria hanno
fatto registrare una crescita dell’export italiano (+20,2%), passato così da
1.049,6 milioni di euro a quota 1.261,7. L’Italia rimane il terzo Paese
fornitore, dopo Russia e Germania, anche se nei primi nove mesi del 2006,
rispetto allo stesso periodo del 2005, la quota di mercato ha perso terreno,
passando dall’8,9% all’8,5 per cento. Le esportazioni bulgare verso l’Italia,
nel 2006 (gennaio-ottobre) sono cresciute del 4,6%, arrivando a 1.009,5 milioni
di euro. Complessivamente l’interscambio Italia – Bulgaria a fine ottobre 2006
ha raggiunto la cifra di 2.271,2 milioni di euro. In ribasso il trend delle
importazioni dalla Bulgaria in agricoltura, silvicoltura e pesca (-39,58%) e
nell’industria agroalimentare e nel settore delle bevande (-17,18 per cento).
Vino: una bottiglia di
Brunello su quattro va negli Usa
(9colonne
Atg) FIRENZE - Gli americani ormai non possono più “separarsi” dal Brunello:
una bottiglia su quattro del celebre vino prodotto a Montalcino viene infatti
stappata negli Stati Uniti, e il mercato a stelle e strisce da solo assorbe il
25% dell'export. E proprio la domanda estera rappresenta una fetta importante
del giro d'affari del distretto di Montalcino, tanto che su oltre sei milioni
di bottiglie prodotte nel 2006, ben il 60% viene venduto sui mercati
internazionali. I produttori, intanto, si preparano al debutto delle nuove
annate: a “Benvenuto Brunello” (23-24 febbraio a Montalcino), la kermesse che
attira importatori, buyers e giornalisti di tutto il mondo, dove sarà
presentato il Brunello 2002, l'attesissimo Brunello Riserva 2001 e sarà
assegnato il "rating" della vendemmia 2006. Oltre all'America,
mercato di riferimento per il Brunello dove l'anno scorso la domanda ha
superato quota 1,5 milioni di bottiglie, buone performance di vendite le hanno
spuntate Germania (9% del mercato), Svizzera (7%), Canada (5%), ma anche
Inghilterra (3%) e Giappone (3%). Accanto ai "colossi" si vanno poi
affermando, anno dopo anno, anche nuove mercati emergenti che vanno apprezzando
sempre più i prodotti di Montalcino. Succede così che il Brunello incontra
crescenti richiesti e apprezzamenti anche nel Nord Europa, con Svezia e
Danimarca in testa, e nell’Est Europa, in Russia, Polonia e Romania.
In America Latina la prima destinazione del
Brunello di Montalcino è il Messico, seguita da Panama e Venezuela e Brasile.
Nell’estremo Oriente arrivano, complessivamente, il 2-3% delle vendite di
Brunello con Corea in testa seguita da Cina e India, destinate a raddoppiare la
loro domanda nel corso del prossimo biennio. Bene anche la ricca Dubai dove il
Brunello è molto richiesto nei ristoranti di gran lusso. Quel che non vola
all'estero è invece tutto dedicato al mercato interno per la gioia degli
enoappassionati italiani. Montalcino da solo assorbe il 17% della produzione
(di cui l' 8% con vendita diretta in azienda), il resto della Toscana il 7%, il
6% va nel resto del Centro Italia 6%, l' 8% nel Nord Italia, mente nel Sud
Italia solo l'1%. Oltre a sua maestà il Brunello la produzione di vini di
Montalcino annovera il Rosso di Montalcino Doc (4,6 milioni di bottiglie), il
Moscadello Doc (quasi 92 mila bottiglie), i vini bianchi e rossi della Doc
Sant'Antimo (500.000 bottiglie), i "supertuscans" (500mila bottiglie)
e i vini Igt (3 milioni di bottiglie). Dalle vinacce di Brunello si producono
inoltre 250 mila bottiglie di grappa. In tutto il territorio operano
complessivamente 250 produttori, di cui 200 imbottigliatori. Il 100% dei
produttori - unico caso in Italia - sono iscritti al Consorzio del Brunello,
l'organo di tutela e di controllo del vino di Montalcino. Complessivamente su
3000 ettari di vigneto ben 2000 sono iscritti all'albo del Brunello. In termini
di superfici vitate, la dimensione delle aziende è per il 22% inferiore ad un
ettaro, per il 29% compresa tra 1 e 3 ettari, il 15% tra 3 e 5 ettari, un altro
15% tra 5 e 15 ettari, il 9% si colloca tra 15 e 100 ettari, mentre solo l'1%
delle aziende è sopra i 100 ettari di vigneto; il 9% sono imprese
esclusivamente commerciali.
Società
Matrimonio: per tre persone
su quattro è l’obiettivo della vita
(9colonne
Atg) ROMA - Per tre persone su quattro, su scala mondiale, il matrimonio è
l’obiettivo di una vita. Mentre a San Valentino i venditori di champagne e
fiori hanno appena finito di registrare i maggiori incassi dell'anno, dunque,
una ricerca pubblicata da ACNielsen rilancia più che mai il ruolo del
matrimonio nel 21esimo secolo. “I numeri record di divorzi e l'aumento dei casi
di convivenza insieme con la crescente quantità di figli nati fuori dal
matrimonio nell'ultimo decennio hanno certamente portato il mondo occidentale a
chiedersi se il detto 'finché morte non ci separi' non sia ormai una tradizione
destinata a morire”, ha dichiarato Patrick Dodd, presidente di ACNielsen
Europe. Ma in occasione della festa che in tutto il mondo celebra il
sentimento, il concetto di “amore finché morte non ci separi” pare essere più
che in salute secondo gli oltre 25.000 consumatori intervistati in 46 Paesi
nello scorso mese di dicembre. “In tutto il mondo il 70% delle persone afferma
che il matrimonio è per la vita (in questo caso i consumatori statunitensi sono
al vertice della classifica con il 78%) e tre su cinque ammettono di
considerarlo uno scopo della vita stessa”, ha affermato Dodd. I risultati della
ricerca indicano chiaramente come “il concetto di matrimonio sia oggi dominato
dalle convinzioni culturali e religiose di un Paese, con punti di vista opposti
tra i consumatori dei Paesi occidentali sviluppati e quelli delle nazioni
emergenti dell'Oriente”. Un altro dato a sorpresa emerge dagli Stati Uniti,
dove la convinzione secondo la quale il matrimonio sia rilevante per la società
attuale e destinato a durare tutta la vita è diffusa più tra gli uomini che tra
le donne. I Paesi asiatici più fortemente cattolici e musulmani sono in cima
alla classifica di coloro che ritengono il matrimonio “per la vita”: davanti a
tutti gli indonesiani con il 97%, seguiti da turchi (92%), filippini e malesi
(89% entrambi).
“Uno dei risultati più interessanti di questo
studio è che oltre il 70% di portoghesi, greci e italiani e il 68% di spagnoli
affermano che il matrimonio è oggi irrilevante e solo un portoghese e uno
spagnolo su tre di coloro che arrivano all'altare, ritiene che sia destinato a
durare per sempre - ha affermato Dodd -. In Italia, dove la Chiesa mantiene una forte
presenza culturale e dove i divorzi sono inferiori al resto del continente,
solo la metà (48%) considera il matrimonio come un impegno per la vita”. Al
posto del matrimonio, tre europei su quattro (77%, la percentuale maggiore a
livello globale anche quando si consideri la suddivisione tra uomini e donne)
considerano una relazione stabile a lungo termine valida quanto il matrimonio
stesso. “In Europa, specialmente nella parte occidentale, per la prima volta
nella storia le donne scelgono la carriera al posto del marito preferendo
l'indipendenza al matrimonio come ambizione per la propria vita – spiega
l’ACNielsen. E la maggior parte degli uomini di questi Paesi concorda. Sembra
esserci un uguale rifiuto del concetto tradizionale di matrimonio in entrambi i
sessi”. Oltre l'80% di spagnoli, belgi, francesi e olandesi equipara una
relazione stabile a lungo termine al matrimonio: si tratta della percentuale
più elevata a livello globale. I Paesi asiatici e musulmani non sono
naturalmente favorevoli a sostituire il matrimonio con relazioni a lungo termine,
né lo sono il 50% di statunitensi, russi, sudafricani e ungheresi. Paesi
asiatici musulmani come Indonesia (87%) e Malesia (82%) sono quelli che più di
tutti gli altri considerano il matrimonio come un obiettivo della vita;
all'estremo opposto del barometro dell'amore si trovano il 74% dei greci che
non ritiene il matrimonio uno scopo della propria esistenza e il 68% di
sudcoreani che afferma che il matrimonio non è fatto per durare tutta la vita.
Turismo: il Bel Paese piace
alla stampa estera
(9colonne
Atg) PESCARA - L'Italia è al top delle preferenze della stampa estera e, nel
Belpaese, l'Abruzzo, che ottiene un +23.15 per cento di indice qualitativo di
gradimento, secondo le stime del rapporto "Bitlab 2007",
commissionato all'esperto di comunicazione d'impresa, Klaus Davi, dalla Bit di
Milano “E' il segno - ha spiegato l’assessore al Turismo, Enrico Paolini - che
trattandosi di un giudizio sul marchio, l'Abruzzo ha capito cosa conta per
essere visibile e identificabile sui mercati globali”. Per Paolini i dati
emersi nel rapporto sono spiegabili per almeno tre ragioni. La prima è legata
alla "capacità di aver saputo fare squadra intorno ad un tema così
economicamente rilevante come quello turistico. Questo ci ha permesso - ha
aggiunto - di non distinguere tra aree del nostro territorio, facendoci vincere
la sfida, se ormai l'Abruzzo si identifica con l'Italia e viceversa". Non
meno efficace la qualità delle iniziative poste in essere: dalla recente
conferenza nazionale di Montesilvano, al prossimo Symposium al collegamento
aereo con New York. Infine, per Paolini conta anche il ruolo che
istituzionalmente, a livello intergovernativo, l'Abruzzo ricopre, avendo
ottenuto il coordinamento delle regioni in materia di turismo e la
vicepresidenza in seno alla rinnovata Enit. Il rapporto “Turismo: Italia is the
best. Parola di stampa estera. Ecoturismo, transumanza e ittiturismo: le
tendenze per il nuovo anno”, commissionato dalla Bit di Milano alla società di
comunicazione Klaus Davi & Co. ha selezionato, dal 2005 al 2006, 17.830
articoli: si tratta di citazioni rivolte dai giornali internazionali, di
settore e non, alle migliori destinazioni turistiche.
L'incremento per il paese Italia è stato di un
+51.09 per cento, che la pone in cima alla classifica di dieci paesi. Segue la Spagna (9,01), la Francia (7.66), gli Usa
(5.41), l'Austria (4.95), Germania/Svizzera (4.50), Turchia (4.05), Grecia
(3.60), Gran Bretagna (3.15), Thailandia/Austria (2.25). La classifica delle
regioni italiane vede appunto l'Abruzzo in testa, con un indice di gradimento
pari a +23.15 per cento. Segue la
Sicilia (+22.41), la Toscana (+21.36), il Veneto (+20.24), la Puglia (+19.69),
Campania/Lazio (+19.02), la
Sardegna (+18.91), il Trentino Alto Adige (+18.15), l'Umbria
(+17.79), Piemonte/Lombardia (+17.23). I punti di forza del turismo in Italia
sono suddivisi in motivazioni per visibilità: l'arte e la cultura (28,15 per
cento di indice di gradimento); le sistemazioni (23.55); l'entroterra (20.80);
l'enogastronomia (13.30); le spiagge (11.40), e in motivazioni per
apprezzamento: ecoturismo (+50.62 per cento di indice di gradimento), il
Wellness (+43.71), le infrastruttyre (+36.25), l'autenticità (+31.84), il
divertimento (+27.45). Segnali di debolezza sono considerati i
trasporti/infrastrutture stradali (-6,53 per cento di indice di gradimento),
l'inquinamento (-4,89), il caro prezzi (-4.20), la criminalità (-3.67), la
trascuratezza del patrimonio artistico (-2.95).
Sicurezza stradale, Aci:
ridurre del 50% le vittime degli incidenti entro il 2010
(9colonne
Atg) ROMA - Un milione di firme per esercitare una forte pressione su Onu e G8,
affinché spingano governi e organismi internazionali ad adottare misure urgenti
ed efficaci contro il devastante fenomeno dell’incidentalità stradale, e un
piano quadriennale di azioni e di interventi di comunicazione, a livello
nazionale, mirati a rendere possibile il raggiungimento dell’obiettivo, fissato
dall’Unione Europea, di ridurre del 50 per cento, entro il 2010, il numero di
morti e feriti sulle strade del nostro Paese. E’ una mobilitazione senza
precedenti quella che vede impegnato l’Automobile Club d’Italia in favore della
sicurezza stradale. In occasione della prima Settimana Mondiale della Sicurezza
Stradale - indetta dalle Nazioni Unite per la fine di aprile (dal 23 al 29) -
l’associazione degli automobilisti italiani, infatti, accetta la sfida e
rilancia. Per il 23 aprile ha chiesto a sindaci e presidenti di Province e
Regioni di convocare i propri consigli, con all’ordine del giorno il tema della
sicurezza stradale e l’approvazione della petizione promossa da AciI e Fia,
Federazione Internazionale dell’Automobile. In collegamento ideale con il
successo dell’iniziativa “7 aprile, né morti, né feriti sulle strade” – messa
in campo nel 2004, l’Aci ha presentato la campagna “Obiettivo 2010: un
traguardo per la vita”.
L’impegno è di raccogliere un milione di
firme, per impegnare il governo italiano ad adottare misure urgenti ed efficaci
contro il devastante fenomeno dell’incidentalità stradale e, allo stesso tempo,
per esercitare una forte pressione su Onu e G8, affinché spingano governi e
organismi internazionali ad un maggiore impegno per la sicurezza stradale; dar
vita ad un piano quadriennale di iniziative ed interventi di comunicazione
mirati a far sì che il nostro Paese possa centrare l’obiettivo europeo del
2010. Primo passo in questa direzione è la piena adesione dell’Aci alla
campagna Fia “Strade Sicure” che chiederà: uno stanziamento di 300milioni di
dollari in dieci anni per un Piano Globale di interventi per migliorare i
livelli di sicurezza nei paesi in via sviluppo; alla Banca Mondiale e ad altri
principali enti erogatori internazionali indirizzare alla sicurezza almeno il
10% degli stanziamenti per lo sviluppo delle infrastrutture stradali; un summit
interministeriale mondiale per concordare politiche d’intervento ad alto
livello. “La sicurezza stradale – ha detto il presidente dell’Aci, Franco
Lucchesi - è un’emergenza mondiale. Ogni anno, sulle strade del nostro pianeta,
perdono la vita un milione e duecentomila persone e i feriti sono più di 50
milioni. Un bilancio inaccettabile, sia dal punto di vista morale, che
economico. Non è più possibile stare a guardare e non è più possibile
continuare a parlare di “fatalità”. “Il fatto che, grazie all’Onu, la sicurezza
stradale sia diventata un obiettivo prioritario nell’agenda della politica
internazionale conforta, ma - ha concluso Lucchesi - siamo consapevoli che il
cammino è appena cominciato e che la strada è lunga. C’è, dunque, bisogno del
contributo deciso, serio responsabile di tutti”.
Sport
Torna l’incubo cocaina nel
campionato italiano
(9colonne
Atg) ROMA - Incubo cocaina anche per Francesco Flachi. L'attaccante della
Sampdoria, quest'anno già fermato per due mesi dopo il suo coinvolgimento in un
caso di calcio-scommesse, rischia adesso una nuova lunga squalifica per
un'accusa ancora più infamante: il doping. Positivo alla benzoilecgonina, un
metabolita della cocaina, lo scorso 28 gennaio in occasione della gara contro
l'Inter, Flachi attende ora l'esito delle controanalisi per conoscere il
proprio destino ma le prospettive non sono certo incoraggianti. Poco più di un
anno fa, infatti, arrivava la squalifica a vita per Jonathan Bachini, trovato
positivo alla cocaina per la seconda volta. La radiazione, nel caso dell'allora
esterno del Siena, era scattata in quanto recidivo ma già nel primo caso, ai
tempi del Brescia, la mano della giustizia sportiva era stata piuttosto
pesante: un anno di squalifica. Un'ipotesi che rischierebbe di compromettere
seriamente la carriera del quasi 32enne attaccante blucerchiato, ennesima
vittima di quella che generalmente è sempre stata definita la “droga dei
ricchi”. Il caso di Flachi, infatti, allunga ulteriormente la lista di
calciatori che sono caduti nella trappola della coca. Il più famoso di tutti è
ovviamente Diego Armando Maradona. L'ex Pibe de Oro nel 1992 fu squalificato
per 15 mesi dopo una positività che segnò l'inizio della sua fine calcistica. E
dal tunnel della droga è riuscito a uscirne solo dopo molti anni di strenua
lotta. “Per colpa della cocaina ho pagato un prezzo molto elevato - ha
dichiarato un po' di tempo fa Maradona - perché ho perso l'amore della mia
vita. Non ho visto le mie figlie crescere, le ho fatte piangere non
presentandomi ad alcuni dei loro compleanni, ho fatto soffrire mio padre ed i
miei fratelli”.
Ma l'elenco di giocatori caduti nella rete
della cocaina è piuttosto lungo. In Italia, oltre a Maradona, c’è stato il caso
di Edoardo Bortolotti, che nel '91 fu squalificato per dodici mesi e che si
suicidò quattro anni dopo gettandosi da un balcone, e poi quello di Claudio
Caniggia, che si beccò 13 mesi il 22 aprile 1993. Come dimenticare poi le
storie di Angelo Pagotto e Fabio Macellari. Il primo, ex di Milan e Perugia,
nel '99 fu squalificato per 24 mesi, la condanna più dura degli ultimi 15 anni.
Pagotto, che aveva sempre sostenuto la sua innocenza parlando di uno scambio di
provette, ha avuto la forza di reagire e un paio di stagioni fa ha fatto uno
splendido campionato nelle fila dell'Arezzo. Macellari, che invece aveva
ammesso la sua colpevolezza, è ripartito dalla C1, con il Pavia, ma potesse
tornare indietro non farebbe lo stesso errore. “Avevo tutto, forse troppo. Per
spezzare la monotonia volevo provare nuove sensazioni. E per poco non ci
lasciavo le penne”, ha confessato in seguito l’ex difensore nerazzurro.
L’ultimo “resuscitato” è Adrian Mutu, che il Chelsea aveva licenziato in tronco
dopo la positività e ora di nuovo in prima pagina grazie al suo talento e ai
gol segnati prima con la
Juventus e adesso con la Fiorentina. Se le
controanalisi dovessero confermare tutto, per Flachi si aprirebbe un lungo
tunnel. Toccherà a lui, con il sostegno di chi gli sta intorno, rimboccarsi le
maniche e uscirne.
Clericus Cup: si gioca il mondiale
di calcio cattolico
(9colonne
Atg) ROMA - Grande attesa per il calcio d'inizio, previsto il 24 febbraio,
della Clericus Cup, il campionato di calcio a 11 rivolto a preti e seminaristi
di Roma e provincia, provenienti da tutto il mondo, promosso dal Centro
Sportivo Italiano (fondato nel 1944 dalla Gioventù italiana di Azione
Cattolica) e sponsorizzato da Ina Assitalia che dopo essere comparsa sulle
maglie di Roma e Lazio, ora vuole sostenere anche al calcio d’Oltretevere. Il
torneo, che nasce come un vero e proprio mondiale, è stato ideato dal
Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, che già in passato aveva
lanciato l’idea di creare “una squadra di calcio di grandissimo valore che
possa essere all’altezza di Roma, Inter, Milan, Genoa e Sampdoria”. Lo stesso
cardinale vanta nel suo passato, quando era arcivescovo di Genova, un ruolo da
commentatore sportivo in un’emittente locale per due match, del Genoa e della
Sampdoria ha lanciato l’iniziativa con una battuta: “Ratzinger tecnico, Ruini
centravanti, Sodano regista e Tettamanzi in difesa”. Sedici le formazioni
iscritte, che divise in due gironi da otto, si affronteranno in 7 giornate di
campionato (sola andata), con tempi da 30 minuti ciascuno. Alla finale di
giugno, allo Stadio Olimpico, si arriverà con la formula della Champion's
League: quarti e semifinali ad eliminazione diretta, con gare di andata e
ritorno. Vietata la X
: per ciascun match, che al termine dei minuti regolamentari terminerà in
parità, si andrà subito ai calci di rigore, con due punti alla squadra migliore
dal dischetto ed un solo punto (quello comunque conquistato con il pari) alla
formazione battuta dagli 11 metri. Non si giocherà mai di domenica, giorno
dedicato al culto del Signore e rischia la squalifica chi ne pronuncerà invano
il nome in campo (ma anche se si lascerà andare a qualsiasi tipo di
imprecazione). Divisa con il bianco e il giallo, i colori del Vaticano ed è
prevista anche una squadra delle Guardie Svizzere. Spicca l'assoluta
internazionalità del torneo (che si presenta questa mattina, a Roma, alla Sala
Conferenze Complesso Giubileo): i religiosi e seminaristi tesserati provengono,
infatti, da 37 Paesi di tutti e cinque i continenti. La parte del leone la
fanno gli italiani – un giocatore su tre - mentre particolarmente numerose sono
le pattuglie dei messicani (20 atleti) e dei croati (15 giocatori).
Significativa la presenza nelle varie squadre di bosniaci, rumeni, sudamericani
(brasiliani, salvadoregni, ecuadoriani, argentini, venezuelani, uriguayesi),
africani (camerunensi e congolesi) e asiatici. Presenti anche calciatori di
Papua Nuova Guinea, Rwanda, Vietnam e Myanmar. “Con questa iniziativa vorremmo
sensibilizzare gli attuali e i futuri responsabili di oratori e parrocchie
sull'importanza educativa e pastorale dello sport – ha affermato Edio
Costantini, presidente del Centro Sportivo Italiano -. Quest'anno il campionato
toccherà solo la realtà romana, ma se avrà successo, dal prossimo anno lo
estenderemo a tutta Italia”.
Il segreto dell’Empoli?
“Nessuna pressione dalla piazza”
(9colonne
Atg) FIRENZE – “Non ci aspettavamo di essere in questa posizione di classifica,
ma pensiamo alla prossima partita”. La Champions League è
lì ad un passo, ma nessuno ad Empoli si fa illusioni, compreso il presidente
Fabrizio Corsi. “Non è mai successa una cosa del genere - spiega Corsi a Radio
Anch'io -. Ma il nostro segreto è proprio quello di non avere pressioni esterne
che in altre piazze rendono le cose più difficili. Esiste un certo tipo di
cultura sportiva, si gioisce se entrano in campo i giovani del settore
giovanile”. “Per noi la serie A è qualcosa di speciale rispetto ai nostri
numeri, quindi - spiega - qui accade anche di uscire tra gli applausi dopo una
sconfitta. Abbiamo una situazione tranquilla, ai nostri allenamenti partecipano
20-30 pensionati. Anche per ora non c’è nessuno che va in giro a fare
caroselli, l'entusuiasmo è sempre composto”. Corsi si rammarica per la
decisione di lasciare fuori il pubblico in occasione della gara con la Roma. “I nostri tifosi sono
stati penalizzati - continua - Ci avevano detto che lo stadio non aveva
problemi e invece poi è stato deciso diversamente, i tornelli poi sono già
funzionanti da mercoledì, ma è stato rilevato un problema per gli sbarramenti
esterni”.
Europa
Relazione Ue: il 16% degli
europei a rischio povertà
(9colonne
Atg) BRUXELLES - La cooperazione europea aiuta gli Stati dell’Ue a migliorare
le loro politiche e le loro spese di coesione sociale. E’ quanto emerge dalla
Relazione congiunta sulla protezione sociale e l’inclusione sociale 2007 che la Commissione europea
presenterà mercoledì al Consiglio dei ministri del lavoro. La relazione esamina
le prime strategie nazionali integrate in materia di inclusione sociale,
pensioni, assistenza sanitaria e cure di lunga durata, analizza le grandi
tendenze nell’Ue e negli Stati membri e traccia un profilo per ciascuno di
essi, mettendo in evidenza i principali problemi da affrontare. Anche se, per
Bruxelles, i progressi sono nel complesso promettenti, sono ancora molti gli obiettivi
su cui dovranno concentrarsi gli sforzi futuri. Gli Stati membri dovranno agire
su più piani per tener fede al loro impegno di ridurre la povertà infantile:
facilitando la partecipazione dei genitori al mercato del lavoro, migliorando
l’accesso ad un’istruzione di qualità e a un alloggio adeguato e tutelando i
diritti dei bambini.
Nell’Unione europea il 19% dei bambini è a
rischio di povertà e la disoccupazione tra i giovani è un dato particolarmente
inquietante: nel 2004 era del 18,7%, ossia il doppio del tasso medio di
disoccupazione. Inoltre, il 15% dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni
risultava aver lasciato la scuola prematuramente, circostanza che accresce il
rischio di esclusione sociale. La Commissione rilancia al proposito il concetto di
“inclusione attiva”, cioè la combinazione di più forti incentivi al lavoro,
accesso per tutti a servizi sociali di qualità e garanzie di reddito minimo
adeguato per quanti non possono lavorare. Un altro fronte di intervento
fondamentale rimane poi quello dei sistemi di assistenza sanitaria. Gli Stati
membri, sottolinea l’Esecutivo Ue, devono lavorare per garantire a tutti un
uguale accesso a servizi di elevata qualità attraverso un uso più efficace
delle risorse. Nell’Ue esistono attualmente forti disparità nel campo
dell’assistenza sanitaria: la speranza di vita varia per gli uomini da 65,4
anni in Lituania a 78,4 anni in Svezia e per le donne da 75,4 anni in Romania e
83,9 anni in Spagna.
Scienza: così l’Europa va a
caccia di pianeti
(9colonne
Atg) ROMA - Non ha ancora completato i test che precedono la sua piena attività
operativa, ma Amber (Astronomical Multi Beam combineR), sofisticato
interferometro installato al Very Large Telescope dell’Eso sulle Ande cilene,
ha già prodotto risultati scientifici di assoluto rilievo in molti ambiti della
Ricerca astrofisica più attuale, dagli studi sui processi evolutivi delle
stelle a quelli sui meccanismi di formazione dei sistemi planetari. Un successo
completo per il consorzio internazionale che lo ha ideato e realizzato - in cui
ha partecipato, insieme ad Istituti di Ricerca francesi e tedeschi,
l’Inaf-Osservatorio Astrofisico di Arcetri – sottolineato dalla rivista
“Astronomy & Astrophysics” con un numero speciale tutto dedicato ai primi
lavori scientifici realizzati grazie a questo strumento. “Amber apre una nuova
finestra nell’osservazione a grande dettaglio dell’Universo, grazie alle sue
caratteristiche d’avanguardia” – spiega Leonardo Testi, membro dello Science
Group di Amber. “E’ un sofisticato interferometro che opera nella banda del
vicino infrarosso ed è uno degli strumenti scientifici di punta che
equipaggiano il Very Large Telescope”. Lo strumento, che ha iniziato le fasi di
collaudo nel 2004, combina la luce raccolta da tre dei telescopi che compongono
il Vlt, ciascuno del diametro di 8,2 metri. Sfruttando questa tecnica, le
immagini prodotte raggiungono un’accuratezza 16 volte maggiore di quanto
ottenibile da un singolo telescopio, permettendo così, ad esempio, di
distinguere un astronauta sulla superficie della Luna. Ed il “cuore” di Amber,
ossia l’avanzatissimo spettrometro che scompone la luce proveniente dai
telescopi, la collima e produce l'immagine finale, è tutto italiano: è stato
infatti ideato, realizzato e testato dall’Osservatorio Astrofisico di Arcetri
dell’Inaf.
I primi risultati dell’attività scientifica
condotta grazie ad Amber riguardano numerosi campi della fisica stellare: è
stato ad esempio possibile studiare con un livello di dettaglio mai raggiunto
prima l’ambiente circostante MWC 297 ed HD 104237, due stelle di recente
formazione. Gli scienziati sono riusciti ad individuare la presenza intorno ai
corpi celesti di un disco di polveri e gas e, per MWC 297, a misurare con
precisione la sua posizione ed estensione, facendo ritenere che intorno a
questa stella ci siano le condizioni ideali per la formazione di pianeti di
grande massa. Ma Amber è stato utilizzato con successo per studiare anche
stelle che, al contrario, si trovano nelle ultime fasi della loro evoluzione.
E’ il caso dello studio condotto su Eta Carinae, una delle stelle più massicce
mai scoperte, con una massa almeno 100 volte maggiore di quella del nostro
Sole. Il corpo celeste sta attualmente perdendo gli strati più esterni della
sua atmosfera, letteralmente soffiati via dall’enorme energia sprigionata dalla
stella. Amber è riuscito a mettere in evidenza che questa emissione è diretta
principalmente lungo una certa direzione, migliorando la comprensione dei
meccanismi delle ultime fasi evolutive delle stelle di grande massa, prima
della loro esplosione come Supernovae. Questi sono solo alcuni dei risultati
raccolti negli 11 articoli che compongono il numero speciale di Astronomy &
Astrophyisics dedicato ad Amber. “L’attività scientifica frutto di questi primi
due anni di osservazioni con Amber al Vlt è eccellente” prosegue Testi. “Nei
prossimi anni ci aspettiamo, con il raggiungimento della piena capacità
operativa dello strumento, di poter ottenere risultati ancora più soddisfacenti
sia per quanto riguarda la scoperta e caratterizzazione di pianeti extrasolari
che per lo studio dei buchi neri di grande massa che si trovano al centro di
galassie attive”.
Dall’Ue un premio per le
donne innovative
(9colonne
Atg) BRUXELLES - Bruxelles lancia un nuovo concorso destinato alle donne più
innovative d’Europa. Il nuovo riconoscimento nasce sulla scia dei fortunati
premi britannici “Female Inventor and Innovator of the Year” (Inventrice e
innovatrice dell’anno), che vengono assegnati da sette anni. La versione
europea è stata elaborata da un gruppo di donne attive nel campo della
politica, dell’invenzione e dell’innovazione, guidate dall’europarlamentare
Sarah Ludford e in collaborazione con la rete europea di donne inventrici e
innovatrici (Euwiin). La rete Euwiin è stata istituita nell’ambito della rete
mondiale delle donne inventrici e innovatirici. “L’Europa non può permettersi
di ignorare le opportunità di crescita economica e sociale che si lascia
sfuggire a causa del divario di genere che persiste nei settori tradizionalmente
dominati dagli uomini” afferma Bola Olabisi, amministratore delegato della rete
Euwiin. Tra le precedenti vincitrici del premio britannico figurano Mandy
Haberman, inventrice della tazza Anywayup (una tazza munita di una valvola che
regola il flusso di liquido e ne evita la fuoriuscita), Adrianne Jones, per la
sua guaina biodegradabile applicata ad alberi e germogli, e Deborah Leary, che
ha sviluppato pedane anticontaminazione per uso investigativo grazie alle quali
la polizia può muoversi sulla scena del delitto senza contaminare le prove.
Sono aperte le candidature per i primi premi europei e le vincitrici saranno
designate nei mesi di maggio e giugno. I premi saranno suddivisi in 13
categorie, tra cui quella per l’inventrice singola, l’innovatrice singola,
l’articolo eccezionalmente creativo, le donne eccezionalmente creative,
inventive o innovative nell’imprenditoria e un premio postumo. La cerimonia di
assegnazione dei primi premi si svolgerà dal 14 al 16 giugno a Berlino. Il
bando è presentato all’indirizzo internet www.euwiin.eu.
Immigrazione: l’Ue promuove
la linea italiana
(9colonne
Atg) BRUXELLES - “Il cambiamento di orientamento politico risultante dalle
ultime elezioni politiche di primavera è particolarmente evidente per quanto
riguarda le politiche sull’immigrazione, nell’ambito delle quali l’approccio
restrittivo degli ultimi anni si sta gradatamente trasformando in una maggiore
apertura e in un contesto pluridimensionale”. E’ positivo il giudizio espresso
dalla Commissione europea sul ‘nuovo corso’ della politica sull’immigrazione
avviato in Italia dal governo di centrosinistra dopo la vittoria alle elezioni
di aprile. Nella Relazione sulla protezione sociale e l’inclusione sociale 2007
presentata il 20 febbraio dall’Esecutivo comunitario si sottolinea che “sono
state applicate leggi nazionali ed è stato presentato un progetto di legge per
andare meglio incontro alle esigenze del mercato del lavoro e per lottare
contro l’illegalità e il lavoro nero. Sono inoltre previsti cambiamenti
significativi per quanto riguarda le regole relative alla cittadinanza”.
Bruxelles cita anche il nuovo fondo nazionale per l’inclusione sociale degli
immigrati previsto dalla legge finanziaria del 2007, e riconosce che “a livello
nazionale, risorse finanziarie adeguate sono destinate all’integrazione
scolastica dei minori stranieri, con particolare attenzione per i minori
appartenenti a minoranze etniche”.
Regioni
Vini, Brunello:
arriva l’etichetta che “parla”
(9colonne Atg) SIENA - Il mondo del vino anticipa
quello della moda nella battaglia contro i falsari. Dopo l’ologramma, sistema
che protegge dalla falsificazione banconote, passaporti, carte di credito, il
Brunello di Montalcino va ancora oltre, e adotta l’ultima frontiera della
communication techology: da ogni angolo del mondo, in tempo reale, con un
semplice sms, chi acquista una bottiglia di uno dei simboli del “made in Italy”
può conoscerne l’autenticità, l’origine, le qualità del vino, l’identikit della
cantina. Il Brunello di Montalcino, uno degli ambasciatori nel mondo
dell’Italian style, intensifica così gli sforzi nella sua difesa ed in quella
del consumatore, nella lotta alle truffe, che colpiscono sempre di più il “wine
& food” italiano di alto livello. La prima a credere in questo innovativo
sistema di anticontraffazione, che debutterà a “Benvenuto Brunello 2007” il 23
e 24 febbraio prossimi, evento organizzato dal Consorzio del Brunello che
richiama a Montalcino importatori, buyers e giornalisti di tutto il mondo, è la Ciacci Piccolomini
d’Aragona, una delle migliori griffe di Montalcino, che già nel 2006 aveva
adottato uno speciale ologramma anti-falsari sulla capsula della bottiglia.
L’innovativo codice di sicurezza si chiama CertiLogo, dal nome della società di
Milano che realizza servizi di verifica sui prodotti, funziona con i normali
sistemi di comunicazione e difende il consumatore dall’eno-pirateria. Con una
semplice telefonata o via sms o web, anche prima dell’acquisto, si comunica il
codice CertiLogo, seguito dal numero della fascetta di Stato, ed in tempo reale
si riceve la conferma sull’autenticità del prodotto, l’origine e tante altre
indicazioni sul vino e sull’azienda. Nemmeno il mondo della moda, bersaglio
preferito dei falsari di tutto il mondo, ha mai reagito con tanta decisione
alle truffe. Le aziende finora hanno sempre pensato alle loro perdite in
termini commerciali ed economici per l’impresa, ignorando o quasi il danno per
il cliente. Ora invece la
Ciacci Piccolomini d’Aragona, con questo nuovo strumento,
pratica una raffinata forma di “customer satisfaction”. “Un’etica di
trasparenza nei confronti del cliente - spiega Paolo Bianchini, proprietario,
con la sorella Lucia, della Ciacci Piccolomini d’Aragona - che, in primis, lo
tutela, ma che gli permette anche di avere un rapporto diretto con la cantina
ed un dialogo privilegiato con il viticoltore. Questo servizio, che solo noi
abbiamo adottato in Italia, al momento funziona in italiano e inglese, ma vista
l’apertura ai nuovi mercati dell’est tra poco inseriremo anche russo e cinese”.
Turismo:
la Sicilia
sponsor del Bit Tourism Award
(9colonne Atg) PALERMO - L’assessorato al Turismo,
Comunicazioni e Trasporti della Regione siciliana è sponsor della prima
edizione del “Bit Tourism Award”, il premio, organizzato dalla Bit, la Borsa internazionale del
turismo, e da Panorama Travel, che riconosce le destinazioni, le città, le
regioni e le nazioni più apprezzate dai viaggiatori italiani e dai protagonisti
mondiali del turismo, segnalati dagli operatori del settore. La cerimonia del
Bit Tourism Award, sponsorizzata dalla Sicilia, si terrà mercoledì 21 febbraio
presso l'auditorium del centro Fieramilano a Rho, dove si svolgerà una serata
di gala. La sponsorizzazione del Bit Tourism Award rafforza il legame tra la Regione Siciliana
e la più importante manifestazione del settore turistico in Italia, e rientra
nella nuova politica di promozione del turismo in Sicilia ispirata ad
un’immagine proiettata al futuro che valorizzi, attraverso i colori, i principali
punti di forza del prodotto turistico dell'Isola offerto nelle sue diverse
forme espressive: architettoniche, culturali, paesaggistiche, enogastronomiche,
mare, eventi, ecc. “Sicilia: i colori vivono qui” è infatti lo slogan che
accompagna la Sicilia
alla Bit, in programma a Rho dal 22 al 25 febbraio, dove l’isola si presenta
con uno stand di oltre mille metri quadrati, ideato e progettato dall'agenzia
di comunicazione e marketing Feedback in collaborazione con General Service.
I nuovi 27
riconoscimenti Dop e Igp riportati dalla Gazzetta Ufficiale Ue rafforzano –
sottolinea la Cia
- il nostro Paese che raggiunge quota 159 (160 se si considera l’unica
Stg-Specialità tradizionale garantita - rappresentata dalla “Mozzarella”) e
tiene così a debita distanza la
Francia che arriva a 152, seguita dalla Spagna (105), sempre
più incalzata dal Portogallo con 104 marchi. La Grecia è al quinto posto
con 84 prodotti.
Tra
formaggi, prodotti a base di carne, ortofrutticoli e cereali, oli, prodotti di
panetteria, l’Italia - rimarca la
Cia - detiene 107 Dop e 52 Igp. Quello italiano non è solo un
primato europeo simbolico e di immagine, pur rilevante, ma è anche e
soprattutto economico. L’intero “pianeta” delle Dop, Igp e Stg italiane ha
avuto nel 2006 un fatturato al consumo, nonostante la lieve flessione negli
acquisti domestici registrata negli ultimi mesi dell’anno, di circa 9 miliardi
di euro ed un export di 1,9 miliardi di euro. Prodotti che danno lavoro, tra
attività dirette e indotte, a più di 300 mila persone e che rappresentano una
risorsa insostituibile per l’economia locale, in particolare per alcune zone
marginali di montagna e di collina che, altrimenti, non avrebbero molte altre
possibilità di sviluppo.
India:
dalla Campania un investimento da 1027 milioni
(9colonne Atg) ROMA - Nell’ambito della missione
italiana in India, è stato sottoscritto lo scorso 16 febbraio a New Delhi, alla
presenza del presidente della Regione Campania Bassolino, tra il gruppo Indiano
Dhoot – Videocon, ministero dello Sviluppo Economico (Servizio per le Politiche
di Sviluppo Territoriale e le Intese e Direzione Generale Incentivi), Regione
Campania e Sviluppo Italia, l’Accordo di Programma Quadro - Contratto di
Localizzazione Digital Display Devices Spa (DDD) per la realizzazione di un
nuovo stabilimento di 163.000 mq. nel Comune di Rocca d’Evandro (Caserta) per
la produzione di pannelli LCD (Liquid Crystal Display) e nuove tecnologie
destinate ai produttori di televisori a colori. L’investimento di 1.027 mln di
euro prevede un’occupazione, a regime, di 1.200 unità a fronte di un contributo
pubblico di 222,5 mln di euro. Il 14 febbraio a Mumbay, in occasione del forum
di Confindustria, alla presenza del presidente Prodi, dei ministri Bonino e Di
Pietro, del ministro dell’Industria indiano Kamal Nath, del presidente
Montezemolo e del presidente dell’ABI Faissola, l’impresa indiana DDD ha
illustrato il progetto, ne ha evidenziato la rilevanza strategica e ha espresso
pubblicamente il proprio apprezzamento alle autorità italiane per l’efficace
percorso negoziale dei contratti di localizzazione grazie al quale è stato
possibile l’insediamento dell’importante investimento. L’Accordo si qualifica,
oltre che per l’investimento industriale, per due importanti programmi di
formazione e di ricerca cofinanziati dalla Regione Campania e per l’impegno a
supportare l’azienda nell’espletamento delle procedure amministrative. La DDD fa parte del Gruppo
indiano Dhoot – Videocon, leader nel mercato indiano dei prodotti elettronici
di consumo (terzo mercato mondiale dei prodotti televisivi dopo la Cina e gli Usa), attivo dal
1987 nella produzione e vendita di Tv, Hi-Fi, elettrodomestici e relativi
componenti - e più di recente anche nell’estrazione e distribuzione di petrolio
e metano, con un fatturato aggregato 2005 di circa 1,9 mld di euro. Lo
stabilimento campano realizzerà pannelli LCD, anche di nuova generazione,
destinati alla produzione di Tv color di fascia media per un mercato di massa
destinati sia agli impianti europei di importanti produttori di Tv color per
conto terzi (Oem) sia agli altri stabilimenti del Gruppo tra cui quello della
VDC Technologies (ex Videocolor) anch’esso beneficiario di un contratto di
programma. Sviluppo Italia, agenzia nazionale per l’attrazione degli
investimenti e lo sviluppo d’impresa, ha affiancato l’azienda nel montaggio
tecnico-finanziario dell’operazione, nella pianificazione del percorso
insediativo e continuerà ad accompagnarla nell’implementazione del progetto.
L’apprezzamento per l’operazione espresso da Pradeep Dhoot, Presidente della
DDD, conferma la validità del contratto di localizzazione che ha attratto, ad
oggi, aziende provenienti da Giappone, Usa, Germania, Regno Unito, Grecia,
Spagna, per investimenti ubicati nelle regioni del Mezzogiorno, di complessivi
2.103 mln di euro, che genereranno nuova occupazione per 4.921 unità
lavorative, a fronte di contributi pari a 533 mln di euro.
Emilia
Romagna: nasce la polizia municipale “intercomunale”
(9colonne Atg) BOLOGNA - Superare i servizi dei
piccoli Comuni e costituire veri e propri Corpi intercomunali di polizia
municipale, per rispondere in modo più efficace e tempestivo alle esigenze di
sicurezza di tutti i cittadini. Soprattutto di chi non vive in una grande
città. E’ l'obiettivo dei quattro Accordi di programma sottoscritti dalla
Regione Emilia-Romagna, Unione Terre Verdiane (Parma), Associazione
intercomunale Reno-Galliera (Bologna), Associazione intercomunale Cinque
Castelli (Bologna) e Comunità Montana Valle del Marecchia (Rimini). Non più
servizi di polizia municipale composti da pochi addetti, quindi, ma strutture
sufficientemente robuste, in grado di coprire più realtà vicine in modo
uniforme, come se si trattasse di un unico territorio: è quanto prevede la
legge regionale 24 del 2003 sulla sicurezza e la polizia locale, che indica
come punto di riferimento nuclei con almeno 30 operatori (in Italia, in
generale, il minimo è di 7). “L'impegno sulla sicurezza è una priorità per la Regione - ha ribadito il
presidente Vasco Errani, durante la firma degli Accordi - Costruire quindi
politiche che diano maggiore qualità nei servizi e sul territorio, per il
presidio delle regole e delle norme, è un elemento importante, che ci permette
di garantire più sicurezza ai nostri cittadini”. Gli Accordi sono legati anche
“al processo positivo di aggregazione dei Comuni - ha aggiunto Errani - , che
ci consente di governare al meglio il territorio”. Infine, i dati raccolti sul
lavoro svolto dai Corpi intercomunali nella fase preliminare alla
sottoscrizione degli Accordi “sono molto significativi - ha concluso il
presidente - : diminuiscono gli incidenti, le infrazioni. Ciò vuole dire che un
migliore presidio del territorio promuove comportamenti virtuosi dei
cittadini”.
Se quella
dell'obbligo a sedici anni, ancorché passata un po' in sordina, è davvero una
svolta epocale per la scuola italiana, il successo del processo di riforma che
il governo sta portando avanti ("un processo a strappi - commenta
Simoncini - ma comunque da sostenere") dipende anche dalla piena attuazione
del Titolo V della Costituzione, laddove affida alle Regioni le competenze in
materia di programmazione scolastica. "Per far funzionare la
programmazione è necessario poter gestire le risorse umane e finanziarie cosa
che, al momento, per le Regioni non è possibile perché i fondi restano
centralizzati. Ma su questo qualcosa si sta muovendo. Il 28 febbraio le Regioni
si incontreranno con il ministro Fioroni e si ipotizza l'avvio, entro aprile,
di un tavolo formale". In attesa di un accordo nazionale, la Regione sta portando
avanti la sua battaglia contro la dispersione scolastica (in Toscana oggi siamo
al 17% - ha detto l'assessore - ma l'obiettivo cui puntiamo è quello di
portarla al 10% entro il 2010, così come vogliamo portare la percentuale dei
diplomati dall'attuale 78% all'85% indicato dalla Ue". Per raggiungere
questi obiettivi, sono stati messi a punto numerosi interventi, tutti volti
all'obiettivo di realizzare una "scuola pubblica di qualità, che non lasci
indietro nessuno".
Lazio
e Corea unite nel segno dell’innovazione
(9colonne Atg) ROMA - “Esistono prospettive concrete
di cooperazione tra Lazio e Corea del Sud, soprattutto nel settore della
ricerca e dell'innovazione tecnologica”. Lo ha dichiarato il 16 febbraio il
presidente di Sviluppo Lazio Giancarlo Elia Valori in occasione della visita al
Tecnopolo di Castel Romano del presidente della Corea del Sud Roh Moo-hyun.
All'incontro hanno partecipato anche il presidente della Regione Lazio Piero
Marrazzo, l’assessore a Sviluppo economico, ricerca, innovazione e turismo
Raffaele Ranucci e il presidente del Tecnopolo Brunetto Tini. Valori ha
definito “di interesse reciproco” la collaborazione che può essere sviluppata
tra la regione Lazio, il cui modello industriale è ormai riconosciuto di “alta qualità”,
e la Corea del
Sud in un grande numero di settori: chimico-farmaceutico, tecnologia
d'informazione e telecomunicazioni, agroalimentare, moda, cinema e audiovisivo,
cartario, edilizia, ricerca scientifica e aerospaziale, nautica. Una
collaborazione, ha precisato, per il cui sostegno Sviluppo Lazio sta “operando
concretamente”, e che tende non solo a migliorare gli scambi commerciali ma
soprattutto a migliorare gli investimenti in imprese miste all'estero nei
settori di interesse per i nostri partner internazionali". In questo
ambito, Corea e Regione Lazio “debbono passare dalla fase del semplice
commercio a quella della collaborazione industriale e tecnologica”. Un campo
nel quale, ha sottolineato Valori, “la grande esperienza del Lazio, che è un
centro di ricerca industriale di rilevanza europea, può essere preziosa”.
"Il Tecnopolo è uno dei fiori all'occhiello della nostra regione”, ha
detto Marrazzo. “Il Lazio è storicamente una regione votata all'incontro con
gli altri Paesi. La nostra - ha aggiunto - è un'economia in crescita, che
investe il 2 per cento del Pil nella ricerca. E proprio nel campo
dell'innovazione il rapporto con la
Corea può rivelarsi molto proficuo”. Il presidente Moo-hyun
ha spiegato: "La sinergia tra il Tecnopolo Tiburtino e quello di Castel
Romano rappresenta un modello da seguire per noi coreani. L'Italia ha ancora
tanto da insegnarci. Proprio per questo sono sempre di più gli studenti coreani
che vengono nel vostro Paese". La
Corea è oggi l'undicesima economia mondiale, la terza in Asia
dopo Cina e Giappone. Il tasso di crescita del Pil per il 2006 vicino al 4,8
per cento candida il Paese a protagonista dell'economia globalizzata del XXI
secolo. L'Italia è al momento il tredicesimo partner commerciale della Corea e
la visita del presidente Moo-hyun mira anche a intensificare e sviluppare gli
scambi commerciali e le opportunità di investimento dall'Italia e verso
l'Italia.
Lucania
a caccia di siti archeologici... col satellite
(9colonne Atg) ROMA - Un nuovo approccio, basato sull’impiego
di tecniche di elaborazione di dati satellitari, ha consentito ad un gruppo di
ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche di individuare, per la prima
volta, tracce di strutture sepolte appartenenti a villaggi medievali
abbandonati dell’Italia meridionale. Con l’ausilio dei sensori di nuova
generazione, come quelli utilizzati su QuickBird, il satellite di Google Earth,
è stato infatti possibile identificare anomalie del terreno, che hanno
consentito la scoperta di un insediamento medievale a Monte Irsi, ai confini
tra Basilicata e Puglia. “I dati resi disponibili dal satellite”, dice Rosa
Lasaponara dell’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (Imaa) del
Cnr, “offrono possibilità di elaborazione maggiori rispetto alle tradizionali
foto aeree. La presenza di strutture sepolte nel sottosuolo modifica le
proprietà di superficie, ossia la crescita della vegetazione, i valori di
umidità del suolo, l’altimetria del terreno producendo tracce non sempre
visibili dall’occhio umano e neanche da foto aeree, ma rilevabili solo grazie
alla disponibilità di dati multispettrali, ossia acquisiti in differenti bande
dello spettro elettromagnetico. La visibilità di tali tracce è stata poi
enfatizzata mediante analisi statistiche in grado di accentuare il contrasto
tra le superfici sovrastanti le strutture sepolte e quelle circostanti”. La
scoperta di Monte Irsi non è l’unico successo ottenuto dagli scienziati del
Cnr. “Anche nella zona di Monte Serico, in Basilicata”, dice Nicola Masini,
ricercatore dell’Ibam-Cnr, l’Istituto per i beni archeologici e monumentali
diretto dal prof. Francesco D’Andria, “siamo riusciti a ricostruire la ‘forma
urbis’ di un villaggio medievale, già scoperto da noi nel 1995 con l’ausilio di
immagini aeree. Inoltre, a Metaponto, l’elaborazione di immagini QuickBird sta
consentendo di rilevare anomalie riferibili ad antiche divisioni agrarie e a
canali di drenaggio realizzati oltre 2000 anni fa, in epoche durante le quali i
livelli delle falde e la costa del mare erano diversi rispetto ad oggi”. E a
confermarlo sono i numerosi paleo-alvei, alcuni già individuati dall’archeologo
Adamesteanu negli anni’60, altri scoperti dai ricercatori del Cnr con l’ausilio
delle immagini satellitari, che stanno restituendo un reticolo idrografico
sepolto molto diverso da quello attuale. “Tali scoperte aprono nuove
prospettive di conoscenza delle dinamiche insediative nel territorio di
Metaponto, dall’VIII sec. a.C. al Medioevo”, conclude Masini. “Inoltre
forniscono utili informazioni sull’evoluzione del paesaggio e dell’ambiente nel
litorale ionico, da correlare a fattori di tipo climatico e tettonico”.
Attualmente il team del Cnr si sta occupando dei torrenti Celone e Cervaro,
nella zona del Tavoliere in Puglia, tra Toria e Lucera, dove si registra una
delle più alte concentrazioni di insediamenti neolitici d’Europa. Numerose
campagne di scavo a partire dai primi anni ‘50 hanno infatti portato alla luce
villaggi di notevoli dimensioni, protetti da fossati e costituiti da compound
di forma circolare e semicircolare, su cui venivano realizzate le capanne, come
riferisce Maria Tunzi della Soprintendenza archeologica pugliese. E da questa
ricerca dipenderà l’installazione di pale eoliche su cui la stessa
Soprintendenza dovrà esprimere un parere di competenza.
Idrogeno
da fonti rinnovabili: in Toscana un progetto da 11 milioni
(9colonne Atg) FIRENZE - La Toscana punta
sull'idrogeno. E’ partita nei giorni scorsi una serie di attività che porterà
alla circolazione su strada dei primi prototipi, un Fiat Ducato (a motore
endotermico) e un Piaggio Porter (ad alimentazione elettrica da fuel cell). Due
tipi di motori diversi ma accomunati dal vettore utilizzato, l'idrogeno e dal
fatto che entrambi sono ad emissione zero. Cioè non inquinano e non
contribuiscono all'effetto serra. E poi ancora, vedremo andare a idrogeno una
piccola flotta di bus all'aeroporto Galilei di Pisa, parte dei veicoli del
Consorzio pisano di trasporti. Faranno compagnia alla piccola flotta di
prototipi già esistenti - presentata allo scorso meeting di San Rossore -
costituita da uno scooter Piaggio, una Fiat Multipla, un Doblò e una bicicletta
a motore. Solo qualche esempio, per capire in quale direzione vanno le
iniziative sostenute dalla Regione in questo campo, a cominciare dall'obiettivo
di costruire un sistema di mobilità rispettoso dell'ambiente e della salute dei
cittadini. Con la firma di un protocollo d'intesa viene compiuto oggi un nuovo
passo avanti per la realizzazione di un progetto integrato e multidisciplinare
per la costituzione del distretto dell'idrogeno, per la produzione - attraverso
fonti di energia rinnovabile - allo stoccaggio, alla distribuzione, alla
sperimentazione e realizzazione di motori per auto e scooter. Al traguardo, che
consentirà di passare dalla ricerca teorica, nel chiuso dei laboratori, alla
sperimentazione su strada dei primi veicoli, si arriva con il coinvolgimento di
pubbliche amministrazioni e università, mondo della ricerca e delle imprese,
pubblico e privato. Un intero territorio, insomma, che fa gioco di squadra per
valorizzare i propri punti di forza, riconvertire il proprio tessuto produttivo
e prepararsi alle sfide che, inevitabilmente, ci attendono sul piano energetico
e ambientale.
Avviato lo
scorso anno grazie all'accordo fra Regione Toscana, ministero dell'Università e
della ricerca e ministero dell'economia, il progetto vede il suo centro
propulsore nell'area pisana, che si candida così a diventare la futura sede di
un distretto dell'idrogeno. Numerosi i partner del progetto, fra questi il Dipartimento
di ignegneria meccanica e altri tre dipartimenti dell'Università di Pisa e la Scuola superiore di
Sant'Anna, che hanno già avviato l'attività di ricerca di base. A questi si
aggiungono numerosi altri soggetti, pubblici e privati, come la Piaggio, il Crim (Center
for applied research in micro and nano engineering), In Sat Lab Innovazione nei
sistemi aziendali, Irpet, ILT Technology, la P&G Mele, la Società Aeroporto
Galilei, il Consorzio pisano trasporti, la Provincia di Pisa e il Comune di Pontedera.
L'investimento complessivo previsto è di 10,9 milioni di euro. Il progetto è
stato candidato dalla Regione al finanziamento CIPE all'inizio dello scorso
anno. Oggi è arrivato il via libera a una prima tranche di fondi di oltre 5
milioni di euro che consente l'avvio delle attività di ricerca di base. La Regione si impegna inoltre
a concedere un ulteriore contributo di 150 mila euro per il sostegno alla
formazione, mentre la società consortile Pont-tech assicurerà l'integrazione
fra le diverse attività del progetto, curando in particolare il trasferimento
tecnologico dalla sfera della ricerca alla produzione industriale. La Provincia di Pisa
contribuirà, con gli strumenti di programmazione, a coordinare il progetto e a
verificarne le ricadute sul sistema produttivo locale, nonchè all'acquisto di
un automezzo. Il Comune di Pontedera si impegna a destinare al progetto spazi
riservati all'interno del Centro di ricerca e formazione sull'innovazione
tecnologica-incubatore di imprese e a destinare un'area pubblica per
l'installazione di un generatore eolico che servirà anche per produrre
idrogeno. Fra gli obiettivi dei firmatari il reperimento di ulteriori
finanziamenti, anche attraverso i nuovi programmi operativi dei fondi europei
(Fers e Fse) per il periodo 2006-2013, che serviranno a portare avanti le
ulteriori fasi del progetto fino ad arrivare ai primi veicoli circolanti su
strada e alla definizione di un sistema ottimale di produzione, stoccagggio,
trasporto dell'idrogeno.
Ravenna:
Nauticamed si apre al mondo
(9colonne Atg) RAVENNA - Sidi-Eurosportello, azienda
speciale della Camera di Commercio di Ravenna, in collaborazione con l'Istituto
Nazionale per il Commercio Estero, organizza NauticaMed World, manifestazione
internazionale della nautica che si svolgerà a Ravenna il 2 marzo e 3 marzo.
L'evento - che è stato presentato il 20 febbraio alla Camera di Commercio della
città romagnola - rappresenta un'interessante opportunità per tutti gli
operatori del settore che intendono esplorare e/o consolidarsi sui mercati
internazionali. Si propone, infatti, di promuovere stabili rapporti commerciali
con le aziende dei paesi esteri selezionati, organizzando incontri
tecnico-commerciali tra gli operatori italiani e gli operatori esteri. Dopo
NauticaMed Tunisia 2006, questa quarta edizione esce dai confini del
Mediterraneo per aprirsi a nuove aree geografiche: Australia, Nuova Zelanda,
Cina, Hong Kong, Taiwan, Canada e Brasile. I settori coinvolti sono quelli
della cantieristica da diporto e del suo indotto (dalla subfornitura ai
cantieri nautici, dalla componentistica all'arredamento/accessori, dai servizi
turistici e di chartering alla progettazione e al design).
Italiani nel mondo
Sanremo: Piero Mazzocchetti,
storia di un emigrante di successo
(9colonne
Atg) ROMA - “Aver appreso la mia presenza al Festival di Sanremo è stato uno
shock indescrivibile, è come se parte dei miei sogni si fossero da quel giorno
realizzati”. Sono le parole di Piero Mazzocchetti uno degli artisti che
parteciperanno alla prossima edizione del Festival nella categoria dei big. Non
è un caso se Pippo Baudo, nell’annunciare il suo nome, aveva sottolineato che
“a Sanremo i sogni diventano realtà”. Infatti la storia del tenore abruzzese
sembra uscita da un romanzo: nato a Pescara il 23 marzo del 1978 da “gente
semplice” (il padre è camionista mentre la madre è operaia), inizia a studiare
pianoforte a 7 anni e canto a 13. Subito si deve scontrare con le difficoltà di
emergere nel panorama musicale italiano, caratterizzato da un pubblico attento
più alla scena internazionale che a quella interna. Nonostante ciò, con l’aiuto
della famiglia, riesce a portare avanti questa sua passione e suona nei piano
bar di tutto l’Abruzzo. Ma, come per altri nostri connazionali sparsi per il
mondo, la grande occasione non è arrivata nel suolo nazionale, bensì
all’estero. Durante un Capodanno passato nel locale di un amico a Monaco di
Baviera conosce infatti colui che diventerà il suo manager, Roger Wittmann, che
rimase affascinato dal suo talento e lo spinse a trasferirsi in Germania. “La
mia partenza per la Germania
– racconta l’artista - è stata una scelta di lavoro che mi ha dato la
possibilità in quel momento di confrontarmi con un pubblico a me sconosciuto.
All'Italia non mancava nulla, ma è stata per me una sfida accettata da giovane
che mi ha dato la possibilità di crescere artisticamente e anche umanamente,
con il gran vantaggio di aver appreso due lingue importantissime come il
tedesco e l'inglese”.
Nonostante le difficoltà di chi si trova a
dover costruire una vita “da zero” in un paese straniero, Mazzocchetti riesce
ad affermarsi. Da quel momento inizia una brillante carriera che porterà il
brano “l’Eternità” in testa alle hit dei singoli e permetterà all’artista
italiano di vendere 150 mila album nel paese tedesco. “La mia esperienza
tedesca – ricorda il tenore - è stata stupenda, anche se, nel ‘99, sono
veramente partito con una valigia di cartone e quindi con grandissime
difficoltà logistiche e linguistiche. Nonostante tutto sono riuscito con tanti
sacrifici a farmi apprezzare dal pubblico tedesco con la mia musica. Sono stato
accolto in maniera molto positiva dai tedeschi, che si sono rivelati un popolo
sensibile e accogliente, smentendo così tutti i pregiudizi che avevo nei loro
riguardi”. Mazzocchetti viene poi conosciuto anche in Austria e Svizzera e si
esibisce anche in America, dove viene accolto con calore dalle comunità
italiane residenti in quei Paesi. “Il mio rapporto con le comunità italiane
presenti negli altri Paesi, come Canada, Stati Uniti e Argentina – sottolinea
il tenore - è semplicemente stupendo. Mi sono accorto gia da tanti anni che gli
emigrati italiani hanno mantenuto integro il vero amore per l'Italia. Ricevere
i complimenti con le lacrime agli occhi di tutta quella gente mi ha fatto
provare delle emozioni straordinarie che porto tutt’ora nel mio cuore”. A
questo punto, solo il Bel Paese sembrava essere sordo all’eco del suo successo.
Almeno fino al 7 gennaio scorso, quando la voce di Baudo ha consegnato a
Mazzocchetti la chance che aspettava da una vita. Da quel momento in Italia è
cresciuto l’interesse nei suoi confronti: giornali e televisioni lo cercano per
farlo conoscere anche al pubblico nostrano.
Ma l’artista, impaziente di mostrare il suo
talento, non sembra affatto spaventato dalla pressione di media e opinione
pubblica: “Il fatto che si stia parlando di me in Italia – osserva il tenore -
non può far altro che farmi molto piacere anche se vorrei far conoscere Piero
Mazzocchetti come artista su di un palcoscenico italiano”. Anzi, il tenore
sembra perfettamente in grado di gestire i “veleni” che inevitabilmente il
Festival porta con sé e interviene nella polemica divampata nei giorni scorsi:
da più parti si sono levate delle critiche ai testi delle canzoni, accusati di
contenere un linguaggio troppo volgare. “Ogni interprete – osserva Mazzocchetti
- è libero di esporre le sue idee attraverso la musica, con temi più o meno
forti. Per quanto mi riguarda però, preferisco cantare l'amore”. Intanto
Mazzocchetti ha avuto già un primo approccio con l’Ariston durante le prove,
quando l’unico spettatore presente era Baudo stesso. “Salire sul palco è stata
un’emozione irripetibile: la scenografia, l’orchestra, le luci e l’atmosfera
magica che nonostante l’assenza del pubblico è presente nell’Ariston”. Il suo
percorso artistico è stato influenzato dai grandi nomi della musica classica e
pop. “Ho avuto come esempi Enrico Caruso, Di Stefano, Lanza, Villa e Carrera
per quanto riguarda i classici, Elton John e Lucio Dalla per quanto riguarda la
musica pop”. Il suo è un esempio positivo per quei giovani che cercano la loro
realizzazione nella musica. “Il consiglio che mi sento di dare a tutti i
giovani che vogliono intraprendere questo percorso – dice l’artista - è quello
di perseverare, credere nei propri mezzi, di ricercare sempre l'originalità di
quello che si propone alla gente”. Ma i programmi di Mazzocchetti non si
limitano alla manifestazione sanremese: “Dopo il Festival di Sanremo – si
augura l’artista - spero di iniziare una bellissima avventura artistica anche
nel mio paese, e non solo”.
Rai International: fiducia a
Badaloni dal coordinamento dei Piccoli Comuni
(9colonne
Atg) ROMA - Il Coordinamento nazionale dei Piccoli Comuni italiani esprime
fiducia a Badaloni e al suo nuovo impianto editoriale per Rai International.
“Tantissime - si legge in un comunicato - le mail che giungono da tutte le
parti del mondo che segnalano la necessità e l'esigenza di una Rai
international che promuova in modo diverso il sistema Italia e in maniera particolare
l’eccellenza del nostro Paese, che trova proprio nei piccoli Comuni il “bello
italiano”. “Identità, futuro, innovazione e tradizione rappresentano la sfida
vera delle nostre piccole comunità locali che proprio attraverso la passione e
la competenza di Rai International e del suo direttore Piero Badaloni ripongono
la fiducia e la speranza per fare di questa parte del Paese non letto e non
scritto una vera opzione possibile di uno sviluppo alternativo, fuori dai
canonici circuiti ormai superati. Attraverso Rai International sarà possibile
rafforzare quei legami affettivi e di rapporti economici e sociali
indispensabili per affrontare e vincere la sfida globale che abbiamo davanti a
noi”. L’Italia con i suoi 5634 piccoli Comuni è una grande Paese, un vero
unicum nel mondo per quanto riguarda arte, storia, cultura e tradizioni. “In
ogni piccolo comune – scrivono - c’è un castello, una chiesa, una storia da
raccontare che può diventare una potente calamita per quei milioni di
concittadini figli di emigranti di terza o quarta generazione che hanno il
desiderio di scoprire le proprie origini, la propria identità. Contro il
declino economico. Contro il degrado ambientale. Contro l’impoverimento
sociale. Contro il pessimismo. Reagire si può. I Piccoli Comuni puntano
all’eccellenza mettendo insieme l’elettronica avanzata e la qualità del
paesaggio, l’innovazione e il patrimonio storico, i centri di ricerca e i
prodotti tipici. L’Italia dei Piccoli Comuni può trasformarsi in un luogo di
successo nel mondo, la nuova linea editoriale del neo direttoredi Rai
International è strategica per vincere questa sfida esaltante e straordinaria,
a patto che si costituisca una rete della qualità dal basso, valorizzando la
creatività, la coesione sociale, la tradizione. Con Piero Badaloni siamo certi
che tutto questo è possibile e che la buona comunicazione e la corretta
informazione nel mondo porterà notevoli vantaggi al nostro Paese ed ai nostri
Piccoli Comuni italiani”.
Unesco: una giornata
internazionale dedicata alla lingua madre
(9colonne
Atg) ROMA - “Adotta una lingua!” è l’invito alla base del progetto presentato
dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco, rivolto alle Università e a
tutte le realtà pubbliche o private interessate, in occasione della Giornata
internazionale Unesco della lingua madre. Il progetto è stato presentato il 20
febbraio nel corso di una tavola rotonda che ha avuto luogo presso l’Istituto
italo-latino americano a Roma. La lingua madre è l’unico mezzo capace di
esprimere appieno ogni necessità di comunicazione – spiega l’Unesco –: “non è
semplice veicolo di messaggi, ma è l’espressione di tutto un mondo di valori
culturali e sociali, di tradizioni e di conoscenze. In questo senso, la lingua
è espressione del patrimonio culturale immateriale, che va salvaguardato e
trasmesso alle generazioni future”. Più del 50% delle circa 6.700 lingue
parlate attualmente nel mondo è oggi a rischio di estinzione. Il 96% delle
lingue esistenti al mondo è parlato soltanto dal 4% della popolazione mondiale.
Meno di un quarto delle lingue esistenti al mondo sono utilizzate a scuola o su
internet. “Chi sa ancora parlare del mondo naturale in cui vive – spiega
Maurizio Guerre, linguista dell’Università degli studi l’Orientale di Napoli e
promotore del progetto ‘Adotta una lingua!’ –, chi è capace di riconoscere, e
descrivere nella sua lingua il canto di un uccello sarà partecipe del suo
destino. Chi, invece, sotto la pressione storica della discriminazione e
dell’emarginazione viene spinto ad abbandonare il suo mondo, una volta
disconosciuta e dimenticata la lingua e la cultura dei suoi antenati,
acquisisce altri orizzonti conoscitivi”.
"Questi sono, per lo più, frammentati ed
incerti, e, lungi dal renderlo automaticamente un cittadino di un mondo più
vasto, lo caricano di ulteriori stigmi di subalternità – aggiunge Guerre -.
L’abbandono della lingua madre non fa approdare ad un pieno controllo
espressivo in una lingua dominante ma, spesso, a possibilità espressive
soltanto parziali, marginali, e, in quanto tali, oggetto di
discriminazione". La tutela della diversità linguistica rientra dunque
nella più ampia tutela della diversità culturale, la cui salvaguardia “è di
fondamentale importanza in un mondo sempre più globalizzato”, spiega la nota.
Lo sviluppo del dialogo tra le culture, la promozione del pluringuismo, la
tutela delle lingue minoritarie sono i terreni sui quali l’Unesco ha sviluppato
diversi programmi di intervento. L'iniziativa vuole promuovere
l'"adozione" di una lingua minoritaria o in via di estinzione, in Italia
o all’estero. Questo comporta un primo sforzo volto alla documentazione e
all’informazione, attraverso diversi mezzi comunicativi, sulla realtà
linguistico-culturale identificata. Il coinvolgimento implicherà in una fase
successiva azioni positive in contatto con le comunità linguistiche, aventi
l’obiettivo di favorire la conservazione e la conoscenza del patrimonio
culturale di cui esse sono depositarie.
Lingua italiana: crescono le
iscrizioni ai corsi negli Usa e in Canada
(9colonne
Atg) NEW YORK - “Nel Nord America, in particolare negli Stati Uniti, le
iscrizioni ai corsi d’italiano sono in continuo aumento, in Canada solo nella
provincia dell’Ontario si contano circa 32 mila studenti che studiano la lingua
italiana a livello elementare a anche alla Brock University si registra una
notevole crescita della domanda, al punto da essere costretti ad assumere altri
docenti”. Non ha dubbi Anthony Mollica, docente di Glottodidattica presso la Brock University
(Ontario, Canada): la nostra lingua nell’area settentrionale del continente
americano è molto richiesta. Nella breve intervista rilasciata in occasione del
XV corso di aggiornamento per docenti d’italiano per stranieri sul tema
“Costruire con le mani, costruire con le parole. La lingua italiana e l’artigianato”,
inaugurato il 13 febbraio in Palazzo Firenze a Roma, il professor Mollica ha
anche approfondito, alla luce di una vasta esperienza a livello internazionale,
il delicato tema dell’impegno del governo italiano per la diffusione e la
valorizzazione dell’italiano all’estero: “L’Italia è consapevole di avere una
lingua di grande cultura e prestigio, ma spesso i modi utilizzati per tutelarla
e promuoverla non sono sempre sfruttati al meglio. Faccio un esempio: in
Ontario sono stato il primo Consulente della Provincia per l’italiano e lo
spagnolo e, nel momento in cui ho lasciato l’incarico, il Ministero non ha
assunto altri consulenti, lasciando così il posto ‘vuoto’ e privando di fatto i
docenti di un importante punto di riferimento. Per colmare queste lacune
sarebbe opportuno aprire un sito web dove gli esperti possano rispondere alle
domande dei docenti. Anche a livello editoriale bisognerebbe studiare edizioni
didattiche progettate specificamente per i Paesi a cui sono destinate e non
genericamente per coloro che parlano italiano 24 ore su 24”. Il professor
Mollica ha infine sottolineato l’esigenza di spiegare espressamente ai giovani
i motivi per cui oggi valga la pena di studiare l’italiano e il ruolo
fondamentale, in questo contesto, della Società Dante Alighieri con i suoi
oltre 5.000 corsi e 200.000 studenti.
Cgie, Carloni: la prossima
plenaria convocata a maggio
(9colonne
Atg) ROMA - Sarà convocata molto probabilmente dal 7 all’11 maggio la prossima
riunione dell’Assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani
all’estero. E’ quanto ha anticipato il segretario sescutivo del Cgie, ministro
Bernardo Carloni, raggiunto telefonicamente da 9Colonne per fare il punto sulle
attività del Consiglio. “Come si è potuto evincere dallo scambio di lettere
aperte fra il segretario generale Carozza e il consigliere Della Nebbia –
spiega Carloni – è stato già tracciato il programma di marcia dell’Assemblea
plenaria, che dovrà concludere il percorso di dibattito avviato su due temi
prefissati da tempo, quali la riforma del Cgie e l’informazione, che comprende
il nuovo assetto di Rai International e i rapporti con la stampa
d’emigrazione”. “La novità rispetto al passato – ha aggiunto il segretario – è
che questi temi vengono prima sviluppati dalle Commissioni tematiche
specifiche, quindi inviati agli organismi locali e alle commissioni
continentali che li rielaborano e li ripresentano all’Assemblea plenaria, la
quale alla fine si pronuncia sull’esito”. Ad esempio per la riforma del
Consiglio si è riunita il 19 e 20 gennaio la III Commissione
tematica, che ha elaborato un documento che andrà alle Commissioni
continentali, che lo elaboreranno e lo ripresenteranno alla Plenaria di maggio.
Stesso discorso per la I
Commissione, che si riunirà il 1° e il 2 marzo prossimi per
redigere un documento sull’informazione. In questo modo l’Assemblea plenaria
diviene un momento in cui le discussioni vengono portate a termine, non
iniziate. Fermo restando che nel corso della riunione si potrà e dovrà
discutere di qualsiasi tema i consiglieri ritengano di dover portare
all’attenzione del Consiglio”. In merito agli attacchi rivolti dai consiglieri
di centrodestra, che si sentono scarsamente rappresentati all’interno del Cgie,
Carloni puntualizza che “come segreteria il nostro compito è di mantenere una
posizione super partes. C’è da dire però che i lavori stanno procedendo senza
alcun ostacolo e nel pieno rispetto delle regole”. “Comunque – conclude –
all’interno del Comitato di presidenza bisogna reintegrare un posto resosi vacante
dalle dimissioni di un consigliere a dicembre. Chissà che questa elezione non
possa essere l’occasione di un chiarimento fra maggioranza e opposizione”.
Cgie, Carozza: “Calendario
fissato secondo le regole”
(9colonne
Atg) ROMA - “Ho letto con la massima attenzione la tua lettera, cosciente dei
miei limiti, cercherò di darti argomenti che possano, almeno lo spero,
rispondere alle tue preoccupazioni e al tuo stato d'animo stupito, divertito e
inorridito che ti ha procurato il comunicato relativo ai lavori del Comitato di
Presidenza del Cgie del 9/10 febbraio 2007”: inizia così la lettera aperta che
il segretario generale Elio Carozza ha scritto al consigliere del Cgie Walter
della Nebbia. Dopo aver ricordato che “la riunione del Comitato di Presidenza
del 9/10 febbraio ha fissato il calendario delle riunioni nel più stretto
rispetto della citata normativa”, Carozza sottolinea che “il segretario
generale deve convocare due assemblee plenarie. Solo due terzi dell'Assemblea
può richiedere, motivandola, la convocazione in via straordinaria”. “Il
Comitato di Presidenza – prosegue la missiva – ha ritenuto, su mia proposta, e
al fine di trovare non solo un migliore coordinamento e collegamento con tutte
le articolazioni interne del Cgie ma anche con l'obiettivo di valorizzare il
contributo dei singoli Consiglieri, un metodo di preparazione dello svolgimento
dei lavori dello stesso Cgie, basato essenzialmente sul lavoro e il contributo
delle Commissioni Tematiche e di quelle Continentali”. “Il dibattito in Assemblea
plenaria di punti iscritti all'ordine del giorno, analizzati e preparati dalle
Commissioni Tematiche, approfonditi e riportati alle realtà Continentali nelle
rispettive Commissioni, l'una diversa dall'altra, ne dovrebbe uscire arricchito
e dovrebbe facilitare la sintesi e l'adozioni di proposte destinate ad essere
trasmesse alle Istituzioni dello Stato – continua il segretario generale nella
sua analisi -. Il Cdp ha preso la decisione di convocare le riunioni delle
sette Commissioni tematiche al fine di preparare su questa base il lavoro del
Cgie”.
“La prossima Assemblea plenaria – aggiunge –
vedrà al centro del dibattito i punti relativi alla riforma dello stesso Cgie,
alla luce della elezione dei Parlamentari eletti nella Circoscrizione estero, e
quelli relativi all'informazione e alla stampa all'estero. Argomenti che
saranno trattati anche dalle Commissioni continentali. Il primo punto è stato
già dibattuto dalla terza Commissione in occasione della riunione del 19 e 20
gennaio e il documento prodotto sarà in questi giorni inviato ad ogni
Consigliere, cosi come sarà per il documento che presenterà la 1 Commissione
tematica sull'informazione che si riunirà nei prossimi giorni”. “In occasione
della prossima Assemblea plenaria si terrà inoltre il primo dei quattro
seminari, quello relativo alla 'Riforma dello Stato' deciso dalla seconda
riunione dell'Assemblea permanente tra lo Stato, le Regioni, le Province
autonome e il Cgie del novembre 2005. Seminario preparato dalla VI Commissione
tematica riunitasi l'8 e 9 gennaio insieme alla 'cabina di regia' – prosegue
Carozza –. 'Assemblea plenaria autunnale, la seconda, riprenderà le questioni
legate ai corsi di lingua e cultura italiana, alla conferenza mondiale dei
giovani, alle tutela dei diritti e all'assistenza. Tematiche che saranno
preparate con lo stesso metodo attraverso prima di tutto il lavoro delle
rispettive Commissioni, con riunioni da tenersi entro i mesi di maggio, giugno
e luglio. Il lavoro prodotto dalle citate Commissioni faranno oggetto di dibattito
ed analisi prima di essere sottoposto al dibattito e alla sintesi in plenaria.
In occasione della seconda Assemblea plenaria si terrà il secondo seminario
deciso dalla seconda riunione dell'Assemblea permanente tra lo Stato, le
Regioni, le Province autonome e il Cgie, quello sull'Internazionalizzazione. La
preparazione di questo seminario sarà assicurato dalla V Commissione Tematica e
dalla 'cabina di regia'".
"Questo è il programma di lavoro
predisposto dal Comitato di presidenza del 9/10 febbraio per il 2007 – ha
aggiunto Carozza -. In questo quadro ogni consigliere ha avuto ed avrà, se lo
ritiene, ogni possibilità e opportunità di compiere in maniera adeguata il
compito che gli assegna la legge e che consiste a mettere l'impegno e la
volontà al servizio delle nostre Comunità che vivono nel mondo per rispondere
ai loro bisogni ed alle loro aspettative , nonché a consegnare alle nostre
Istituzioni gli elementi che permettano loro di meglio legiferare in materia di
politiche riguardanti gli italiani nel mondo. In questo ambito il mio
principale obiettivo è di garantire a tutte e tutti i Consiglieri, piena
agibilità e visibilità". "Significativi passi in avanti in questa
direzione, evidentemente necessari, si potranno realizzare attraverso un
costante dialogo e rispetto di ognuno e di tutti – conclude il segretario
generale del Cgie -. Infine è opportuno ricordare che il Cgie ha tenuto negli
ultimi cinque mesi due Assemblee plenarie con annessi comitati di presidenza ed
altrettante riunioni delle Commissioni tematiche, nonché due riunioni per
ognuna delle Commissioni Continentali, due riunioni straordinarie di
Commissioni tematiche ed una riunione del Comitato di presidenza".
Cgie, Della Nebbia:
“Scorretto non convocare la terza Assemblea Plenaria”
(9colonne
Atg) HOUSTON - Nuovo capitolo della querelle a distanza fra il consigliere del
Cgie Valter Della Nebbia e il segretario generale Elio Carozza. Dopo la
risposta di quest’ultimo, che nei giorni scorsi aveva risposto ai dubbi
sollevati da Della Nebbia in merito alla non convocazione della terza Assemblea
Plenaria, oggi il consigliere eletto negli Stati Uniti ribatte nuovamente a
Carozza con una lettera aperta: “Sono contento – scrive - che ti sia letto il
regolamento, tutto ciò che citi è coretto. Però: è forse vero che l’assemblea
plenaria si è sempre riunita tre volte l’anno dal primo mandato al 2005? Come
ben sai, essendo più anziano di me (di Cgie naturalmente), la domanda è
retorica. Tranne casi particolari ci si è sempre riuniti tre volte l’anno. Da
bucolico (per non dire contadino) mi sembra di capire che gli usi e costumi se
non sono contrari alla legge fanno testo. Mi hai confermato che il CdP ha fatto
sua una tua proposta che di fatto cambia, forse in positivo, il modus operandi
del Cgie. E’ legale? Probabilmente sì. E’ coretto? Sicuramente no”. “Hai preso
una decisione – prosegue Della Nebbia - solo con il consenso del CdP. Un CdP in
cui non siede nessun consigliere residente in Africa (un intero continente). Un
CdP in cui non sono rappresentati il 50% degli italiani residenti all’estero”.
“Il convocare o meno l’Assemblea Plenaria è una questione politica – si legge
più avanti - non amministrativa. E’ una cosa nuova, andava decisa insieme. Se
mi rispondi con un articolo di legge allora non sono riuscito ad esprimere le
mie preoccupazioni in maniera corretta”. “Vedi caro amico – conclude Della
Nebbia - la legge non è un elastico che si tira e molla ad esigenza. Tanto ti
dovevo per rispetto ai 72 connazionali che mi hanno eletto. E sì, perché anche
in questo siamo diversi. Secondo la vostra logica io rappresento solo 72
individui invece voi del CdP rappresentate 4 milioni d’Italiani anche non sanno
neanche chi siate”.
I Ds Europa verso il
convegno nazionale
(9colonne
Atg) BASILEA - “Il prossimo congresso nazionale dei Democratici di Sinistra,
che si celebrerà a Firenze nella seconda metà del mese di aprile, ha tutti gli
attributi per essere ritenuto un appuntamento cruciale con la storia italiana e
dal quale può felicemente ripartire il futuro politico del nostro Paese. A
questo evento si stanno preparando anche le organizzazioni del nostro Partito
all’estero che, come quelle italiane, sono sollecitate a ricercare le giuste
motivazioni per contribuire attivamente al dibattito sull’evoluzione politica e
culturale che dovrà assumere il più grande partito socialista europeo”. E’
quanto si legge in una nota diffusa da Michele Schiavone, segretario
dell’Unione regionale Ds in Europa. “Le esperienze delle nostre organizzazioni
all’estero – prosegue Schiavone - saranno tanto utili al dibattito nazionale
quanto più convinta sarà la scelta del nostro partito di aprirsi al mondo per
far affermare nel nostro paese i valori di una democrazia moderna, praticata,
condivisa e compiuta. Tema del dibattito congressuale è la costituzione di un
partito nuovo nel quale possano trovare piena cittadinanza e rappresentanza
tutte le esperienze riformiste italiane di riferimento socialiste, cattoliche e
repubblicane alle quali affidare la modernizzazione delle istituzioni, dell’economia
e della società italiana. In questo progetto non può essere ritenuto marginale
il grado d’integrazione sociale e politica raggiunto dalle nostre comunità
all’estero, che invece può arricchire di idee e di contenuti il proscenio del
futuro partito democratico”. “La ricerca di un orizzonte ideale – si legge -
nel quale collocare le attuali forze riformiste, socialiste,
socialdemocratiche, progressiste e democratiche italiane all’estero, assieme
alla grande rete dell’associazionismo, rappresenta il traguardo in cui far
confluire l’impegno comune di storie e tradizioni politiche, che per molti
decenni hanno usato linguaggi diversi anche all’estero. Solo negli ultimi anni,
con le elezioni dei Comites e del Cgie e quelle dello scorso mese di aprile per
il rinnovo del Parlamento italiano queste hanno riscoperto un alfabeto
identitario, che le ha rese protagoniste delle sorti delle comunità italiane
all’estero e determinanti per la formazione dell’attuale governo del nostro
Paese”.
“I riflettori della ribalta – scrive Schiavone
- oramai sono puntati sul futuro del nostro partito e sul dibattito politico
che si è aperto dentro le sezioni e nell’opinione pubblica italiana in merito
al percorso costituente del Partito Democratico e al suo futuro ancoraggio internazionale.
Contestualmente la scena si sposta anche sulle organizzazioni e sugli organismi
presenti all’estero. Intorno ad esse c’è una rinnovata attenzione e tanta
curiosità rispetto all’incidenza che potranno avere nel dibattito nazionale.
Perciò siamo convinti che questa grande opportunità vada colta per dare alla
politica italiana gli atout necessari per ricomporre il tessuto etico politico
della nazione lacerato dai troppi fallimenti degli ultimi anni e per dare
all’Italia un’idea nuova di se in un Europa che ha urgente necessità di
diventare attore politico globale”. “Allora – aggiunge l’esponente dei Ds
all’estero - nella discussione congressuale che ci accingiamo ad aprire
all’estero la domanda spontanea che più o meno dovremmo porci è la seguente: che
apporto al dibattito può venire dalle esperienze maturate dalle nostre comunità
all’estero per risollevare le sorti di un paese divenuto improvvisamente troppo
piccolo in un mondo sempre più grande? E in questo mondo globalizzato le nostre
comunità all’estero come potranno costruire le reti di relazioni sociali,
politiche, di solidarietà, di cooperazione, di beni collettivi con il nostro
Paese? Non c’è ragione di dubitare che le risposte potranno essere all’altezza
delle aspettative se tra le nostre comunità all’estero il nostro partito saprà
far affermare il senso della politica e della partecipazione continuando, anche
in un progetto nuovo, a saldare il contatto con la società e con le nuove
generazioni”.
Razzi (Idv) presenta un pdl
per l’insegnamento dell’italiano all’estero
(9colonne
Atg) ROMA - “L’insegnamento della lingua e della cultura italiana è una
priorità per gli italiani all’estero. Le norme che attualmente regolano
l’intervento dello Stato italiano sono ormai superate dal tempo e dall’evoluzione
sociale delle nostre comunità. Per questo ho presentato una proposta di legge
che intende riformare gli interventi all’estero dell’insegnamento e la
promozione della lingua e cultura italiana”. Lo ha dichiarato Antonio Razzi,
deputato dell’Italia dei Valori eletto nella circoscrizione Estero. “La
proposta – spiega Razzi - rappresenta una vera e moderna riforma delle
istituzioni scolastiche italiane all’estero. Poggia essenzialmente su due punti
fondamentali: il ruolo dello Stato italiano, le esigenze delle famiglie dei
nostri connazionali di usufruire dell’insegnamento dell’italiano. Sul primo
punto, chiarisco che io ritengo fondamentale mantenere la centralità
dell’intervento pubblico statale su questo argomento. E’ interesse dell’Italia
promuovere la lingua italiana con la stessa determinazione in cui il nostro
Paese si sforza di promuovere la diffusione del Made in Italy. Ci sono
nell’ultima Finanziaria massicci interventi di promozione dei nostri prodotti
all’estero. Bene, allo stesso modo deve esserci uno sforzo a sostenere la
promozione e l’insegnamento dell’italiano ai nostri connazionali, perché ciò
rappresenta una speranza concreta di sviluppo futuro del nostro Paese”.
“Dobbiamo investire – prosegue il deputato - sui nostri giovani connazionali
residenti all’estero, se vogliamo esportare meglio e di più. Se si investono 10
euro sulle merci, dobbiamo allora investirne 100 sulle persone che veicolano
con la loro semplice presenza queste merci. Se non ci sforziamo di fare questo
rischiamo di rendere inutile l’investimento sull’economia”.
“Sono le persone – continua Razzi - i
cittadini il vero centro di attrazione dell’italianità, non i soli prodotti.
Essi senza l’umanità italiana che pervade le società ospitanti non sono nulla.
Sono solo prodotti effimeri destinati all’attenzione effimera o stagionale. Gli
italiani all’estero con la loro vita e la loro testimonianza sono la garanzia
della diffusione del made in Italy. Il secondo punto riguarda le esigenze
specifiche delle famiglie di connazionali nelle diverse aree geografiche.
Richiedono più intervento, ma esso deve essere concorrenziale ed integrato alle
altre offerte formative che all’estero già esistono”. “Nella mia proposta di
legge – spiega l’onorevole - ho inserito la necessità di attivare interventi
gratuiti di insegnamento dell’italiano, per i cittadini italiani in età di
obbligo scolastico. Così come la garanzia della gratuità dei materiali
scolastici per i nostri ragazzi in età di obbligo scolastico. E’ un principio
di adeguamento alle norme previste dalla nostra Costituzione. I cittadini
italiani devono poter contare su uno Stato che garantisca loro l’insegnamento
della lingua e cultura italiana gratuitamente fino all’età dell’obbligo
scolastico”. Razzi sottolinea che questo intervento non rappresentano costo
elevato? “Esso – dice - è da considerarsi un ottimo investimento. E quando si
investe sui propri cittadini si investe bene. Inoltre è questo il dovere di uno
Stato investire bene, ma, ripeto, soprattutto sulle persone. I cittadini sono sempre
un buon investimento ed a differenza delle merci e dei prodotti non deludono
mai. C’è una tendenza ad anteporre i marchi alle persone: ha il fiato corto”.
“Io con 41 anni di emigrazione – conclude il deputato - ritengo più utile che
l’italiano come lingua non si estingua. Per questo nella riforma insisto su un
più adeguato intervento sinergico tra vari ministeri, affinché si ottenga una
potenziata promozione di istituzioni – adeguate e moderne, – e di interventi
per arginare quella che sembra la fine già scritta della nostra lingua
all’estero”.
Italia-Canada:
interrogazione su ratifica convenzione delle doppie-imposizioni
(9colonne
Atg) ROMA - Gino Bucchino, deputato dell’Ulivo, ha presentato nei giorni scorsi
un’interrogazione parlamentare per sollecitare l’approvazione della nuova
convenzione italo-canadese contro le doppie imposizioni fiscali. L’onorevole,
eletto nella Circoscrizione estero (America Settentrionale e Centrale) e
iscritto all’Ulivo, ha ritenuto “improrogabile” l’interrogazione per sollecitare
l’entrata in vigore di una convenzione firmata nel 2002 dalle due Parti
contraenti ma ratificata solo dal Canada. “La nuova convenzione – afferma
Bucchino - deve sostituire quella in vigore dal 1981 che, soprattutto per
quanto riguarda la tassazione delle pensioni e dei redditi di alcune categorie
di lavoratori, ha sollevato un grave
contenzioso ancora irrisolto”. Come sottolineato nell’interrogazione di
Bucchino tale nuova convenzione, se approvata, “porterebbe positivi benefici ai
cittadini italiani e canadesi e rappresenterebbe anche un importante stimolo
per lo sviluppo di scambi commerciali e di investimenti tra i due Paesi”. “Come
è noto infatti – spiega il deputato - le convenzioni bilaterali per evitare le
doppie imposizioni sono accordi internazionali che individuano quale dei due
Stati contraenti debba esercitare la propria potestà impositiva nei confronti
di soggetti giuridici residenti in uno di essi che abbiano maturato redditi
nell’altro. Oltre allo scopo di eliminare le doppie imposizioni, le convenzioni
mirano anche a prevenire l’evasione e l’elusione fiscali eliminando le doppie
esenzioni. Oggetto delle convenzioni sono le imposte sul reddito e, in alcuni
casi, taluni elementi del patrimonio”. Nell’interrogazione si legge che in base
agli atti di ufficio del ministero degli Esteri risulta che l’iter di ratifica
della Convenzione è stato sospeso dall’Ufficio Legislativo Tesoro del ministero
dell’Economia e delle Finanze che segnalava una possibile perdita di gettito
erariale con l’applicazione della stessa.
Bucchino evidenzia invece come “nel
predisporre la nuova Convenzione le parti contraenti hanno senza meno ponderato
vantaggi e svantaggi della stessa decidendo di firmarla” e chiede quindi “quali
sono i motivi dei ritardi della ratifica della nuova Convenzione contro le
doppie imposizioni fiscali tra l’Italia ed il Canada firmata ad Ottawa il 3
giugno 2002”, se e come “i ministeri italiani competenti hanno risposto alle
numerose sollecitazioni delle autorità canadesi che chiedevano una rapida
approvazione della Convenzione”, quali urgenti misure ed iniziative si intende
adottare “per onorare gli impegni assunti con le collettività italiane in
Canada e canadesi in Italia e con il governo canadese”, e trovare “le risorse eventualmente necessarie all’entrata
in vigore di tale Convenzione”.
Made in Italy: apre il
portale-guida ai prodotti italiani
(9colonne
Atg) ROMA - Sarà operativo a tutti gli effetti alla fine del mese il portale
madeinitalymagazines.com, il sito web offerto dal Made in Italy Group per
soddisfare, in maniera personalizzata, le esigenze, le attese di reperimento e
di consumo, dei migliori prodotti italiani per le aree di bisogno più
importanti, quali la buona tavola e il tempo libero. Il presidente del gruppo,
Mariano Turrisi, intende rafforzare l’attenzione verso il pubblico retail: con
l’offerta che si sviluppa attraverso la collaborazione di un circuito
d’imprese, fra le più autorevoli e prestigiose, che forniranno alla clientela,
al miglior costo, le migliori specialità originali prodotte solo ed
esclusivamente in Italia. L’iniziativa si rivolge a milioni di famiglie
americane e a un mercato costituito da fruitori che si trovano a proprio agio
con l’uso di strumenti e servizi multimediali. Col nuovo portale del Made in
Italy Magazine verranno presentati al pubblico prodotti d’altissimo livello,
ricercando le possibili sinergie per implementare progetti congiunti tra il
Paese di produzione, l’Italia, e l’area di distribuzione dell’America
settentrionale.
Il Regno Unito e la Spagna cercano medici
italiani
(9colonne
Atg) ROMA - Il Regno Unito cerca in Italia medici specializzati in
neuropsichiatria infantile. A tale sono stati organizzati due seminari di
informazione, a Roma il 2 marzo, (riservato a medici della Regione Campania) e
a Palermo il 17 marzo, presso l'Università. Per partecipare agli incontri è
necessario inviare il proprio curriculum, compilato in lingua inglese, secondo
i criteri suggeriti nel sito www.britain.it, agli indirizzi RomeNHS@fco.gov.uk
e eures@provincia.pv.it, per Roma in tempi brevi e per Palermo entro il 9
marzo. Ai candidati sono richiesti laurea in medicina, specializzazione in
neuropsichiatria infantile, esperienza post-specializzazione e ottima
conoscenza della lingua inglese. Sono previsti contratti a tempo determinato e
indeterminato e retribuzioni che oscillano tra i 100 mila e i 135 milaeuro,
oltre a tempo protetto per lo studio, programma di adattamento e aiuto per la
ricerca dell'alloggio. E anche la
Spagna, attraverso il Coordinamento nazionale Eures del
ministero del Lavoro, cerca medici italiani. Questa volta si tratta di
un'offerta di lavoro proveniente da un'importante clinica privata di San
Sebastiàn (Paìs Vasco) che intende assumere tre specialisti in pediatria e due
in ginecologia e ostetricia. Sono previste retribuzioni annuali pari a 42 mila
euro. Qualora necessario, si darà la possibilità ai medici di imparare la
lingua spagnola. Gli interessati possono inviare la loro richiesta, corredata
di curriculum vitae, all'indirizzo di posta elettronica: eures-guipuzcoa.morcillo@inem.es.
Aie: missione in Cina per 30
editori italiani
(9colonne
Atg) PECHINO - Dal 24 febbraio al 4 marzo una trentina di editori italiani, in
rappresentanza di 15 case editrici, saranno a Pechino per conoscere nei
dettagli la realtà cinese, per una missione organizzata dal locale Istituto per
il Commercio Estero (Ice), in collaborazione dell’Associazione Italiana Editori
(Aie). La spedizione rientra nella chiusura dell’Anno dell’Italia in Cina ed è
lo step successivo all’indagine sul mercato commissionata dall’Istituto
nazionale per il Commercio Estero di Pechino alla società Bejiing Topview
Consulting Camp, Trading Ltd. Ed ecco quindi grandi e piccoli editori insieme,
dal settore narrativa a quello scolastico, da quello scientifico a quello
dell’arte e in particolare a quello per ragazzi, visiteranno le principali
librerie di Pechino e incontreranno i colleghi orientali, quali rappresentanti
di tutta la filiera, per avviare relazioni più strette dopo l’interesse
dimostrato da questi nelle recenti Fiere internazionali del Libro. Si tratta di
un’occasione irripetibile per l’editoria italiana, se si pensa che dopo
l’adesione della Cina al Wto, nel 2001, e la sua conseguente apertura a livello
mondiale; il mercato di lingua cinese è diventato il secondo per numero di
cessione di diritti, dopo quello di lingua inglese, per Paesi come Francia e
Germania.
Un mercato enorme, a cui vendere diritti e in
cui i libri di testo (scolastici e universitari) costituiscono quasi il 50%
della produzione editoriale e in cui il segmento dei libri per l’infanzia (sono
200milioni i piccoli lettori cinesi) copre il 20% del totale del business del
copyright dei libri. L’Italia vuole colmare il gap che ad oggi non le permette
di comparire tra i principali fornitori della Cina, nella classifica
dell’import-export di copyright. Una graduatoria in cui Stati Uniti e Regno
Unito si dividono il 60% del mercato, seguiti da Taiwan, Giappone, Corea e
Germania. Anche se l’Italia non è ancora tra i principali fornitori della Cina,
c’è grande interesse verso il nostro Paese, tra produzioni artistiche, cultura
e un particolare stile di vita. L’interesse cinese per i testi italiani si
rivolge soprattutto verso il settore destinato ai ragazzi, della psicologia
applicata, del management e dell’insegnamento delle lingue straniere, dei libri
di viaggio e svago, del lifestyle (bellezza, cosmetica, moda, cucina) e di
quelli d’arte, architettura e design.
Sicilia Mondo: al via il
concorso letterario per giovani
(9colonne
Atg) CATANIA - C’è tempo fino al 31 agosto prossimo perché i giovani siciliani
residenti all’estero possano presentare i propri lavori per l’ottava edizione
del “Premio Letterario Giovanile Sicilia Mondo 2007”, quest’anno incentrato sul
tema “Come vedi la Sicilia
e l’Italia? Come vorresti che fossero? Cosa proponi a Sicilia Mondo?”. Il
concorso è riservato a giovani siciliani all’estero, con età compresa tra i 16
e i 35 anni, in grado di comprovare le loro origini, proprio attraverso una
stesura in lingua italiana, della lunghezza minima di 2 cartelle a quella
massima di 15, di 30 righe e per un massimo di 60 battute dattiloscritte. Al
primo classificato spetterà un Viaggio in Sicilia (comprensivo di biglietto
aereo and/rit e un soggiorno gratuito di 7 giorni), una targa ricordo ed un
abbonamento al periodico d’informazione “Sicilia Mondo”; al secondo
classificato, invece, spetterà un libro ed un abbonamento al periodico
d’informazione “Sicilia Mondo”; infine al 3° classificato un abbonamento al
periodico d’informazione “Sicilia Mondo”. La giuria, composta da personalità
del mondo culturale, verrà resa nota al momento della premiazione. La
premiazione avverrà a Catania in data da destinarsi e a tutti i partecipanti
verrà inviata gratuitamente una copia della rivista “Sicilia Mondo”, con la
classifica finale del concorso. I risultati e i testi selezionati saranno poi
pubblicati sul sito Internet siciliamondo.it ed ai vincitori sarà dedicato uno
speciale sulla rivista ufficiale “Sicilia Mondo”.
Norimberga: la Dante Alighieri
premia le autorità cittadine
(9colonne
Atg) NORIMBERGA - Si è svolta nella Marmorsaal (Sala Marmorea) del Presseclub
di Norimberga la cerimonia di consegna delle tre medaglie d’oro assegnate dalla
Società Dante Alighieri a Ulrich Maly, sindaco della città, a Massimo Darchini,
console generale d’Italia a Norimberga e a Franz Gebhardt, consigliere comunale
della città. Alla cerimonia hanno preso parte il segretario di Stato presso il
ministero degli Esteri tedesco, onorevole Günter Gloser, già intervenuto in
altre attività promosse dalla “Dante”, circa 300 ospiti, tra cui numerosi
rappresentanti del mondo della politica e della cultura, e vari delegati delle
associazioni locali. L’evento ha ottenuto un notevole riscontro anche sulla
stampa cittadina, presente con le due testate Nürnberger Nachrichten e
Nürnberger Zeitung e con la rivista Marlene News. Nel corso della
manifestazione il segretario di Stato Gloser ha espresso ai presenti
l’intenzione di organizzare, in collaborazione con il Comitato locale e con il
Consolato d’Italia, una manifestazione per i 50 anni dalla firma dei Trattati
di Roma del 1957. Nei prossimi mesi la “Dante Alighieri”, presieduta da Enrica
Valsecchi, riprenderà a Norimberga lo svolgimento dei corsi di lingua. Il
Comitato è centro certificatore Plida dal 1997.
Arte italiana per la notte
degli Oscar
(9colonne
Atg) ROMA - Dopo le nomination alla 79esima edizione degli Academy Awards alla
costumista Milena Canonero per i costumi del film “Marie Antoniette”, ad Aldo
Signorotti e Vittorio Sodano per il trucco del film “Apocalypto” e l’Oscar alla
carriera per Ennio Morricone, l’arte italiana sarà, insieme ad altri omaggi, un
regalo per tutti i candidati all’Oscar. Grazie al progetto “Arthea: il nuovo
linguaggio dell’arte”, nato dalla collaborazione del ministero per i Beni e le
Attività Culturali e del Fai (Fondo ambiente italiano), è stata realizzata una
raccolta di cartoline postali multilingue digitali legati alle più conosciute
opere d’arte di grandi artisti fra cui Bernini, Canova, Caravaggio, Barocci. La
cartolina digitale è una nuova applicazione per l’arte che utilizza un commento
rapido ed esaustivo tradotto in cinque lingue (francese, inglese, italiano,
spagnolo, tedesco), dal taglio narrativo originale, con immagini inedite delle
opere illuminate da luci cinematografiche che evidenziano colori e forme,
difficilmente apprezzabili ad occhio nudo.
Riunito il tavolo per i
diritti degli italiani rimpatriati dalla Libia
(9colonne
Atg) ROMA - Gli italiani rimpatriati dalla Libia nel 1970 con l’avvento al
potere del colonnello Gheddafi, chiedono per i loro beni confiscati che il
governo stanzi un indennizzo pari a 250 milioni di euro in cinque anni. La
richiesta è stata avanzata dall’Airl (Associazione italiani rimpatriati dalla
Libia) nel corso di un primo incontro del tavolo dedicato ai loro diritti, che
si è riunito il 20 febbraio con il sottosegretario all’Economia Paolo Cento, il
vicepresidente della Camera Carlo Leoni e i deputati Alessandro Forlani e
Cinzia Dato. L'istituzione di un “tavolo di lavoro” sui diritti degli italiani
rimpatriati dalla Libia era stata annunciata in occasione del convegno del 7
ottobre 2006, organizzato dall'Airl, durante il quale la presidente Giovanna
Ortu aveva dialogato con i rappresentanti del governo e del Parlamento “sui
diritti tutt’oggi negati agli italiani rimpatriati dalla Libia, tra i quali il
risarcimento per i beni confiscati nel 1970”. Secondo una nota dell’Airl “gli
impegni assunti nel corso della riunione sono chiari: si tratterà di
individuare tutte le possibili soluzioni per il riconoscimento dei diritti
negati, nonché per il reperimento delle risorse necessarie al risarcimento,
anche in relazione di una futura definizione definitiva dei rapporti politici,
economici e diplomatici con la
Libia”. Sempre secondo
le cifre fornite dall’Airl, il valore dei beni italiani confiscati in Libia da
Gheddafi nel 1970 “è avvenuta in violazione di un accordo internazionale del
quale il governo italiano non ha preteso il rispetto, ricorrendo alla prevista
clausola arbitrale, con ciò assumendosi la responsabilità dell’indennizzo nei
confronti di propri cittadini espropriati”. “La perdita al 1970 - dice una nota
dell’Airl - era stata calcolata dalle nostre Autorità in 200 miliardi di lire
per il solo valore immobiliare. Includendo i depositi bancari e le varie
attività imprenditoriali ed artigianali con relativo avviamento, questa cifra
raggiunge i 400 miliardi di lire. Da allora ad oggi, con le diverse leggi, sono
stati corrisposti ai rimpatriati a titolo di indennizzo circa 300 miliardi di
lire (152 milioni di euro circa): “A trent’anni dalla confisca non è ancora
stato raggiunto nemmeno il valore al 1970 dei beni perduti” spiegano all’Airl
dove si ritiene che per calcolare un indennizzo definitivo occorre rivalutare
la cifra di 400 miliardi di lire del 1970 in base agli indici Istat. L’importo
cui si giungerebbe andrebbe ovviamente decurtato degli indennizzi già corrisposti
(300 miliardi di lire) e depurato in base all’effettivo coefficiente di
svalutazione. “E’ indubbio comunque che, per un indennizzo totale, dovrebbero
essere stanziati più di 500 milioni di euro. La cifra, sotto la quale l’effetto
di una legge definitiva d’indennizzo andrebbe vanificato - conclude l’Airl - è
di 250 milioni di euro da stanziare in non più di 5 annualità”.
Nasce il bimestrale dei
Garganici nel mondo
(9colonne
Atg) BARI - Sarà presentato il prossimo 2 marzo a Bari presso la sede della Regione
Puglia, il primo bimestrale dei Garganici nel Mondo. Si tratta di
"Garganopress" (www.garganopress.net), l’evoluzione cartacea naturale
di “Araiani News” e di “Lamis”, riviste destinate agli emigranti di Rignano
Garganico e di San Marco in Lamis. Il nuovo periodico, di 32 pagine, sarà
rivolto oltre che agli emigranti rignanesi e sammarchesi anche a quelli di San
Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo, Rodi Garganico, Vieste, Mattinata,
Manfredonia, Sannicandro Garganico, Carpino, Vico del Gargano, Ischitella,
Peschici e Manfredonia. Sul giornale volti, voci, ricordi ed esperienza di vita
di chi ha lasciato il paese natio in cerca di fortuna in Italia e all’estero e
di chi ha deciso di ritornare. Inoltre, particolare attenzione ai “nuovi
cittadini” del Promontorio, gli immigrati comunitari ed extra-comunitari. Alla
conferenza stampa parteciperanno, tra gli altri, l’assessore regionale alla
solidarietà, Elena Gentile, il presidente della Comunità Montana del Gargano,
Nicola Pinto, il sindaco di San Marco in Lamis, Michelangelo Lombardi, il
direttore responsabile di Garganopress, Angelo Del Vecchio e responsabili o
delegati degli altri sodalizi partners del progetto (Circolo Culturale “Giulio
Ricci”, Cooperativa Araiani e Centro di Documentazione sulla Storia e sulla
Letteratura dell’Emigrazione di Capitanata).
Di Matteo (Cram): “Presto al
via le polizze sanitarie per gli italiani indigenti”
(9colonne
Atg) ROMA - Il presidente del Cram Abruzzo e capogruppo dei Ds in Consiglio
regionale, Donato Di Matteo, ha ottenuto rassicurazioni dal viceministro degli
Esteri con delega per gli Italiani nel mondo Franco Danieli, a proposito della
pronta attivazione delle polizze sanitarie a favore dei connazionali nel mondo,
soprattutto per quelli residenti in Sudamerica. “Dopo le mie recenti visite
istituzionali inVenezuela, Brasile, Argentina, Cile e Uruguay – scrive Di
Matteo, medico di professione, a Danieli, in una lettera riportata dal sito web
degli Abruzzesi nel mondo - ho potuto constatare che molti nostri emigrati, soprattutto
anziani, vivono nell’indigenza e senza alcuna copertura sanitaria pubblica, pur
se in questi paesi qualcosa sta cambiando”. Il presidente del Cram Abruzzo,
infatti, si è immediatamente attivato sia per finanziare un Centro di prima
accoglienza sanitaria proprio a Caracas (Venezuela), per gli abruzzesi ma
estensibile anche alle altre Regioni che vorranno aderire al progetto, sia per
attivare anche una polizza sanitaria abruzzese che, però, dopo il chiarimento
avuto da Danieli ha ritenuto opportuno non attivare più “per evitare inutili
doppioni”, ha scritto Di Matteo che ha ottenuto dal viceministro la
documentazione necessaria per la copertura assicurativa-sanitaria anche per gli
abruzzesi che, comunque, se indigenti, avranno assistenza gratuita presso il
nuovo Centro a prescindere dalla polizza. Nei giorni scorsi l’Inas-Cisl ha
plaudito per l’iniziativa del governo a partire dal Venezuela: “Finalmente si
sta muovendo qualcosa a livello istituzionale per garantire agli italiani
residenti in Venezuela che si trovano in stato di indigenza il diritto ad avere
assistenza, anche se privi di mezzi economici, in caso di malattia”, fa sapere
l’Inas Cisl di Caracas che si è complimentato con il consolato d’Italia in
Venezuela per essere fra i primi al mondo a esservi attivato per stipulare la
polizza sanitaria che Danieli ha ordinato (e finanziato) a tutte le diplomazie
italiane all’estero. Il Consolato generale di Caracas ha, infatti, emanato un
bando di appalto per mille polizze sanitarie a beneficio di altrettanti
cittadini italiani residenti nelle circoscrizioni consolari di Caracas e
Maracaibo. C´è da aggiungere che in Venezuela la polizza sarà subito realtà
grazie all´interesse di Marisa Bafile (nella foto), deputata italo-venezuelana
dell´Unione eletta in Sudamerica (abruzzese d´origine).Secondo quanto il
Console d’Italia a Caracas ha recentemente illustrato al locale Comites, di cui
fa parte anche la
Coordinatrice dell’Inas Venezuela Annamaria Fiore, la
“Polizza di salute e sanità” – questo il nome del progetto – dovrebbe avere
durata annuale e un tetto assicurativo tra i 50 e i 60 milioni di bolivares,
ovvero dai 600 agli 800 euro per ciascun assistito. Definire i requisiti e
individuare i destinatari sarà naturalmente un compito delicato, sul quale il Consolato
ha richiesto collaborazione anche da parte dei patronati. Tra gli aspetti non
ancora definiti - precisa l’Inas-Cisl - l’auspicata inclusione tra i rimborsi
previsti non solo delle spese per visite, ricoveri e operazioni, ma anche per i
medicinali; l’eventuale previsione – cui il Comites è contrario - di malattie
non coperte dalla polizza; l’eventuale fissazione di un limite di età per
essere assicurati, punto anche questo che trova contrario il Comites, visto
oltretutto che si tratta di una limitazione già prevista e praticata dalle
compagnie assicurative venezuelane, che colpisce una categoria sociale di per
sé fragile come appunto i più anziani. L’iniziativa, come si vede, deve essere
ancora messa a punto in molti importanti dettagli, ma rappresenta secondo
l’Inas Cisl, come afferma il vicepresidente Sante Marzotto, una prima positiva
risposta ad un problema cruciale per le fasce più deboli delle nostre comunità
all’estero. “E’ senz’altro da apprezzare comunque – fa eco il responsabile del
Coordinamento sedi estere e Politiche internazionali Gianluca Lodetti - il
fatto che lo Stato italiano voglia dotarsi di strumenti per garantire ai
connazionali all’estero, ove i sistemi locali non offrano una protezione
sufficiente, un diritto basilare come quello alla salute, pilastro
irrinunciabile di una piena ‘cittadinanza sociale’ della persona migrante.” Non
a caso, ricorda Lodetti, questo tema era stato già evidenziato nel corso dei
lavori del Convegno sull’emigrazione che il patronato della Cisl ha animato a
Roma nel marzo 2006, nonché posto all’attenzione del Cgie nell’ambito dei
lavori del Gruppo Sanità operante all’interno della II Commissione tematica
(Tutele sociali), nel quale è rappresentato anche l’Inas. Se andrà a buon fine,
questa sperimentazione potrà aprire la strada ad analoghe iniziative anche in
altri paesi dell’America Latina dove si trovano nostri connazionali in
difficoltà. “Per portare avanti le sperimentazioni, così come per gestire le
fasi successive – rimarca ancora Marzotto - è però importantissimo che tutto
venga accompagnato dalle opportune verifiche sia sulla correttezza delle
procedure e sull’affidabilità e qualità dei soggetti cui spetterà la gestione
delle polizze, che sui risultati ottenuti. Così come è importante che il patronato,
come altre realtà operanti sul campo, venga coinvolto nell’individuazione dei
destinatari dell’intervento, perché operando ogni giorno sul territorio a
contatto con la comunità e soprattutto con le persone più bisognose di tutela,
è in grado di captarne le necessità e di farsene tramite nei confronti delle
istituzioni".
Italia-Svizzera: accordo
sindacale transfrontaliero sui media
(9colonne
Atg) LUGANO - E’ stato firmato il 20 febbraio a Lugano un accordo di
collaborazione tra le organizzazioni sindacali Comedia, il sindacato dei media
che opera a livello nazionale svizzero e le Confederazioni sindacali italiane
Cgil e Uil delle province di Como, Varese e Verbano-Cusio-Ossola. Il documento
sottoscritto si inserisce nel lavoro che i sindacati svizzeri e italiani
svolgono da tempo a tutela dei lavoratori e si pone come obiettivo specifico un
servizio migliore nel settore dei media (industria grafica, imballaggio e
cartonaggio, comunicazione visiva, media elettronici, commercio del libro,
editoria, giornalisti della carta stampata e radio-televisioni private). “Tale
obiettivo – si legge in una nota congiunta dei sindacati - sarà ricercato
tramite un’attività di monitoraggio del settore per rafforzare la presenza
sindacale e la tutela dei lavoratori sia domiciliati che frontalieri,
attraverso l’applicazione delle normative contrattuali e di legge”. Inoltre le
tre Organizzazioni sindacali programmeranno degli incontri per discutere i
problemi legati al fenomeno transfrontaliero (accordi bilaterali, questioni previdenziali,
disoccupazione, ecc.) e organizzeranno riunioni seminariali su tematiche
inerenti il mercato del lavoro in Ticino e nel Nord-Italia in collaborazione
con altre iniziative già da tempo operative sul territorio. L’accordo favorirà
infine la collaborazione con i patronati sindacali Ital-Uil e Inca-Cgil, a
favore di una informazione e di una consulenza individuale e mirata. “Si tratta
– commenta Claudio Pozzetti, responsabile nazionale Cgil Frontalieri e
consigliere del Cgie - di un ulteriore passo per un’ancora migliore e maggiore
tutela dei frontalieri italiani in Svizzera, che segue gli accordi raggiunti
negli anni scorsi con Unia (industria, edilizia, commercio e servizi privati) e
Vpod-Ssp (servizi pubblici e sanità); un passo significativo, dal momento che
coinvolge un settore delicato e sempre più decisivo nella società
contemporanea. Ricordo che complessivamente sono oltre 37.000 i frontalieri
italiani in Canton Ticino e che le più recenti statistiche danno il loro numero
in crescita”.
Una mostra fotografica
dedicata agli italo-canadesi
(9colonne
Atg) NEW YORK - L’Osia (Order Sons of Italy in America), Ordine deu figli
d’Italia in America, ha organizzato una mostra fotografica dedicata agli
italo-canadesi che verrà allestita presso il museo Meucci-Garibaldi di
Rosebank, nel distretto di Staten Island, a New York. Il documentario
fotografico, opera di Vincenzo Pietropaolo, ripercorre i momenti storici della
comunità italo-canadesi. L’evento avrà luogo in quella che fu la casa di
Antonio Meucci, acquistata e preservata dall’Osia, dove l’inventore del
telefono ospitò Garibaldi, esule dopo la caduta della Repubblica Romana (1849).
La manifestazione verrà inaugurata il 23 febbraio alle 14.00, ma fino al 5
aprile sarà usufruibile al pubblico solo presso l’Italian American Museum di
Manhattan. Dal 20 aprile al 30 giugno invece tornerà alla casa di Meucci. Il
titolo della mostra, “Not paved with Gold” (Non erano pavimentate d’oro), si
riferisce ad un modo di dire in voga nell’Italia emigrante. Infatti si soleva
dire all’epoca a colore che aspiravano a lasciare il Bel Paese, che l’America
era il paese dell’abbondanza e della ricchezza, testimoniato dalle strade
pavimentate d’oro: l’obiettivo era, a seconda dei casi, invogliare
l’emigrazione o prendere in giro. L’autore del documentario ha rivelato che,
per la creazione della mostra, decisivo è stato l’influsso del libro “Blood of
my blood” (Sangue del mio sangue) di Richard Gambino.
Made in Italy: il Molise
ospite d’onore a Expoitalia
(9colonne
Atg) CAMPOBASSO - E’ il Molise l’ospite d’onore di ExpoItalia, il Salone del
made in Italy che si terrà a Bruxelles dal 22 al 25 novembre prossimi e che
verrà presentato domani, a Roma nella sede della Camera di Commercio.
L’iniziativa, organizzata dalla Camera di Commercio italo-belga, sarà una
prestigiosa vetrina di tutto il made in Italy: dall'agricoltura alla moda,
dalla tecnologia alla ricerca. L’evento verrà inoltre corredato da workshop,
seminari e incontri: un’occasione imperdibile per la nostra regione per farsi
conoscere e per creare una rete commerciale in cui inserirsi con piena dignità
e mostrando il valore di ciò che il territorio può offrire. Il Molise è stato
scelto, tra tutte le regioni italiane, in base agli ottimi dati di crescita
registrati negli ultimi anni dalla sua economia. “Credo che siamo riusciti a
trasmettere l’immagine di una regione piccola ma dinamica, che presenta un
tessuto economico e sociale sano e che, pur con i suoi problemi legati al
deficit infrastrutturale, si sa proiettare in una visione di crescita e
sviluppo coerente con i programmi e gli obiettivi della UE”, ha dichiarato il
Presidente della Regione Molise Michele Iorio, aggiungendo: “Anche i numeri
dimostrano quanto stiamo dicendo. Un tasso di disoccupazione pari all’8,9%, a
fronte di una media del Mezzogiorno d’Italia del 10,7%, un tasso di attività
del 53,7% rispetto a un 52,2% delle regioni del Sud Italia, un Pil nettamente
superiore rispetto a quello delle regioni limitrofe e vicino a quelle più
avanzate del Paese: sono questi gli elementi che meglio descrivono la
situazione economica del Molise. Si aggiungano a ciò le ottime performances
quanto a capacità di spesa dei fondi europei: siamo risultati infatti al primo
posto tra le regioni del Mezzogiorno come spesa per il 2000-2006 ma, in più,
sono stati registrati ottimi risultati anche per quel che concerne la ricaduta
di tale spesa sull'economia territoriale. Ricaduta considerata più che
positiva, se si tiene nel giusto conto la valutazione di Moody's che descrive
l’economia molisana come una tra le più dinamiche del centro Italia. Grazie a
tale capacità siamo cresciuti molto non solo nell'agroalimentare, che è il
nostro settore di eccellenza, ma anche nell'organizzazione degli eventi
culturali che non hanno mancato di attirare considerevoli flussi turistici,
nell'arredamento e nel design, nell'artigianato, nella ricerca e nella
tecnologia. Infine, non dimentichiamo le ottime performances di alcune case
automobilistiche che hanno riscosso successo al di fuori dei confini
regionali”. Quanto agli strumenti che verranno utilizzati per 'raccontare' ai
visitatori di ExpoItalia il Molise, nessun mezzo verrà tralasciato. Si spazierà
dai dati istituzionali, che saranno trasmessi attraverso interventi,
distribuzione di opuscoli, libri e pubblicazioni contenenti cifre e nomi dei
vari programmi, a veri e propri momenti di 'cultura molisana'. La Grand Place di
Bruxelles sarà teatro di eventi legati all'enogastronomia, alla musica, alla
cultura in genere: a tutto ciò, insomma, che è tipico della nostra realtà e che
meglio può servire a descriverla a chi non la conosca. “Da questo mix di eventi
culturali ed istituzionali - ha concluso Iorio - ci aspettiamo che esca un
quadro del Molise fedele e, perché no, in grado di attirare nuovi soggetti
nello studio di eventuali percorsi all'insegna dei principi del partenariato e
della collaborazione per la costruzione di un'Europa più forte, più stabile e
soprattutto più vicina alla nostra regione”.
Argentina: la Puglia incontra gli oriundi
di San Nicolàs
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Atg) BUENOS AIRES - Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro presso la Camera dei deputati della
Provincia di Buenos Aires con il presidente della Camera stessa Ismael
Passaglia e una delegazione pugliese, composta dal sindaco di Carlantina (Fg)
Guerriero Vita, dal consigliere comunale Antonio Pinto, dalla funzionaria
Regionale Pina Salcito, dal consigliere per la Regione Puglia in
Sud America Nicolas Moretti e dal Nicolas Pagliuca, del Centro Famiglia
Pugliese di San Nicolás, nella provincia di Buenos Aires. Nel corso
dell’incontro si sono scambiate opinioni e iniziative d’integrazione culturale
ed economica, e in particolare il sindaco Vita ha reso noto che nella città di
San Nicolás, dove è presente un insediamento consistente di oriundi
carlantinesi, grazie a una donazione sarà costruita una chiesa che sarà
chiamata Santissima Annunziata, con le stesse caratteristiche architettoniche
di quella presente nel comune del foggiano. La Città di San Nicolás fu fondata il 14 Aprile di
1748 da parte di Rafael di Aguiar, che la battezzò col nome del santo del quale
era devoto, San Nicola di Bari. Il presidente Passaglia, anche lui oriundo di
San Nicolás, ha quindi sottolineato l’impegno del municipio argentino e della
sua popolazione nei confronti dei concittadini di origine italiana.
Svizzera: una festa per
celebrare i cusanesi di Aubonne
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Atg) BENEVENTO - Dal 18 febbraio la “piccola Cusano”, così come chiamano
Aubonne gli abitanti della Cusano “originale”, nel beneventano - che da cinquant’anni
valicano le alpi per raggiungere il luogo di lavoro e di abitazione, direzione
Svizzera, e direzione Italia per andare in vacanza a ricongiungersi con i loro
affetti - ha stretto un legame di amicizia con il Comune svizzero, grazie alla
buona volontà e all’orgoglio degli alunni dei corsi di Lingua e cultura
italiana. Guidati dalla loro insegnante, Grazia Tredanari, e aiutati dal
regista Michelangelo Semilia, i ragazzi di questo comune hanno preparato uno
spettacolo teatrale intitolato “Roba da Matti” che hanno proposto quest’estate
nel loro paese d’origine e domenica scorsa nel loro paese d’adozione,
riscuotendo un grande successo per la loro straordinaria interpretazione, ma
soprattutto gioendo nel vedere presenti i compaesani, svizzeri e italiani. A
tre degli alunni è stato consegnato il Diploma “Celi”, a sottolineare anche il
serio impegno scolastico. Il risultato di tutto ciò è stata una splendida
festa, resa possibile grazie alla generosità delle due comunità. In questa
giornata il sorriso e la commozione di ritrovarsi si sono alternati sui volti
dei cusanesi della Svizzera e di quelli venuti dall’Italia, sotto gli occhi
degli aubonnesi che hanno avuto così l’opportunità di conoscere meglio i loro
concittadini, ormai integrati dopo cinquant’anni di vita in Svizzera e, felici
di questa occasione, hanno preparato loro una magnifica accoglienza nella sala
più grande che hanno, con banda e deputati in testa.
Il sindaco Giuseppe Maria Maturo e il
vicesindaco Gisèle Bournet hanno invitato i loro ospiti ad un aperitivo col
vino bianco della zona e un pranzo con i tipici prodotti del nostro Paese.
Molte le parole per elogiare questo momento tanto atteso di reciproca
conoscenza e per sottolineare le numerose affinità esistenti fra i due paesi,
tranquilli solo in apparenza, in realtà artefici di sagre, feste e avvenimenti
culturali. Curiosa anche la somiglianza fra la torre del castello (Chateau) e
quella della chiesa di San Pietro, così come curioso è stato lo scambio dei
doni fra i due paesi: salumi, pane, vino ed altre specialità. Cambiava solo
l’origine, ma la genuinità era la stessa. Grazie alla sensibilità dei due
dirigenti, un gemellaggio è stato già avviato fra le scuole e salutandosi anche
le amministrazioni hanno promesso di rincontrarsi presto, magari in Italia, per
far divenire così Cusano Mutri la piccola Aubonne. A mantenere vivo questo
legame saranno sempre i ragazzi che con la loro insegnante, artefice di tutto
quanto, tradurranno i siti dei due Paesi nelle rispettive lingue e nello stesso
tempo, controlleranno e vigileranno affinché i grandi non deludano i loro sogni
di ragazzi.