Giovedì 22 Febbraio 2007- Anno XII – Numero 8 - Direttore Isabella Liberatori

 

Questo notiziario viene inviato a tutti gli utenti indicati dalla DGIEPM del Ministero degli Esteri,

quale servizio informativo offerto ai media in lingua italiana operanti all’estero.

 

 

SOMMARIO:

 

 1     Attualità

 6     Economia

10    Società

12    Sport

14    Europa

16    Regioni

21    Italiani nel mondo

 

 

Attualità

 

Governo: maggioranza ko sulla politica estera, Prodi si dimette

 

(9colonne Atg) ROMA - E’ crisi di governo. L’esecutivo Prodi, infatti, il 21 febbraio è uscito battuto al Senato sulla mozione dell’Unione che approvava la relazione del ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, sulle linee guida della politica estera dell’esecutivo. Una sconfitta che in serata ha portato alle dimissioni del premier Romano Prodi: il giorno successivo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha immediatamente iniziato le consultazioni per stabilire le sorti del governo. Fra le ipotesi più probabili, quella di un altro incarico a Prodi per formare un nuovo esecutivo, che però dovrà ricercare in Senato una maggioranza più larga di quella che l’ha sostenuto fin ora. La mozione della maggioranza non è passata nonostante abbia ricevuto 158 preferenze, due in meno delle 160 richieste come maggioranza. I voti contrari della Cdl sono stati 134, cui vanno sommate le astensioni, 24, che al Senato valgono come voto contrario. I senatori della maggioranza si sono scagliati contro Franco Turigliatto (Prc) e Fernando Rossi, fuoriuscito del Pdci, che non hanno partecipato al voto. Una senatrice dell’Unione, appena la maggioranza è andata sotto, ha tirato una rassegna stampa verso il senatore Rossi, colpendo la senatrice dei Verdi, Loredana De Petris. Hanno pesato anche i voti dei senatori a vita, Sergio Pininfarina e Giulio Andreotti, che si sono astenuti e quello di Francesco Cossiga, che ha votato contro. Fra i 7 senatori a vita, l’unico assente era Oscar Luigi Scalfaro, febbricitante. Momenti di tensione si sono creati quanto il senatore ulivista Valerio Zanone si è avvicinato poco dopo il voto a Sergio Pininfarina. In quegli istanti i senatori della Cdl si sono scagliati contro Zanone accusandolo di interferire con il voto ed i commessi hanno avuto il loro da fare per allontanarlo.

Fra i banchi della Cdl, appena incassata la vittoria, si è alzato il grido “Dimissioni, dimissioni”. Furenti i senatori della maggioranza. “Sono degli irresponsabili – attacca Manuela Palermi, capogruppo Verdi-Pdci al Senato – riferendosi al comportamento dei senatori Turigliatto e Rossi – stanno riconsegnando il governo a Berlusconi, alla faccia di quello che chiedono i lavoratori. Rossi e Turigliatto non sono neanche eletti nei loro collegi, sono designati dai partiti e non hanno risposto alle indicazioni dei loro partiti”. Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, e senatore dell’Udeur è chiaro: “Prendiamo atto che non c’è la maggioranza al Senato e chiediamo a chiunque di fare un passo verso il Paese che ha bisogno di una giuda, se ci sono forze nei dintorni che aiutino a ricomporre un tessuto che si è lacerato sono benvenute, ma non è il momento ancora delle larghe intese”. Il presidente dei senatori di Rifondazione comunista, Giovanni Russo Spena, spiega che “nell’Aula del Senato è successo un paradosso sul piano politico perché tutti i gruppi della maggioranza si sono espressi in maniera molto convinta a favore della politica estera illustrata dal ministro D’Alema, poi ci sono stati due senatori, Turigliatto e Rossi che non hanno partecipato al voto, in quanto non condividevano pienamente la linea illustrata dal ministro D’Alema e due senatori a vita, Andreotti e Pininfarina, in maniera inattesa, si sono astenuti ma sapevano che al Senato il voto di astensione equivale ad un voto contrario”. “Si sa che al Senato i voti dei senatori a vita sono decisivi – ha sottolineato Russo Spena – ora sarà il Capo dello Stato che deciderà se dopo questo voto ritiene che ci sia o meno la maggioranza sulla politica estera in Senato”.

Il presidente dell’Udc, senatore Rocco Buttiglione, ha affermato che “il Paese ha bisogno di un governo di larghe intese per un periodo non troppo breve, per fare una nuova legge elettorale, per fare alcune riforme di cui l’Italia ha bisogno, per non perdere il contatto con la ripresa economica mondiale, e poi andare a nuove elezioni con schieramenti politici più lineari e capaci di governare”. Entusiasta il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani con cui l’azzurro Fabrizio Cicchitto si complimenta in Transatlantico per la vittoria. “Massimo D'Alema aveva detto che senza maggioranza si andava a casa. La maggioranza non c'è più, il governo Prodi è caduto in questa aula. Se ne tenga conto", ha detto Renato Schifani. “Pininfarina? Nostro lavoro... i colpi di scena sono due, l'altro è Giulio Andreotti", ha chiosato ancora Schifani. “Se D'Alema è un uomo d'onore, come credo che sia, deve recarsi immediatamente al Quirinale a rassegnare le proprie dimissioni e, dopo lui, anche Prodi", è il commento del capogruppo a Palazzo Madama della Lega Nord, Roberto Castelli. Altero Matteoli, presidente dei senatori di An, se possibile, è ancora più netto: “Prodi e D'Alema devono andare al Quirinale perché non hanno la maggioranza in politica estera. E' la seconda volta che cadono e non è possibile avere un governo con queste caratteristiche".

 

 

D’Alema: “Coerenza con i nostri impegni internazionali”

 

(9colonne Atg) ROMA - Sono le nove del mattino del 21 febbraio quando Massimo D’Alema interviene a Palazzo Madama per riferire sulla politica estera del governo. Alla fine della mattinata si terrà il voto sulla sua relazione, nel quale l’Unione non riuscirà a superare il quorum, aprendo alla crisi dell’esecutivo. Il vicepremier aveva aperto il suo intervento in Aula ribadendo che non avrebbe parlato del caso della base militare Usa di Vicenza. “La politica estera del governo Prodi è stata coerente con gli impegni assunti con gli elettori e con gli interessi strategici del Paese”, ha ribadito D’Alema, spiegando che quella stessa coerenza era necessaria alla credibilità internazionale dell’Italia. Quindi, il ministro degli Esteri ha affrontato il tema del ritorno della corsa agli armamenti tra Stati Uniti e Russia e quello del Medio Oriente, affermando che dopo molti anni “l’Italia è tornata ad essere un paese amico sia di Israele che dei Paese Arabi” e che rimane saldo l’obiettivo “di sconfiggere il terrorismo”. Quindi il capo della Farnesina ha ricordato che “solo istituzioni multilaterali forti e capaci di agire riusciranno a promuovere i valori essenziali di pace” per i quali l’Italia si batte, sotto l’egida dell’Onu, definita “fonte di legittimità delle scelte internazionali”. Successivamente D’Alema era arrivato alla questione spinosa del rifinanziamento della missione militare in Afghanistan. La sua pacificazione “non è una missione Nato ma dell’Onu, all'interno della quale la Nato svolge una funzione delicata ed essenziale. Ma la missione è una missione soprattutto politica e civile. E’ questo che ripeterò al Consiglio di Sicurezza dell’Onu”.

Per questo, ha detto il capo della diplomazia italiana, l’Italia deve restare in Afghanistan perché “se non fossimo lì non potremmo più avere diritto di esercitare il nostro peso in seno alla comunità internazionale”, pur ammettendo che “è una scelta difficile restare” nel paese asiatico. D’Alema ha infine difeso un’ultima volta le linee guida della politica estera del governo di centrosinistra: “Sono qui per chiedere un forte consenso politico che possa permettere all’Italia di affrontare le prossime delicate e complesse sfide e continuare nella nostra politica”. E ha concluso: “Non possiamo permetterci di essere né cinici né sognatori, non possiamo fare a meno di un lucido realismo”. Alla relazione e agli interventi in aula sono seguite le repliche del vicepremier. Oltre a ribadire i contenuti già espressi nelle prime comunicazioni, D’Alema non si è tirato indietro rispetto alle sollecitazioni dell’opposizione sul caso di Vicenza. L’esecutivo, ha detto il ministro, “aprirà un dialogo” con i cittadini di Vicenza sulle loro “legittime preoccupazioni”, annunciando anche che presenterà all’amministrazione Usa “l’esigenza di una valutazione più approfondita” della questione. Il tutto “nella logica di un governo democratico che decide, ma che si fa anche carico delle preoccupazioni dei cittadini”. Poi il vicepremier ammonisce la sua maggioranza: “E’ venuto il momento delle assunzioni di responsabilità ed è per noi fondamentale misurare il consenso di quest’aula, condizione preziosa per andare avanti con il lavoro”.

 

 

Napolitano: non è la piazza il sale della democrazia

 

(9colonne Atg) BOLOGNA - La partecipazione dei cittadini “è una ricchezza”, le manifestazioni sono “legittime” quanto “importanti”, ma non è la piazza “il sale della democrazia”: “E’ nel riconoscimento della rappresentatività delle istituzioni elettive delle relative sedi di decisione democratica che ogni forma di partecipazione deve trovare la sua misura”. Lo ha detto il 21 febbraio il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita a Bologna, per la prima volta da capo dello Stato, nel suo intervento davanti alle autorità comunali e regionali. “Se si nega questo ancoraggio delle istituzioni – ha sottolineato Napolitano - si può scivolare nella suggestione della violenza come matrice delle decisioni invocate da aggregazioni e mobilitazioni minoritarie. E di lì - ha aggiunto il capo dello Stato - nell’impossibilità di prevalere per questa via, si può compiere il passo verso la degenerazione estrema del terrorismo”. Non nomina la manifestazione di sabato scorso a Vicenza il presidente della Repubblica, ma tiene a precisare che il suo monito è valido “per questioni e tensioni di carattere sociale, come per controversie su temi ardui e cruciali di politica internazionale e di difesa”. “Solo così - ha proseguito Napolitano - si rispetta d’altronde l’essenza della democrazia come governo della maggioranza”.

Il capo dello Stato ha quindi invitato a vigilare sulla diffusione dei focolai del terrorismo e, a livello politico, a perseguire il dialogo tra maggioranza e opposizione. E’ necessario, ha ricordato Napolitano, “vigilare, non transigendo mai sul rispetto della legalità repubblicana, contro una minaccia terroristica che abbiamo visto d’improvviso riemergere, ancora non sappiamo con quale grado di pericolosità e forza di relativa diffusione”. “Bologna – ha sottolineato il capo dello Stato – può ben comprenderlo, tanto è viva la memoria delle tensioni e dei colpi di trent’anni fa e tanto è ancora dolorante la ferita del vile assassinio di Marco Biagi, la cui dedizione alla causa del lavoro, della legge e dello Stato e il cui sacrificio di vittima designata esposta e non protetta, desidero qui ancora onorare con animo commosso”. E a proposito del terrorismo che ha colpito la città Napolitano ha sottolineato che sulla “torbida matrice” e sugli “efferati ideatori” della strage della stazione di Bologna “non si è ancora riusciti a fare piena luce”. Poi è stato il turno dell’appello ai politici: sul tema delle riforme istituzionali bisogna ricercare “la più larga intesa tra le forze politiche”. In particolare, ha osservato il presidente, la riforma del sistema delle autonomie locali “non è ulteriormente rinviabile”.

Il capo dello Stato ha evidenziato “l’urgenza che presenta un progetto di attuazione del federalismo fiscale: alla definizione di tale progetto - ha aggiunto - sta dando un qualificato contribuito la Conferenza delle Regioni” e si auspica “uno spirito di cooperazione tra Stato e istituzioni locali e uno spirito di solidarietà e coesione nazionale”. Applausi dalla maggioranza al presidente. Secondo Pierluigi Castagnetti, esponente della Margherita e vicepresidente della Camera, “Napolitano prosegue un alto magistero sulla democrazia richiamando il ruolo delle istituzioni, la loro responsabilità verso la società, di cui esse sono contemporaneamente emanazione e guida”. Per Silvana Mura (Idv) “sono alte e importanti le parole che ha pronunciato il presidente Napolitano circa il rispetto della legalità repubblicana e delle istituzioni”. La Lega Nord ringrazia per le parole sul federalismo che, osserva Roberto Cota, “non è più rinviabile”, ma critica le osservazioni del capo dello Stato sulle manifestazioni di popolo: “Dire che la piazza non è il sale della democrazia è sbagliatissimo - sottolineano in una nota i senatori del Carroccio Piergiorgio Stiffoni, Sergio Divina ed Ettore Pirovano -. Lo stesso presidente della Repubblica, che tutti i giorni rievoca e loda la lotta di Liberazione, forse si è dimenticato delle piazze e degli scioperi del ‘43 che bloccarono le industrie del Nord e da cui nacquero le istituzioni democratiche”.

 

 

Coppie di fatto: non si placa la polemica sui Dico

 

(9colonne Atg) ROMA - Non accenna a placarsi la polemica sui Dico. All’indomani del vertice Repubblica Italiana–Santa Sede che è stato giudicato un confronto “sereno” dai suoi stessi protagonisti di entrambe le sponde del Tevere, si riaccende il confronto sul prossimo voto in Parlamento sulla legge che riconosce i diritti e i doveri delle coppie di fatto. “Chi dice no ai Dico non vuole impedire la libertà di coscienza, vuole impedire che ci sia un gran pasticcio giuridico”, dice ad esempio il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, che incontra il sostegno di Carlo Giovanardi, anch’egli esponente del partito centrista: “La lettura per cui i cattolici sarebbero contro i Dico ed i laici sarebbero a favore è assolutamente falsa”. Gli risponde Marco Cappato dei Radicali che accusa il Vaticano di essere “molto poco rappresentativo della Chiesa in quanto comunità di credenti” e di rispecchiare di “più la Chiesa-potere”. Massimo Donadi dell’Idv, dopo “un confronto franco e pacato, tra governo e Santa Sede”, ritiene sia giunto il momento per la maggioranza di caricarsi dell’“onere di approvare una legge che tuteli i diritti di quanti, all’interno di coppie di fatto, si trovano in situazioni di debolezza, di subalternità, e quindi, hanno bisogno dell’aiuto dello Stato”, senza chiudere il dialogo con la Chiesa. Ma quest’ultima non “abbasserà la guardia sulla difesa e la tutela della famiglia”, si dice certa Isabella Bertolini di Forza Italia. “I Dico sono un obbrobrio giuridico che offendono l’istituto della famiglia. I toni trionfalistici sull’incontro di ieri tra Stato italiano e Santa sede, nascondono distanze abissali difficilmente colmabili”, conclude la Bertolini. Accenti simili da Maurizio Gasparri di Alleanza Nazionale, che afferma che “il mondo cattolico ha tutto il diritto di esprimersi in difesa della famiglia. Sono preoccupanti le manifestazioni di intolleranza di alcuni settori della sinistra e addirittura le richieste di mettere in discussione il Concordato”.

Rassicurazioni sui buoni rapporti tra Stato e Chiesa arrivano dal leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, il quale ribadisce che l’Italia “deve dotarsi di normative per la tutela dei conviventi” come nel resto d’Europa. Ma la battaglia politica non si limita alle questioni di contenuto, bensì investe anche importanti problemi di metodo. I capigruppo al Senato della Cdl hanno infatti tenuto una conferenza stampa nella quale hanno reclamato che l’iter del provvedimento sui Dico inizi proprio da Palazzo Madama, essendo la questione attualmente rimasta in sospeso. E’ ovvio che gli esponenti del centrodestra auspicano una bocciatura sul nascere del ddl, dato che al Senato sembra non esserci una maggioranza in grado di sostenere con il voto l’approvazione dei Dico. “Il governo non ha sciolto le riserve su dove sarà incardinato il provvedimento. Io non posso che difendere le prerogative del Senato”, ha riferito in tal proposito il presidente dei senatori dell'Ulivo Anna Finocchiaro. Del resto lo stesso governo sarebbe orientato a iniziare l’esame del provvedimento a Palazzo Madama, dato che nella commissione Giustizia del Senato sui vari ddl delle forze politiche riguardanti il tema delle coppie di fatto avevano già iniziato il loro iter. Lo conferma Cesare Salvi, presidente della commissione, che ironizza sulla vicenda parlando dell’esistenza di “una coppia di fatto formata dalla Camera e dal Senato: sono di sesso diverso e non dovrebbero turnare”. Ma se sempre più voci nell’Unione accettano l’imprimatur di Palazzo Madama, va registrato tuttavia la richiesta di Franco Grillini (Ulivo) e Enrico Buemi (Rosa nel pugno) affinché la discussione inizi a Montecitorio, “dove il provvedimento è calendarizzato fin da novembre”. Grillini ammette inoltre che questo “sarebbe un atto di buon senso perché il centro-sinistra dispone di un margine più ampio che al Senato”.

 

 

Vertice italo-spagnolo: sul tavolo economia e immigrazione

 

(9colonne Atg) IBIZA - Sul tavolo del vertice italo-spagnolo a Ibiza ci sono soprattutto questioni economiche, ma non solo. Il premier italiano Romano Prodi e quello spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero hanno parlato anche di politica estera, dimostrando forti consonanze su questioni come il rilancio della Costituzione europea, la pace in Medio Oriente, ed in particolare l’Iraq e l’Afghanistan. In quest’ultimo Paese i due leader mediterranei hanno confermato la loro presenza, che vede già la loro collaborazione nell’area della città di Herat, ma hanno ribadito la volontà di uno "sbocco politico" per la questione afgana, a partire da una Conferenza di pace internazionale. Altro tema sul piatto è quello dell’immigrazione extracomunitaria, fenomeno che riguarda in prima linea Italia e Spagna, entrambi Paesi di frontiera a sud del continente. Ma quello che più è atteso nel vertice bilaterale è un accordo congiunto su due questioni economiche: i casi del tentativo di fusione tra Autostrade-Abertis e di accordo tra Telecom-Telefonica. Riguardo alla prima vicenda, Prodi ha confermato un dialogo "costruttivo" con l’esecutivo spagnolo, ribadendo che le due società sono "libere di poter fare un accordo, se lo vogliono fare. Il governo non ha niente da dire, se vi sono progetti possono andare avanti". Del resto, dice il primo ministro italiano, che "il quadro regolamentare è già stato messo a posto", e assicura che non c’era nessun intenzione di proibire a concorrenti stranieri di comprare autostrade in Italia, perché siamo in Europa. I problemi – continua Prodi - riguardavano solo alcuni aspetti della concessione, dato che Autostrade è una concessionaria e non una società qualunque. Su questo abbiamo costruito una struttura legislativa e amministrativa nuova e quindi tutto può procedere a seconda della volontà delle imprese”. Sul paventato accordo tra l’italiana Telecom e la spagnola Telefonica si è invece espresso Zapatero dicendosi aperto a interventi delle aziende europee in altri Paesi, purché "favorevoli ed amichevoli". Il premier iberico ha ribadito che si sta lavorando per "rendere compatibili le norme della Ue con l’interesse delle imprese a espandersi nei mercati strategici e riteniamo che qualunque iniziativa di alleanza o partecipazione nei paesi comunitari debba essere amichevole e favorevole".

 

 

Papa: la non-violenza alla base della rivoluzione cristiana

 

(9colonne Atg) ROMA - “L’amore del nemico costituisce il nucleo della rivoluzione cristiana, una rivoluzione non basata su strategie di potere economico, politico o mediatico. Un amore che non poggia in definitiva sulle risorse umane, ma è dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve sulla sua bontà misericordiosa”. E’ quanto ha sottolineato Benedetto XVI prima dell’angelus del 18 febbraio, tenuto in Piazza San Pietro davanti a circa 50 mila fedeli. “La nonviolenza cristiana – spiega Ratzinger - non consiste nell’arrendersi al male, secondo una falsa interpretazione del porgere l’altra guancia. Il Vangelo di questa domenica contiene una delle parole più tipiche e forti della predicazione di Gesù: ‘amate i vostri nemici’. Quasi un manifesto presentato a tutti, sul quale chiede l’adesione dei suoi discepoli, proponendo loro in termini radicali il suo modello di vita, che consiste ‘nel rispondere al male con il bene spezzando in tal modo la catena dell'ingiustizia’. Si comprende allora – osserva il Papa - che la nonviolenza per i cristiani non è un mero comportamento tattico, bensì un modo di essere della persona, l'atteggiamento di chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell’amore e della verità”. Il Pontefice spiega che Gesù, chiedendo di amare il proprio nemico, in un certo senso “chiede un amore che eccede le capacità umane”, ma la sua proposta non è irrealistica, “perché tiene conto che nel mondo c’è troppa violenza, troppa ingiustizia, e dunque non si può superare questa situazione se non contrapponendo un di più di amore, un di più di bontà”.

“Questo di più – spiega Benedetto XVI - viene da Dio: è la sua misericordia, che si è fatta carne in Gesù e che sola può sbilanciare il mondo dal male verso il bene, a partire da quel piccolo e decisivo mondo che è il cuore dell’uomo. Ecco la novità del Vangelo, che cambia il mondo senza far rumore. Ecco l’eroismo dei piccoli, che credono nell’amore di Dio e lo diffondono anche a costo della vita”. Durante il suo discorso, il Pontefice esprime la sua vicinanza alla repubblica di Guinea,che si trova sull’orlo della guerra civile: “Desidero esprimere – ha dichiarato Ratzinger - la mia spirituale vicinanza ad un Paese africano che sta vivendo momenti di particolare difficoltà: la Guinea. I vescovi di quella nazione mi hanno espresso la loro apprensione per la situazione di paralisi sociale, con scioperi generali e reazioni violente, che hanno causato numerose vittime. Nel domandare il rispetto dei diritti umani e civili, - ha aggiunto il papa - assicuro la mia preghiera perché il comune impegno a percorrere la via del dialogo porti a superare la crisi”. Il Pontefice giudica positivamente le iniziative dei vescovi polacchi, che hanno promosso un “esame di coscienza” della Chiesa locale. Questa riflessione è la risposta alle divisioni seguite alle rivelazione del dossier sulle attività di spionaggio condotte nel Paese, che aveva portato addirittura alle dimissioni del neoeletto arcivescovo di Varsavia Stanislaw Wielgus. “Secondo l’iniziativa dei vescovi – ha sottolineato il Papa - il prossimo mercoledì delle Ceneri sarà in Polonia un particolare giorno di preghiera e penitenza di tutto il clero. La preghiera per la santità dei sacerdoti colmi tutti i fedeli dello spirito di perdono, di riconciliazione e di reciproca fiducia. Dio benedica la Chiesa in Polonia”. Ratzinger ha voluto inoltre esprimere gli auguri di buon capodanno alla Cina e al Vietnam. “In vari Paesi dell’Oriente – ha ricordato il Papa - si celebra oggi il capodanno lunare, con gioia e nell’intimità delle famiglie. A tutti quei grandi popoli auguro di cuore serenità e prosperità”. Sempre nella giornata odierna, Benedetto XVI ha ricordato che mercoledì prossimo, con il rito delle Ceneri, inizierà ufficialmente la Quaresima. “E’ il tempo favorevole - ha osservato Ratzinger - nel quale tutti i cristiani sono invitati a convertirsi sempre più profondamente all’amore di Cristo. Domandiamo alla Vergine Maria, docile discepola del Redentore - ha concluso il Pontefice - che ci aiuti a lasciarci conquistare senza riserve da quell’amore, ad imparare ad amare come Lui ci ha amato, per essere misericordiosi come è misericordioso il nostro Padre che è nei cieli”.

 

 

Nasce “It”, il logo per rilanciare il turismo italiano

 

(9colonne Atg) ROMA - Una "i" minuscola, stilizzata e nera, con un puntino rosso seguita da una "t" che ha la forma della penisola, tracciata in un verde che richiama il paesaggio. Sotto il marchio una scritta: "L'Italia lascia il segno". E' il logo per rilanciare turismo, tradizione e competitività, presentato ieri mattina a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Romano Prodi, dal ministro dei Beni e delle Attività culturali Francesco Rutelli e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'editoria Ricardo Franco Levi. Per il premier "un simbolo non basta, anche nel mondo dell'immagine. Ma il logo farà parte della nostra politica e della nostra strategia, sarà utile per potenziare la forza e la capacità di riconoscimento dell'Italia". Secondo Prodi "l'immagine del nostro Paese si gioca anche su un logo di facile riconoscibilità ottica. Una identità – ha aggiunto - che si esprima attraverso una grafica unica e immediatamente riconoscibile". Il vicepremier Rutelli ha auspicato "un forte gioco di squadra, soprattutto con le regioni, per far sì che l'Italia torni a essere al massimo della competitività". Il ministro ha inoltre rivendicato l'impegno mantenuto, "un impegno – ha detto - importante".

Il nuovo marchio, secondo il vicepremier Rutelli, avrà il compito di "unificare" le varie iniziative e offerte provenienti dalle singole regioni italiane, perché se "c'è un problema, attualmente, è proprio quello di una eccessiva dispersione e frammentazione dell'offerta". Il sottosegretario Ricardo Franco Levi ha spiegato che il nuovo marchio ha ricevuto un'accoglienza molto favorevole presso il campione di cittadini che sono stati intervistati in proposito. Per la realizzazione del logo, il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della presidenza del Consiglio ha indetto una gara che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, ha ricordato Levi, alla quale hanno risposto oltre 70 agenzie, di cui 60 con proposte articolate. "Abbiamo inoltre goduto – ha spiegato Levi - dell'aiuto preziosi di un gruppo di alte personalità che ci assisteranno anche nella definizione della strategia di comunicazione": da Laura Biagiotti a Gianpaolo Fabris, da Anna Martina ad Andrea Pininfarina e Umberto Paolucci. La gara è stata poi vinta dalla società Landor che fa parte del gruppo WPP e che annovera tra i suoi marchi quelli creati per General Electric, Pepsi e France Telecom.

 

 

Economia

 

Made in Italy: Italia leader per la qualità in Europa

 

(9colonne Atg) ROMA - Sono state definitivamente riconosciute dall'Unione Europea le Dop dell'olio d'oliva extravergine “Sardegna” e del formaggio altoatesino “Stelvio o Stilfser” e le Igp della “Carota dell'Altopiano del Fucino e del “Limone femminello del Gargano che, portando a 159 le denominazioni di origine protette italiane, ci consentono di conquistare il primato in Europa, mantenendo il distacco sulla Francia, salita a 152. E' la Coldiretti a rendere nota la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee delle quattro nuove denominazioni nell'Albo delle denominazioni protette nei confronti delle imitazioni. Una iscrizione che consente di arricchire ulteriormente un agroalimentare Made in Italy che vale oltre 180 miliardi di Euro (108 dell'industria alimentare) e che rappresenta circa il 15 per cento del Prodotto interno lordo (PIL), secondo solo al comparto manufatturiero. Il paniere italiano “protetto”, che vale al consumo di 5,6 miliardi di Euro (1,5 miliardi le esportazioni), vanta adesso – segnala la Coldiretti - 108 prodotti a denominazione di origine protetta, 51 prodotti a indicazione geografica protetta (49 prodotti ortofrutticoli, 38 oli extravergini di oliva, 33 formaggi, 28 prodotti a base di carne, 3 prodotti da panetteria, 3 spezie o essenze, 2 aceti, 2 prodotti di carne e 1 miele). (il 20% del totale comunitario) che possono fregiarsi del marchio a denominazione di origine. La zona di produzione della denominazione di origine protetta dell'olio extravergine d'oliva “Sardegna”, ottenuto nell'Isola da epoche remote – precisa la Coldiretti - interessa il territorio amministrativo di numerosi comuni nella provincia di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari. Deve essere ottenuto dalle seguenti varietà di olivo presenti nell`oliveto da sole o congiuntamente, per almeno l`80%: Bosana, Tonda di Cagliari e Nera; al restante 20% concorrono le varietà minori presenti nel territorio, che comunque non incidono sulle caratteristiche finali del prodotto. L'olio sardo nasce quindi da un'accurata miscela di varietà che danno un prodotto dalle spiccate peculiarità sensoriali con un fruttato che va dal medio all'intenso.

La “Carota dell'Altopiano del Fucino” – informa la Coldiretti - è la prima carota italiana a ottenere la protezione europea. Realizzata a partire dalla fine del 1950 nella zona del prosciugato (1800) lago del Fucino, la carota abruzzese presenta peculiarità organolettiche e nutrizionali tali da essere apprezzate e riconosciute dai consumatori europei, essendo caratterizzata da un elevato contenuto in acido ascorbico, zuccheri totali, vitamine e fibre. Il formaggio Dop "Stelvio o Stilfser", storicamente ottenuto nell'area delimitata dal disciplinare di produzione ricadente in provincia di Bolzano – afferma la Coldiretti - ha mantenuto nel tempo le caratteristiche peculiari dovute all'ambiente alpino costituito dal comprensorio montuoso dello Stelvio-Stilfser. Il latte utilizzato per la produzione del formaggio è esclusivamente bovino. La stagionatura del prodotto, che avviene su tavole in legno e prevede il tradizionale trattamento costituito da rivoltamenti e lavaggi superficiali delle forme intere con blanda soluzione salina, rappresenta una fase essenziale e caratteristica del processo di produzione. La stagionatura del formaggio "Stelvio" o "Stilfser" non può essere inferiore ai 60 giorni. Il “Limone Femminello del Gargano” Igp – ricorda la Coldiretti - è il terzo limone italiano - dopo il Limone di Sorrento e il Limone Costa d'Amalfi – a ottenere il riconoscimento europea. La zona geografica interessata alla produzione e al confezionamento - segnala la Coldiretti - è ubicata nella provincia di Foggia e comprende i territori dei comuni di Vico del Gargano, Ischitella e Rodi Garganico. Grazie alla qualità ambientale del contesto in cui si produce, il Limone Femminello - rileva la Coldiretti - ha caratteristiche uniche per genuinità e, soprattutto, per la particolarità dei profumi che questa IGP presenta rispetto ai limoni prodotti nelle altre regioni italiane. Il Limone Femminello può essere "a scorza gentile" (lustrino) o "oblungo". Se il prodotto è commercializzato sfuso – conclude la Coldiretti - dovrà riportare il logo che è costituito dall'immagine stilizzata di due limoni, con rametto fogliato, all'interno di una corona ellissoidale sulla quale è riportata la dicitura “Limone Femminello del Gargano”.

 

 

Agroalimentare: con Dop e Igp trionfa l’agricoltura mediterranea

 

(9colonne Atg) ROMA - Trionfa l’agricoltura mediterranea e l’Italia consolida il primato. Così la Cia-Confederazione italiana agricoltori commenta gli ultimi riconoscimenti (27) Ue di Dop (Denominazione di origine protetta) e di Igp (Indicazione geografica protetta). Riconoscimenti che, oltre al nostro Paese, premiano Francia, Spagna, Portogallo e Grecia. Paesi dove si esaltano e si valorizzano le produzioni agricole tipiche e di qualità che caratterizzano il Bacino del Mediterraneo. Ad allungare la già cospicua lista di prodotti a denominazione d’origine dell’Italia si sono aggiunti il formaggio “Stelvio” (Dop), l’olio extravergine “Sardegna” (Dop), la “Carota dell’Altopiano del Fucino” (Igp) e il “Limone Femminello del Gargano” (Igp). Comunque, altri prodotti sono in attesa di avere il marchio Ue. Dei 753 marchi riconosciuti, oltre l’80 per cento -afferma la Cia- appartiene all’Italia, ai nostri cugini d’Oltrape, ai paesi iberici e quello greco. E questo conferma che in Europa vince l’agricoltura diversificata. Vince quell’agricoltura fondata su tradizioni millenarie, fortemente legata al territorio. Un’agricoltura, quindi, che ha bisogno di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni comunitarie, visto anche il ruolo che essa ricopre nel contesto europeo. Ecco perché -rileva la Cia - è opportuno che nelle prossime riforme dell’Ocm ortofrutta e vino, produzioni simbolo dell’agricoltura mediterranea, si proceda in maniera valida per esaltare queste importanti culture e per tutelare i redditi dei produttori.

I nuovi 27 riconoscimenti Dop e Igp riportati dalla Gazzetta Ufficiale Ue rafforzano - sottolinea la Cia - il nostro Paese che raggiunge quota 159 (160 se si considera l’unica Stg-Specialità tradizionale garantita- rappresentata dalla “Mozzarella”) e tiene così a debita distanza la Francia che arriva a 152, seguita dalla Spagna (105), sempre più incalzata dal Portogallo con 104 marchi. La Grecia è al quinto posto con 84 prodotti. Tra formaggi, prodotti a base di carne, ortofrutticoli e cereali, oli, prodotti di panetteria, l’Italia - rimarca la Cia - detiene 107 Dop e 52 Igp. Quello italiano non è solo un primato europeo simbolico e di immagine, pur rilevante, ma è anche e soprattutto economico. L’intero “pianeta” delle Dop, Igp e Stg italiane ha avuto nel 2006 un fatturato al consumo, nonostante la lieve flessione negli acquisti domestici registrata negli ultimi mesi dell’anno, di circa 9 miliardi di euro ed un export di 1,9 miliardi di euro. Prodotti che danno lavoro, tra attività dirette e indotte, a più di 300 mila persone e che rappresentano una risorsa insostituibile per l’economia locale, in particolare per alcune zone marginali di montagna e di collina che, altrimenti, non avrebbero molte altre possibilità di sviluppo.

Tra le regioni italiane, in testa - sostiene la Cia - è l'Emilia Romagna con 25 prodotti tipici, seguita dal Veneto (21 prodotti), dalla Lombardia (20 prodotti), dalla Toscana (19 prodotti), dalla Sicilia (15 prodotti), dal Piemonte, dal Lazio e dalla Campania (12 prodotti), dalla Puglia (11 prodotti) e dalla Calabria (10 prodotti). Per quanto riguarda i consumi, la Cia sottolinea che la spesa per Dop e Igp è così ripartita: 65 per cento i formaggi, 16 per cento i salumi, 18,4 per cento i vini, 0,3 gli oli extravergine d’oliva, 0,3 gli altri (ortofrutticoli, pane, miele). E gli acquisti di tali prodotti sono concentrati per il 65,5 per cento negli iper e supermercati, il 18,5 nei negozi tradizionali e il 16,0 per cento negli altri canali di vendita.

 

 

Ue: l’economia italiana nel 2007 crescerà del 2%

 

(9colonne Atg) BRUXELLES - L’economia italiana nel 2007 avrà un andamento molto più positivo del previsto anche per un effetto di trascinamento dovuto ai risultati ottenuti nel quarto trimestre del 2006. E’ questo il giudizio espresso dal commissario europeo agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia che ha presentato lo scorso 16 febbraio le previsioni di crescita delle sette maggiori economie della Ue per l’anno in corso. Previsioni che – ha sottolineato il commissario – “sono migliori delle aspettative nel 2006” nonostante lo scorso anno l’Ue abbia affrontato il rialzo dei prezzi del petrolio, l’apprezzamento dell’euro e il rallentamento dell’economia statunitense. Secondo le stime dell’Esecutivo comunitario la crescita dell’economia italiana nel 2007 arriverà al 2 per cento, con un rialzo della stima di novembre dello 0,6 per cento. Una previsione che riavvicina l’Italia alla crescita media dell’eurozona stimata al 2,4 per cento. Si tratta del dato più alto dal 2000. L’accelerazione, secondo l’analisi della Commissione, è stata prodotta soprattutto da un aumento della produzione industriale negli ultimi tre mesi dell’anno, specialmente nel mese di dicembre. Secondo Bruxelles “le imprese italiane del settore manifatturiero sembrano aver beneficiato dell’incremento della domanda esterna, che all’interno dell’Ue è stata particolarmente guidata dagli ordini della Germania”. Un trend positivo che viene confermato dall’analisi delle singole componenti della produzione industriale. Positive anche le indicazioni per il settore dei servizi, e quelle sui consumi privati e gli investimenti lordi in capitale fisso che “stanno continuando a contribuire in modo positivo alla crescita”. Almunia, in conferenza stampa, ha ribadito come sulla crescita del Pil italiano potrà contribuire “il successo della lotta all’evasione delle tasse”che “contribuisce all’emersione dell’economia sommersa”.

 

 

Export: Italia terzo partner della Bulgaria dopo Russia e Germania

 

(9colonne Atg) VERONA - L’agricoltura in Bulgaria è la terza “forza” della struttura economica del Paese, dopo il settore dei servizi e dell’industria. In base ai dati forniti dall’Ice, l’Istituto per il commercio estero, la Bulgaria, entrata dallo scorso 1° gennaio a far parte dell’Ue, può contare su un andamento piuttosto “frizzante”. I numeri dell’Ice, riferiti ai primi nove mesi del 2006, indicano una crescita record del Pil, addirittura del 6,1%, superiore alle previsioni degli economisti e anche a quanto stimato per l’area dell’euro. Tuttavia, se nel 2006 (sempre periodo gennaio-settembre) la crescita è stata generalizzata e principalmente legata al settore dei servizi (+5,5% tendenziale) e dell’industria (+9,8%), il comparto agricolo ha subito una lieve flessione rispetto all’anno precedente (-0,2%), recuperando qualche punto nel periodo luglio-settembre. La “frenata” agricola era stata calcolata infatti al 5 per cento fra gennaio e giugno del 2006. L’agricoltura sta scontando, in particolare, ritardi su due fronti: l’adeguamento del sistema informatico legato ai contributi Pac (Politica agricola comune) e parametri veterinari non ancora allineati agli standard dell’Unione europea, soprattutto per quel che concerne il segmento del latte e dei suini. Si calcola di risolvere in tempi rapidi i problemi di informatizzazione, mentre nell’arco di un triennio dovrebbero essere colmati anche i gap legati alla sicurezza alimentare. Il quadro complessivo agricolo, inoltre, registra la mancanza di una moderna ed estesa meccanizzazione, di una produttività ancora bassa e di una parcellizzazione della proprietà terriera, compresi gli ancora scarsi servizi nell’attività di selezione e di genetica in campo zootecnico.

Per le sfide economiche che la Bulgaria dovrà affrontare è stato previsto un fondo di coesione e fondi strutturali pari a 11 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, che saranno destinati anche allo sviluppo della competitività dell’economia bulgara (22,6%), all’ambiente (8,3%) e allo sviluppo regionale (34,6 per cento). E solamente per lo sviluppo agricolo 2007-2013, la Bulgaria avrà a disposizione 2,6 miliardi di euro, con un cofinanziamento nazionale di 631 milioni di euro. Per il 2007 si prevede una crescita del 6% del Prodotto interno lordo, con una regressione dell’inflazione al consumo (dal 7,4 del 2006 al 3,8 del 2007). L’interscambio commerciale fra Italia e Bulgaria. Nel periodo gennaio-ottobre 2006, i valori dell’interscambio tra Italia e Bulgaria hanno fatto registrare una crescita dell’export italiano (+20,2%), passato così da 1.049,6 milioni di euro a quota 1.261,7. L’Italia rimane il terzo Paese fornitore, dopo Russia e Germania, anche se nei primi nove mesi del 2006, rispetto allo stesso periodo del 2005, la quota di mercato ha perso terreno, passando dall’8,9% all’8,5 per cento. Le esportazioni bulgare verso l’Italia, nel 2006 (gennaio-ottobre) sono cresciute del 4,6%, arrivando a 1.009,5 milioni di euro. Complessivamente l’interscambio Italia – Bulgaria a fine ottobre 2006 ha raggiunto la cifra di 2.271,2 milioni di euro. In ribasso il trend delle importazioni dalla Bulgaria in agricoltura, silvicoltura e pesca (-39,58%) e nell’industria agroalimentare e nel settore delle bevande (-17,18 per cento).

 

 

Vino: una bottiglia di Brunello su quattro va negli Usa

 

(9colonne Atg) FIRENZE - Gli americani ormai non possono più “separarsi” dal Brunello: una bottiglia su quattro del celebre vino prodotto a Montalcino viene infatti stappata negli Stati Uniti, e il mercato a stelle e strisce da solo assorbe il 25% dell'export. E proprio la domanda estera rappresenta una fetta importante del giro d'affari del distretto di Montalcino, tanto che su oltre sei milioni di bottiglie prodotte nel 2006, ben il 60% viene venduto sui mercati internazionali. I produttori, intanto, si preparano al debutto delle nuove annate: a “Benvenuto Brunello” (23-24 febbraio a Montalcino), la kermesse che attira importatori, buyers e giornalisti di tutto il mondo, dove sarà presentato il Brunello 2002, l'attesissimo Brunello Riserva 2001 e sarà assegnato il "rating" della vendemmia 2006. Oltre all'America, mercato di riferimento per il Brunello dove l'anno scorso la domanda ha superato quota 1,5 milioni di bottiglie, buone performance di vendite le hanno spuntate Germania (9% del mercato), Svizzera (7%), Canada (5%), ma anche Inghilterra (3%) e Giappone (3%). Accanto ai "colossi" si vanno poi affermando, anno dopo anno, anche nuove mercati emergenti che vanno apprezzando sempre più i prodotti di Montalcino. Succede così che il Brunello incontra crescenti richiesti e apprezzamenti anche nel Nord Europa, con Svezia e Danimarca in testa, e nell’Est Europa, in Russia, Polonia e Romania.

In America Latina la prima destinazione del Brunello di Montalcino è il Messico, seguita da Panama e Venezuela e Brasile. Nell’estremo Oriente arrivano, complessivamente, il 2-3% delle vendite di Brunello con Corea in testa seguita da Cina e India, destinate a raddoppiare la loro domanda nel corso del prossimo biennio. Bene anche la ricca Dubai dove il Brunello è molto richiesto nei ristoranti di gran lusso. Quel che non vola all'estero è invece tutto dedicato al mercato interno per la gioia degli enoappassionati italiani. Montalcino da solo assorbe il 17% della produzione (di cui l' 8% con vendita diretta in azienda), il resto della Toscana il 7%, il 6% va nel resto del Centro Italia 6%, l' 8% nel Nord Italia, mente nel Sud Italia solo l'1%. Oltre a sua maestà il Brunello la produzione di vini di Montalcino annovera il Rosso di Montalcino Doc (4,6 milioni di bottiglie), il Moscadello Doc (quasi 92 mila bottiglie), i vini bianchi e rossi della Doc Sant'Antimo (500.000 bottiglie), i "supertuscans" (500mila bottiglie) e i vini Igt (3 milioni di bottiglie). Dalle vinacce di Brunello si producono inoltre 250 mila bottiglie di grappa. In tutto il territorio operano complessivamente 250 produttori, di cui 200 imbottigliatori. Il 100% dei produttori - unico caso in Italia - sono iscritti al Consorzio del Brunello, l'organo di tutela e di controllo del vino di Montalcino. Complessivamente su 3000 ettari di vigneto ben 2000 sono iscritti all'albo del Brunello. In termini di superfici vitate, la dimensione delle aziende è per il 22% inferiore ad un ettaro, per il 29% compresa tra 1 e 3 ettari, il 15% tra 3 e 5 ettari, un altro 15% tra 5 e 15 ettari, il 9% si colloca tra 15 e 100 ettari, mentre solo l'1% delle aziende è sopra i 100 ettari di vigneto; il 9% sono imprese esclusivamente commerciali.

 

 

Società

 

Matrimonio: per tre persone su quattro è l’obiettivo della vita

 

(9colonne Atg) ROMA - Per tre persone su quattro, su scala mondiale, il matrimonio è l’obiettivo di una vita. Mentre a San Valentino i venditori di champagne e fiori hanno appena finito di registrare i maggiori incassi dell'anno, dunque, una ricerca pubblicata da ACNielsen rilancia più che mai il ruolo del matrimonio nel 21esimo secolo. “I numeri record di divorzi e l'aumento dei casi di convivenza insieme con la crescente quantità di figli nati fuori dal matrimonio nell'ultimo decennio hanno certamente portato il mondo occidentale a chiedersi se il detto 'finché morte non ci separi' non sia ormai una tradizione destinata a morire”, ha dichiarato Patrick Dodd, presidente di ACNielsen Europe. Ma in occasione della festa che in tutto il mondo celebra il sentimento, il concetto di “amore finché morte non ci separi” pare essere più che in salute secondo gli oltre 25.000 consumatori intervistati in 46 Paesi nello scorso mese di dicembre. “In tutto il mondo il 70% delle persone afferma che il matrimonio è per la vita (in questo caso i consumatori statunitensi sono al vertice della classifica con il 78%) e tre su cinque ammettono di considerarlo uno scopo della vita stessa”, ha affermato Dodd. I risultati della ricerca indicano chiaramente come “il concetto di matrimonio sia oggi dominato dalle convinzioni culturali e religiose di un Paese, con punti di vista opposti tra i consumatori dei Paesi occidentali sviluppati e quelli delle nazioni emergenti dell'Oriente”. Un altro dato a sorpresa emerge dagli Stati Uniti, dove la convinzione secondo la quale il matrimonio sia rilevante per la società attuale e destinato a durare tutta la vita è diffusa più tra gli uomini che tra le donne. I Paesi asiatici più fortemente cattolici e musulmani sono in cima alla classifica di coloro che ritengono il matrimonio “per la vita”: davanti a tutti gli indonesiani con il 97%, seguiti da turchi (92%), filippini e malesi (89% entrambi).

“Uno dei risultati più interessanti di questo studio è che oltre il 70% di portoghesi, greci e italiani e il 68% di spagnoli affermano che il matrimonio è oggi irrilevante e solo un portoghese e uno spagnolo su tre di coloro che arrivano all'altare, ritiene che sia destinato a durare per sempre - ha affermato Dodd -. In Italia, dove la Chiesa mantiene una forte presenza culturale e dove i divorzi sono inferiori al resto del continente, solo la metà (48%) considera il matrimonio come un impegno per la vita”. Al posto del matrimonio, tre europei su quattro (77%, la percentuale maggiore a livello globale anche quando si consideri la suddivisione tra uomini e donne) considerano una relazione stabile a lungo termine valida quanto il matrimonio stesso. “In Europa, specialmente nella parte occidentale, per la prima volta nella storia le donne scelgono la carriera al posto del marito preferendo l'indipendenza al matrimonio come ambizione per la propria vita – spiega l’ACNielsen. E la maggior parte degli uomini di questi Paesi concorda. Sembra esserci un uguale rifiuto del concetto tradizionale di matrimonio in entrambi i sessi”. Oltre l'80% di spagnoli, belgi, francesi e olandesi equipara una relazione stabile a lungo termine al matrimonio: si tratta della percentuale più elevata a livello globale. I Paesi asiatici e musulmani non sono naturalmente favorevoli a sostituire il matrimonio con relazioni a lungo termine, né lo sono il 50% di statunitensi, russi, sudafricani e ungheresi. Paesi asiatici musulmani come Indonesia (87%) e Malesia (82%) sono quelli che più di tutti gli altri considerano il matrimonio come un obiettivo della vita; all'estremo opposto del barometro dell'amore si trovano il 74% dei greci che non ritiene il matrimonio uno scopo della propria esistenza e il 68% di sudcoreani che afferma che il matrimonio non è fatto per durare tutta la vita.

 

 

Turismo: il Bel Paese piace alla stampa estera

 

(9colonne Atg) PESCARA - L'Italia è al top delle preferenze della stampa estera e, nel Belpaese, l'Abruzzo, che ottiene un +23.15 per cento di indice qualitativo di gradimento, secondo le stime del rapporto "Bitlab 2007", commissionato all'esperto di comunicazione d'impresa, Klaus Davi, dalla Bit di Milano “E' il segno - ha spiegato l’assessore al Turismo, Enrico Paolini - che trattandosi di un giudizio sul marchio, l'Abruzzo ha capito cosa conta per essere visibile e identificabile sui mercati globali”. Per Paolini i dati emersi nel rapporto sono spiegabili per almeno tre ragioni. La prima è legata alla "capacità di aver saputo fare squadra intorno ad un tema così economicamente rilevante come quello turistico. Questo ci ha permesso - ha aggiunto - di non distinguere tra aree del nostro territorio, facendoci vincere la sfida, se ormai l'Abruzzo si identifica con l'Italia e viceversa". Non meno efficace la qualità delle iniziative poste in essere: dalla recente conferenza nazionale di Montesilvano, al prossimo Symposium al collegamento aereo con New York. Infine, per Paolini conta anche il ruolo che istituzionalmente, a livello intergovernativo, l'Abruzzo ricopre, avendo ottenuto il coordinamento delle regioni in materia di turismo e la vicepresidenza in seno alla rinnovata Enit. Il rapporto “Turismo: Italia is the best. Parola di stampa estera. Ecoturismo, transumanza e ittiturismo: le tendenze per il nuovo anno”, commissionato dalla Bit di Milano alla società di comunicazione Klaus Davi & Co. ha selezionato, dal 2005 al 2006, 17.830 articoli: si tratta di citazioni rivolte dai giornali internazionali, di settore e non, alle migliori destinazioni turistiche.

L'incremento per il paese Italia è stato di un +51.09 per cento, che la pone in cima alla classifica di dieci paesi. Segue la Spagna (9,01), la Francia (7.66), gli Usa (5.41), l'Austria (4.95), Germania/Svizzera (4.50), Turchia (4.05), Grecia (3.60), Gran Bretagna (3.15), Thailandia/Austria (2.25). La classifica delle regioni italiane vede appunto l'Abruzzo in testa, con un indice di gradimento pari a +23.15 per cento. Segue la Sicilia (+22.41), la Toscana (+21.36), il Veneto (+20.24), la Puglia (+19.69), Campania/Lazio (+19.02), la Sardegna (+18.91), il Trentino Alto Adige (+18.15), l'Umbria (+17.79), Piemonte/Lombardia (+17.23). I punti di forza del turismo in Italia sono suddivisi in motivazioni per visibilità: l'arte e la cultura (28,15 per cento di indice di gradimento); le sistemazioni (23.55); l'entroterra (20.80); l'enogastronomia (13.30); le spiagge (11.40), e in motivazioni per apprezzamento: ecoturismo (+50.62 per cento di indice di gradimento), il Wellness (+43.71), le infrastruttyre (+36.25), l'autenticità (+31.84), il divertimento (+27.45). Segnali di debolezza sono considerati i trasporti/infrastrutture stradali (-6,53 per cento di indice di gradimento), l'inquinamento (-4,89), il caro prezzi (-4.20), la criminalità (-3.67), la trascuratezza del patrimonio artistico (-2.95).

 

 

Sicurezza stradale, Aci: ridurre del 50% le vittime degli incidenti entro il 2010

 

(9colonne Atg) ROMA - Un milione di firme per esercitare una forte pressione su Onu e G8, affinché spingano governi e organismi internazionali ad adottare misure urgenti ed efficaci contro il devastante fenomeno dell’incidentalità stradale, e un piano quadriennale di azioni e di interventi di comunicazione, a livello nazionale, mirati a rendere possibile il raggiungimento dell’obiettivo, fissato dall’Unione Europea, di ridurre del 50 per cento, entro il 2010, il numero di morti e feriti sulle strade del nostro Paese. E’ una mobilitazione senza precedenti quella che vede impegnato l’Automobile Club d’Italia in favore della sicurezza stradale. In occasione della prima Settimana Mondiale della Sicurezza Stradale - indetta dalle Nazioni Unite per la fine di aprile (dal 23 al 29) - l’associazione degli automobilisti italiani, infatti, accetta la sfida e rilancia. Per il 23 aprile ha chiesto a sindaci e presidenti di Province e Regioni di convocare i propri consigli, con all’ordine del giorno il tema della sicurezza stradale e l’approvazione della petizione promossa da AciI e Fia, Federazione Internazionale dell’Automobile. In collegamento ideale con il successo dell’iniziativa “7 aprile, né morti, né feriti sulle strade” – messa in campo nel 2004, l’Aci ha presentato la campagna “Obiettivo 2010: un traguardo per la vita”.

L’impegno è di raccogliere un milione di firme, per impegnare il governo italiano ad adottare misure urgenti ed efficaci contro il devastante fenomeno dell’incidentalità stradale e, allo stesso tempo, per esercitare una forte pressione su Onu e G8, affinché spingano governi e organismi internazionali ad un maggiore impegno per la sicurezza stradale; dar vita ad un piano quadriennale di iniziative ed interventi di comunicazione mirati a far sì che il nostro Paese possa centrare l’obiettivo europeo del 2010. Primo passo in questa direzione è la piena adesione dell’Aci alla campagna Fia “Strade Sicure” che chiederà: uno stanziamento di 300milioni di dollari in dieci anni per un Piano Globale di interventi per migliorare i livelli di sicurezza nei paesi in via sviluppo; alla Banca Mondiale e ad altri principali enti erogatori internazionali indirizzare alla sicurezza almeno il 10% degli stanziamenti per lo sviluppo delle infrastrutture stradali; un summit interministeriale mondiale per concordare politiche d’intervento ad alto livello. “La sicurezza stradale – ha detto il presidente dell’Aci, Franco Lucchesi - è un’emergenza mondiale. Ogni anno, sulle strade del nostro pianeta, perdono la vita un milione e duecentomila persone e i feriti sono più di 50 milioni. Un bilancio inaccettabile, sia dal punto di vista morale, che economico. Non è più possibile stare a guardare e non è più possibile continuare a parlare di “fatalità”. “Il fatto che, grazie all’Onu, la sicurezza stradale sia diventata un obiettivo prioritario nell’agenda della politica internazionale conforta, ma - ha concluso Lucchesi - siamo consapevoli che il cammino è appena cominciato e che la strada è lunga. C’è, dunque, bisogno del contributo deciso, serio responsabile di tutti”.

 

 

Sport

 

Torna l’incubo cocaina nel campionato italiano

 

(9colonne Atg) ROMA - Incubo cocaina anche per Francesco Flachi. L'attaccante della Sampdoria, quest'anno già fermato per due mesi dopo il suo coinvolgimento in un caso di calcio-scommesse, rischia adesso una nuova lunga squalifica per un'accusa ancora più infamante: il doping. Positivo alla benzoilecgonina, un metabolita della cocaina, lo scorso 28 gennaio in occasione della gara contro l'Inter, Flachi attende ora l'esito delle controanalisi per conoscere il proprio destino ma le prospettive non sono certo incoraggianti. Poco più di un anno fa, infatti, arrivava la squalifica a vita per Jonathan Bachini, trovato positivo alla cocaina per la seconda volta. La radiazione, nel caso dell'allora esterno del Siena, era scattata in quanto recidivo ma già nel primo caso, ai tempi del Brescia, la mano della giustizia sportiva era stata piuttosto pesante: un anno di squalifica. Un'ipotesi che rischierebbe di compromettere seriamente la carriera del quasi 32enne attaccante blucerchiato, ennesima vittima di quella che generalmente è sempre stata definita la “droga dei ricchi”. Il caso di Flachi, infatti, allunga ulteriormente la lista di calciatori che sono caduti nella trappola della coca. Il più famoso di tutti è ovviamente Diego Armando Maradona. L'ex Pibe de Oro nel 1992 fu squalificato per 15 mesi dopo una positività che segnò l'inizio della sua fine calcistica. E dal tunnel della droga è riuscito a uscirne solo dopo molti anni di strenua lotta. “Per colpa della cocaina ho pagato un prezzo molto elevato - ha dichiarato un po' di tempo fa Maradona - perché ho perso l'amore della mia vita. Non ho visto le mie figlie crescere, le ho fatte piangere non presentandomi ad alcuni dei loro compleanni, ho fatto soffrire mio padre ed i miei fratelli”.

Ma l'elenco di giocatori caduti nella rete della cocaina è piuttosto lungo. In Italia, oltre a Maradona, c’è stato il caso di Edoardo Bortolotti, che nel '91 fu squalificato per dodici mesi e che si suicidò quattro anni dopo gettandosi da un balcone, e poi quello di Claudio Caniggia, che si beccò 13 mesi il 22 aprile 1993. Come dimenticare poi le storie di Angelo Pagotto e Fabio Macellari. Il primo, ex di Milan e Perugia, nel '99 fu squalificato per 24 mesi, la condanna più dura degli ultimi 15 anni. Pagotto, che aveva sempre sostenuto la sua innocenza parlando di uno scambio di provette, ha avuto la forza di reagire e un paio di stagioni fa ha fatto uno splendido campionato nelle fila dell'Arezzo. Macellari, che invece aveva ammesso la sua colpevolezza, è ripartito dalla C1, con il Pavia, ma potesse tornare indietro non farebbe lo stesso errore. “Avevo tutto, forse troppo. Per spezzare la monotonia volevo provare nuove sensazioni. E per poco non ci lasciavo le penne”, ha confessato in seguito l’ex difensore nerazzurro. L’ultimo “resuscitato” è Adrian Mutu, che il Chelsea aveva licenziato in tronco dopo la positività e ora di nuovo in prima pagina grazie al suo talento e ai gol segnati prima con la Juventus e adesso con la Fiorentina. Se le controanalisi dovessero confermare tutto, per Flachi si aprirebbe un lungo tunnel. Toccherà a lui, con il sostegno di chi gli sta intorno, rimboccarsi le maniche e uscirne.

 

 

Clericus Cup: si gioca il mondiale di calcio cattolico

 

(9colonne Atg) ROMA - Grande attesa per il calcio d'inizio, previsto il 24 febbraio, della Clericus Cup, il campionato di calcio a 11 rivolto a preti e seminaristi di Roma e provincia, provenienti da tutto il mondo, promosso dal Centro Sportivo Italiano (fondato nel 1944 dalla Gioventù italiana di Azione Cattolica) e sponsorizzato da Ina Assitalia che dopo essere comparsa sulle maglie di Roma e Lazio, ora vuole sostenere anche al calcio d’Oltretevere. Il torneo, che nasce come un vero e proprio mondiale, è stato ideato dal Segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, che già in passato aveva lanciato l’idea di creare “una squadra di calcio di grandissimo valore che possa essere all’altezza di Roma, Inter, Milan, Genoa e Sampdoria”. Lo stesso cardinale vanta nel suo passato, quando era arcivescovo di Genova, un ruolo da commentatore sportivo in un’emittente locale per due match, del Genoa e della Sampdoria ha lanciato l’iniziativa con una battuta: “Ratzinger tecnico, Ruini centravanti, Sodano regista e Tettamanzi in difesa”. Sedici le formazioni iscritte, che divise in due gironi da otto, si affronteranno in 7 giornate di campionato (sola andata), con tempi da 30 minuti ciascuno. Alla finale di giugno, allo Stadio Olimpico, si arriverà con la formula della Champion's League: quarti e semifinali ad eliminazione diretta, con gare di andata e ritorno. Vietata la X : per ciascun match, che al termine dei minuti regolamentari terminerà in parità, si andrà subito ai calci di rigore, con due punti alla squadra migliore dal dischetto ed un solo punto (quello comunque conquistato con il pari) alla formazione battuta dagli 11 metri. Non si giocherà mai di domenica, giorno dedicato al culto del Signore e rischia la squalifica chi ne pronuncerà invano il nome in campo (ma anche se si lascerà andare a qualsiasi tipo di imprecazione). Divisa con il bianco e il giallo, i colori del Vaticano ed è prevista anche una squadra delle Guardie Svizzere. Spicca l'assoluta internazionalità del torneo (che si presenta questa mattina, a Roma, alla Sala Conferenze Complesso Giubileo): i religiosi e seminaristi tesserati provengono, infatti, da 37 Paesi di tutti e cinque i continenti. La parte del leone la fanno gli italiani – un giocatore su tre - mentre particolarmente numerose sono le pattuglie dei messicani (20 atleti) e dei croati (15 giocatori). Significativa la presenza nelle varie squadre di bosniaci, rumeni, sudamericani (brasiliani, salvadoregni, ecuadoriani, argentini, venezuelani, uriguayesi), africani (camerunensi e congolesi) e asiatici. Presenti anche calciatori di Papua Nuova Guinea, Rwanda, Vietnam e Myanmar. “Con questa iniziativa vorremmo sensibilizzare gli attuali e i futuri responsabili di oratori e parrocchie sull'importanza educativa e pastorale dello sport – ha affermato Edio Costantini, presidente del Centro Sportivo Italiano -. Quest'anno il campionato toccherà solo la realtà romana, ma se avrà successo, dal prossimo anno lo estenderemo a tutta Italia”.

 

 

Il segreto dell’Empoli? “Nessuna pressione dalla piazza”

 

(9colonne Atg) FIRENZE – “Non ci aspettavamo di essere in questa posizione di classifica, ma pensiamo alla prossima partita”. La Champions League è lì ad un passo, ma nessuno ad Empoli si fa illusioni, compreso il presidente Fabrizio Corsi. “Non è mai successa una cosa del genere - spiega Corsi a Radio Anch'io -. Ma il nostro segreto è proprio quello di non avere pressioni esterne che in altre piazze rendono le cose più difficili. Esiste un certo tipo di cultura sportiva, si gioisce se entrano in campo i giovani del settore giovanile”. “Per noi la serie A è qualcosa di speciale rispetto ai nostri numeri, quindi - spiega - qui accade anche di uscire tra gli applausi dopo una sconfitta. Abbiamo una situazione tranquilla, ai nostri allenamenti partecipano 20-30 pensionati. Anche per ora non c’è nessuno che va in giro a fare caroselli, l'entusuiasmo è sempre composto”. Corsi si rammarica per la decisione di lasciare fuori il pubblico in occasione della gara con la Roma. “I nostri tifosi sono stati penalizzati - continua - Ci avevano detto che lo stadio non aveva problemi e invece poi è stato deciso diversamente, i tornelli poi sono già funzionanti da mercoledì, ma è stato rilevato un problema per gli sbarramenti esterni”.

 

 

Europa

 

Relazione Ue: il 16% degli europei a rischio povertà

 

(9colonne Atg) BRUXELLES - La cooperazione europea aiuta gli Stati dell’Ue a migliorare le loro politiche e le loro spese di coesione sociale. E’ quanto emerge dalla Relazione congiunta sulla protezione sociale e l’inclusione sociale 2007 che la Commissione europea presenterà mercoledì al Consiglio dei ministri del lavoro. La relazione esamina le prime strategie nazionali integrate in materia di inclusione sociale, pensioni, assistenza sanitaria e cure di lunga durata, analizza le grandi tendenze nell’Ue e negli Stati membri e traccia un profilo per ciascuno di essi, mettendo in evidenza i principali problemi da affrontare. Anche se, per Bruxelles, i progressi sono nel complesso promettenti, sono ancora molti gli obiettivi su cui dovranno concentrarsi gli sforzi futuri. Gli Stati membri dovranno agire su più piani per tener fede al loro impegno di ridurre la povertà infantile: facilitando la partecipazione dei genitori al mercato del lavoro, migliorando l’accesso ad un’istruzione di qualità e a un alloggio adeguato e tutelando i diritti dei bambini.

Nell’Unione europea il 19% dei bambini è a rischio di povertà e la disoccupazione tra i giovani è un dato particolarmente inquietante: nel 2004 era del 18,7%, ossia il doppio del tasso medio di disoccupazione. Inoltre, il 15% dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni risultava aver lasciato la scuola prematuramente, circostanza che accresce il rischio di esclusione sociale. La Commissione rilancia al proposito il concetto di “inclusione attiva”, cioè la combinazione di più forti incentivi al lavoro, accesso per tutti a servizi sociali di qualità e garanzie di reddito minimo adeguato per quanti non possono lavorare. Un altro fronte di intervento fondamentale rimane poi quello dei sistemi di assistenza sanitaria. Gli Stati membri, sottolinea l’Esecutivo Ue, devono lavorare per garantire a tutti un uguale accesso a servizi di elevata qualità attraverso un uso più efficace delle risorse. Nell’Ue esistono attualmente forti disparità nel campo dell’assistenza sanitaria: la speranza di vita varia per gli uomini da 65,4 anni in Lituania a 78,4 anni in Svezia e per le donne da 75,4 anni in Romania e 83,9 anni in Spagna.

 

 

Scienza: così l’Europa va a caccia di pianeti

 

(9colonne Atg) ROMA - Non ha ancora completato i test che precedono la sua piena attività operativa, ma Amber (Astronomical Multi Beam combineR), sofisticato interferometro installato al Very Large Telescope dell’Eso sulle Ande cilene, ha già prodotto risultati scientifici di assoluto rilievo in molti ambiti della Ricerca astrofisica più attuale, dagli studi sui processi evolutivi delle stelle a quelli sui meccanismi di formazione dei sistemi planetari. Un successo completo per il consorzio internazionale che lo ha ideato e realizzato - in cui ha partecipato, insieme ad Istituti di Ricerca francesi e tedeschi, l’Inaf-Osservatorio Astrofisico di Arcetri – sottolineato dalla rivista “Astronomy & Astrophysics” con un numero speciale tutto dedicato ai primi lavori scientifici realizzati grazie a questo strumento. “Amber apre una nuova finestra nell’osservazione a grande dettaglio dell’Universo, grazie alle sue caratteristiche d’avanguardia” – spiega Leonardo Testi, membro dello Science Group di Amber. “E’ un sofisticato interferometro che opera nella banda del vicino infrarosso ed è uno degli strumenti scientifici di punta che equipaggiano il Very Large Telescope”. Lo strumento, che ha iniziato le fasi di collaudo nel 2004, combina la luce raccolta da tre dei telescopi che compongono il Vlt, ciascuno del diametro di 8,2 metri. Sfruttando questa tecnica, le immagini prodotte raggiungono un’accuratezza 16 volte maggiore di quanto ottenibile da un singolo telescopio, permettendo così, ad esempio, di distinguere un astronauta sulla superficie della Luna. Ed il “cuore” di Amber, ossia l’avanzatissimo spettrometro che scompone la luce proveniente dai telescopi, la collima e produce l'immagine finale, è tutto italiano: è stato infatti ideato, realizzato e testato dall’Osservatorio Astrofisico di Arcetri dell’Inaf.

I primi risultati dell’attività scientifica condotta grazie ad Amber riguardano numerosi campi della fisica stellare: è stato ad esempio possibile studiare con un livello di dettaglio mai raggiunto prima l’ambiente circostante MWC 297 ed HD 104237, due stelle di recente formazione. Gli scienziati sono riusciti ad individuare la presenza intorno ai corpi celesti di un disco di polveri e gas e, per MWC 297, a misurare con precisione la sua posizione ed estensione, facendo ritenere che intorno a questa stella ci siano le condizioni ideali per la formazione di pianeti di grande massa. Ma Amber è stato utilizzato con successo per studiare anche stelle che, al contrario, si trovano nelle ultime fasi della loro evoluzione. E’ il caso dello studio condotto su Eta Carinae, una delle stelle più massicce mai scoperte, con una massa almeno 100 volte maggiore di quella del nostro Sole. Il corpo celeste sta attualmente perdendo gli strati più esterni della sua atmosfera, letteralmente soffiati via dall’enorme energia sprigionata dalla stella. Amber è riuscito a mettere in evidenza che questa emissione è diretta principalmente lungo una certa direzione, migliorando la comprensione dei meccanismi delle ultime fasi evolutive delle stelle di grande massa, prima della loro esplosione come Supernovae. Questi sono solo alcuni dei risultati raccolti negli 11 articoli che compongono il numero speciale di Astronomy & Astrophyisics dedicato ad Amber. “L’attività scientifica frutto di questi primi due anni di osservazioni con Amber al Vlt è eccellente” prosegue Testi. “Nei prossimi anni ci aspettiamo, con il raggiungimento della piena capacità operativa dello strumento, di poter ottenere risultati ancora più soddisfacenti sia per quanto riguarda la scoperta e caratterizzazione di pianeti extrasolari che per lo studio dei buchi neri di grande massa che si trovano al centro di galassie attive”.

 

 

Dall’Ue un premio per le donne innovative

 

(9colonne Atg) BRUXELLES - Bruxelles lancia un nuovo concorso destinato alle donne più innovative d’Europa. Il nuovo riconoscimento nasce sulla scia dei fortunati premi britannici “Female Inventor and Innovator of the Year” (Inventrice e innovatrice dell’anno), che vengono assegnati da sette anni. La versione europea è stata elaborata da un gruppo di donne attive nel campo della politica, dell’invenzione e dell’innovazione, guidate dall’europarlamentare Sarah Ludford e in collaborazione con la rete europea di donne inventrici e innovatrici (Euwiin). La rete Euwiin è stata istituita nell’ambito della rete mondiale delle donne inventrici e innovatirici. “L’Europa non può permettersi di ignorare le opportunità di crescita economica e sociale che si lascia sfuggire a causa del divario di genere che persiste nei settori tradizionalmente dominati dagli uomini” afferma Bola Olabisi, amministratore delegato della rete Euwiin. Tra le precedenti vincitrici del premio britannico figurano Mandy Haberman, inventrice della tazza Anywayup (una tazza munita di una valvola che regola il flusso di liquido e ne evita la fuoriuscita), Adrianne Jones, per la sua guaina biodegradabile applicata ad alberi e germogli, e Deborah Leary, che ha sviluppato pedane anticontaminazione per uso investigativo grazie alle quali la polizia può muoversi sulla scena del delitto senza contaminare le prove. Sono aperte le candidature per i primi premi europei e le vincitrici saranno designate nei mesi di maggio e giugno. I premi saranno suddivisi in 13 categorie, tra cui quella per l’inventrice singola, l’innovatrice singola, l’articolo eccezionalmente creativo, le donne eccezionalmente creative, inventive o innovative nell’imprenditoria e un premio postumo. La cerimonia di assegnazione dei primi premi si svolgerà dal 14 al 16 giugno a Berlino. Il bando è presentato all’indirizzo internet www.euwiin.eu.

 

 

Immigrazione: l’Ue promuove la linea italiana

 

(9colonne Atg) BRUXELLES - “Il cambiamento di orientamento politico risultante dalle ultime elezioni politiche di primavera è particolarmente evidente per quanto riguarda le politiche sull’immigrazione, nell’ambito delle quali l’approccio restrittivo degli ultimi anni si sta gradatamente trasformando in una maggiore apertura e in un contesto pluridimensionale”. E’ positivo il giudizio espresso dalla Commissione europea sul ‘nuovo corso’ della politica sull’immigrazione avviato in Italia dal governo di centrosinistra dopo la vittoria alle elezioni di aprile. Nella Relazione sulla protezione sociale e l’inclusione sociale 2007 presentata il 20 febbraio dall’Esecutivo comunitario si sottolinea che “sono state applicate leggi nazionali ed è stato presentato un progetto di legge per andare meglio incontro alle esigenze del mercato del lavoro e per lottare contro l’illegalità e il lavoro nero. Sono inoltre previsti cambiamenti significativi per quanto riguarda le regole relative alla cittadinanza”. Bruxelles cita anche il nuovo fondo nazionale per l’inclusione sociale degli immigrati previsto dalla legge finanziaria del 2007, e riconosce che “a livello nazionale, risorse finanziarie adeguate sono destinate all’integrazione scolastica dei minori stranieri, con particolare attenzione per i minori appartenenti a minoranze etniche”.

 

 

Regioni

 

Vini, Brunello: arriva l’etichetta che “parla”

 

(9colonne Atg) SIENA - Il mondo del vino anticipa quello della moda nella battaglia contro i falsari. Dopo l’ologramma, sistema che protegge dalla falsificazione banconote, passaporti, carte di credito, il Brunello di Montalcino va ancora oltre, e adotta l’ultima frontiera della communication techology: da ogni angolo del mondo, in tempo reale, con un semplice sms, chi acquista una bottiglia di uno dei simboli del “made in Italy” può conoscerne l’autenticità, l’origine, le qualità del vino, l’identikit della cantina. Il Brunello di Montalcino, uno degli ambasciatori nel mondo dell’Italian style, intensifica così gli sforzi nella sua difesa ed in quella del consumatore, nella lotta alle truffe, che colpiscono sempre di più il “wine & food” italiano di alto livello. La prima a credere in questo innovativo sistema di anticontraffazione, che debutterà a “Benvenuto Brunello 2007” il 23 e 24 febbraio prossimi, evento organizzato dal Consorzio del Brunello che richiama a Montalcino importatori, buyers e giornalisti di tutto il mondo, è la Ciacci Piccolomini d’Aragona, una delle migliori griffe di Montalcino, che già nel 2006 aveva adottato uno speciale ologramma anti-falsari sulla capsula della bottiglia. L’innovativo codice di sicurezza si chiama CertiLogo, dal nome della società di Milano che realizza servizi di verifica sui prodotti, funziona con i normali sistemi di comunicazione e difende il consumatore dall’eno-pirateria. Con una semplice telefonata o via sms o web, anche prima dell’acquisto, si comunica il codice CertiLogo, seguito dal numero della fascetta di Stato, ed in tempo reale si riceve la conferma sull’autenticità del prodotto, l’origine e tante altre indicazioni sul vino e sull’azienda. Nemmeno il mondo della moda, bersaglio preferito dei falsari di tutto il mondo, ha mai reagito con tanta decisione alle truffe. Le aziende finora hanno sempre pensato alle loro perdite in termini commerciali ed economici per l’impresa, ignorando o quasi il danno per il cliente. Ora invece la Ciacci Piccolomini d’Aragona, con questo nuovo strumento, pratica una raffinata forma di “customer satisfaction”. “Un’etica di trasparenza nei confronti del cliente - spiega Paolo Bianchini, proprietario, con la sorella Lucia, della Ciacci Piccolomini d’Aragona - che, in primis, lo tutela, ma che gli permette anche di avere un rapporto diretto con la cantina ed un dialogo privilegiato con il viticoltore. Questo servizio, che solo noi abbiamo adottato in Italia, al momento funziona in italiano e inglese, ma vista l’apertura ai nuovi mercati dell’est tra poco inseriremo anche russo e cinese”.

 

 

Turismo: la Sicilia sponsor del Bit Tourism Award

 

(9colonne Atg) PALERMO - L’assessorato al Turismo, Comunicazioni e Trasporti della Regione siciliana è sponsor della prima edizione del “Bit Tourism Award”, il premio, organizzato dalla Bit, la Borsa internazionale del turismo, e da Panorama Travel, che riconosce le destinazioni, le città, le regioni e le nazioni più apprezzate dai viaggiatori italiani e dai protagonisti mondiali del turismo, segnalati dagli operatori del settore. La cerimonia del Bit Tourism Award, sponsorizzata dalla Sicilia, si terrà mercoledì 21 febbraio presso l'auditorium del centro Fieramilano a Rho, dove si svolgerà una serata di gala. La sponsorizzazione del Bit Tourism Award rafforza il legame tra la Regione Siciliana e la più importante manifestazione del settore turistico in Italia, e rientra nella nuova politica di promozione del turismo in Sicilia ispirata ad un’immagine proiettata al futuro che valorizzi, attraverso i colori, i principali punti di forza del prodotto turistico dell'Isola offerto nelle sue diverse forme espressive: architettoniche, culturali, paesaggistiche, enogastronomiche, mare, eventi, ecc. “Sicilia: i colori vivono qui” è infatti lo slogan che accompagna la Sicilia alla Bit, in programma a Rho dal 22 al 25 febbraio, dove l’isola si presenta con uno stand di oltre mille metri quadrati, ideato e progettato dall'agenzia di comunicazione e marketing Feedback in collaborazione con General Service.

I nuovi 27 riconoscimenti Dop e Igp riportati dalla Gazzetta Ufficiale Ue rafforzano – sottolinea la Cia - il nostro Paese che raggiunge quota 159 (160 se si considera l’unica Stg-Specialità tradizionale garantita - rappresentata dalla “Mozzarella”) e tiene così a debita distanza la Francia che arriva a 152, seguita dalla Spagna (105), sempre più incalzata dal Portogallo con 104 marchi. La Grecia è al quinto posto con 84 prodotti.

Tra formaggi, prodotti a base di carne, ortofrutticoli e cereali, oli, prodotti di panetteria, l’Italia - rimarca la Cia - detiene 107 Dop e 52 Igp. Quello italiano non è solo un primato europeo simbolico e di immagine, pur rilevante, ma è anche e soprattutto economico. L’intero “pianeta” delle Dop, Igp e Stg italiane ha avuto nel 2006 un fatturato al consumo, nonostante la lieve flessione negli acquisti domestici registrata negli ultimi mesi dell’anno, di circa 9 miliardi di euro ed un export di 1,9 miliardi di euro. Prodotti che danno lavoro, tra attività dirette e indotte, a più di 300 mila persone e che rappresentano una risorsa insostituibile per l’economia locale, in particolare per alcune zone marginali di montagna e di collina che, altrimenti, non avrebbero molte altre possibilità di sviluppo.

 

 

India: dalla Campania un investimento da 1027 milioni

 

(9colonne Atg) ROMA - Nell’ambito della missione italiana in India, è stato sottoscritto lo scorso 16 febbraio a New Delhi, alla presenza del presidente della Regione Campania Bassolino, tra il gruppo Indiano Dhoot – Videocon, ministero dello Sviluppo Economico (Servizio per le Politiche di Sviluppo Territoriale e le Intese e Direzione Generale Incentivi), Regione Campania e Sviluppo Italia, l’Accordo di Programma Quadro - Contratto di Localizzazione Digital Display Devices Spa (DDD) per la realizzazione di un nuovo stabilimento di 163.000 mq. nel Comune di Rocca d’Evandro (Caserta) per la produzione di pannelli LCD (Liquid Crystal Display) e nuove tecnologie destinate ai produttori di televisori a colori. L’investimento di 1.027 mln di euro prevede un’occupazione, a regime, di 1.200 unità a fronte di un contributo pubblico di 222,5 mln di euro. Il 14 febbraio a Mumbay, in occasione del forum di Confindustria, alla presenza del presidente Prodi, dei ministri Bonino e Di Pietro, del ministro dell’Industria indiano Kamal Nath, del presidente Montezemolo e del presidente dell’ABI Faissola, l’impresa indiana DDD ha illustrato il progetto, ne ha evidenziato la rilevanza strategica e ha espresso pubblicamente il proprio apprezzamento alle autorità italiane per l’efficace percorso negoziale dei contratti di localizzazione grazie al quale è stato possibile l’insediamento dell’importante investimento. L’Accordo si qualifica, oltre che per l’investimento industriale, per due importanti programmi di formazione e di ricerca cofinanziati dalla Regione Campania e per l’impegno a supportare l’azienda nell’espletamento delle procedure amministrative. La DDD fa parte del Gruppo indiano Dhoot – Videocon, leader nel mercato indiano dei prodotti elettronici di consumo (terzo mercato mondiale dei prodotti televisivi dopo la Cina e gli Usa), attivo dal 1987 nella produzione e vendita di Tv, Hi-Fi, elettrodomestici e relativi componenti - e più di recente anche nell’estrazione e distribuzione di petrolio e metano, con un fatturato aggregato 2005 di circa 1,9 mld di euro. Lo stabilimento campano realizzerà pannelli LCD, anche di nuova generazione, destinati alla produzione di Tv color di fascia media per un mercato di massa destinati sia agli impianti europei di importanti produttori di Tv color per conto terzi (Oem) sia agli altri stabilimenti del Gruppo tra cui quello della VDC Technologies (ex Videocolor) anch’esso beneficiario di un contratto di programma. Sviluppo Italia, agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, ha affiancato l’azienda nel montaggio tecnico-finanziario dell’operazione, nella pianificazione del percorso insediativo e continuerà ad accompagnarla nell’implementazione del progetto. L’apprezzamento per l’operazione espresso da Pradeep Dhoot, Presidente della DDD, conferma la validità del contratto di localizzazione che ha attratto, ad oggi, aziende provenienti da Giappone, Usa, Germania, Regno Unito, Grecia, Spagna, per investimenti ubicati nelle regioni del Mezzogiorno, di complessivi 2.103 mln di euro, che genereranno nuova occupazione per 4.921 unità lavorative, a fronte di contributi pari a 533 mln di euro.

 

 

Emilia Romagna: nasce la polizia municipale “intercomunale”

 

(9colonne Atg) BOLOGNA - Superare i servizi dei piccoli Comuni e costituire veri e propri Corpi intercomunali di polizia municipale, per rispondere in modo più efficace e tempestivo alle esigenze di sicurezza di tutti i cittadini. Soprattutto di chi non vive in una grande città. E’ l'obiettivo dei quattro Accordi di programma sottoscritti dalla Regione Emilia-Romagna, Unione Terre Verdiane (Parma), Associazione intercomunale Reno-Galliera (Bologna), Associazione intercomunale Cinque Castelli (Bologna) e Comunità Montana Valle del Marecchia (Rimini). Non più servizi di polizia municipale composti da pochi addetti, quindi, ma strutture sufficientemente robuste, in grado di coprire più realtà vicine in modo uniforme, come se si trattasse di un unico territorio: è quanto prevede la legge regionale 24 del 2003 sulla sicurezza e la polizia locale, che indica come punto di riferimento nuclei con almeno 30 operatori (in Italia, in generale, il minimo è di 7). “L'impegno sulla sicurezza è una priorità per la Regione - ha ribadito il presidente Vasco Errani, durante la firma degli Accordi - Costruire quindi politiche che diano maggiore qualità nei servizi e sul territorio, per il presidio delle regole e delle norme, è un elemento importante, che ci permette di garantire più sicurezza ai nostri cittadini”. Gli Accordi sono legati anche “al processo positivo di aggregazione dei Comuni - ha aggiunto Errani - , che ci consente di governare al meglio il territorio”. Infine, i dati raccolti sul lavoro svolto dai Corpi intercomunali nella fase preliminare alla sottoscrizione degli Accordi “sono molto significativi - ha concluso il presidente - : diminuiscono gli incidenti, le infrazioni. Ciò vuole dire che un migliore presidio del territorio promuove comportamenti virtuosi dei cittadini”.

Se quella dell'obbligo a sedici anni, ancorché passata un po' in sordina, è davvero una svolta epocale per la scuola italiana, il successo del processo di riforma che il governo sta portando avanti ("un processo a strappi - commenta Simoncini - ma comunque da sostenere") dipende anche dalla piena attuazione del Titolo V della Costituzione, laddove affida alle Regioni le competenze in materia di programmazione scolastica. "Per far funzionare la programmazione è necessario poter gestire le risorse umane e finanziarie cosa che, al momento, per le Regioni non è possibile perché i fondi restano centralizzati. Ma su questo qualcosa si sta muovendo. Il 28 febbraio le Regioni si incontreranno con il ministro Fioroni e si ipotizza l'avvio, entro aprile, di un tavolo formale". In attesa di un accordo nazionale, la Regione sta portando avanti la sua battaglia contro la dispersione scolastica (in Toscana oggi siamo al 17% - ha detto l'assessore - ma l'obiettivo cui puntiamo è quello di portarla al 10% entro il 2010, così come vogliamo portare la percentuale dei diplomati dall'attuale 78% all'85% indicato dalla Ue". Per raggiungere questi obiettivi, sono stati messi a punto numerosi interventi, tutti volti all'obiettivo di realizzare una "scuola pubblica di qualità, che non lasci indietro nessuno".

 

 

Lazio e Corea unite nel segno dell’innovazione

 

(9colonne Atg) ROMA - “Esistono prospettive concrete di cooperazione tra Lazio e Corea del Sud, soprattutto nel settore della ricerca e dell'innovazione tecnologica”. Lo ha dichiarato il 16 febbraio il presidente di Sviluppo Lazio Giancarlo Elia Valori in occasione della visita al Tecnopolo di Castel Romano del presidente della Corea del Sud Roh Moo-hyun. All'incontro hanno partecipato anche il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, l’assessore a Sviluppo economico, ricerca, innovazione e turismo Raffaele Ranucci e il presidente del Tecnopolo Brunetto Tini. Valori ha definito “di interesse reciproco” la collaborazione che può essere sviluppata tra la regione Lazio, il cui modello industriale è ormai riconosciuto di “alta qualità”, e la Corea del Sud in un grande numero di settori: chimico-farmaceutico, tecnologia d'informazione e telecomunicazioni, agroalimentare, moda, cinema e audiovisivo, cartario, edilizia, ricerca scientifica e aerospaziale, nautica. Una collaborazione, ha precisato, per il cui sostegno Sviluppo Lazio sta “operando concretamente”, e che tende non solo a migliorare gli scambi commerciali ma soprattutto a migliorare gli investimenti in imprese miste all'estero nei settori di interesse per i nostri partner internazionali". In questo ambito, Corea e Regione Lazio “debbono passare dalla fase del semplice commercio a quella della collaborazione industriale e tecnologica”. Un campo nel quale, ha sottolineato Valori, “la grande esperienza del Lazio, che è un centro di ricerca industriale di rilevanza europea, può essere preziosa”. "Il Tecnopolo è uno dei fiori all'occhiello della nostra regione”, ha detto Marrazzo. “Il Lazio è storicamente una regione votata all'incontro con gli altri Paesi. La nostra - ha aggiunto - è un'economia in crescita, che investe il 2 per cento del Pil nella ricerca. E proprio nel campo dell'innovazione il rapporto con la Corea può rivelarsi molto proficuo”. Il presidente Moo-hyun ha spiegato: "La sinergia tra il Tecnopolo Tiburtino e quello di Castel Romano rappresenta un modello da seguire per noi coreani. L'Italia ha ancora tanto da insegnarci. Proprio per questo sono sempre di più gli studenti coreani che vengono nel vostro Paese". La Corea è oggi l'undicesima economia mondiale, la terza in Asia dopo Cina e Giappone. Il tasso di crescita del Pil per il 2006 vicino al 4,8 per cento candida il Paese a protagonista dell'economia globalizzata del XXI secolo. L'Italia è al momento il tredicesimo partner commerciale della Corea e la visita del presidente Moo-hyun mira anche a intensificare e sviluppare gli scambi commerciali e le opportunità di investimento dall'Italia e verso l'Italia.

 

 

Lucania a caccia di siti archeologici... col satellite

 

(9colonne Atg) ROMA - Un nuovo approccio, basato sull’impiego di tecniche di elaborazione di dati satellitari, ha consentito ad un gruppo di ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche di individuare, per la prima volta, tracce di strutture sepolte appartenenti a villaggi medievali abbandonati dell’Italia meridionale. Con l’ausilio dei sensori di nuova generazione, come quelli utilizzati su QuickBird, il satellite di Google Earth, è stato infatti possibile identificare anomalie del terreno, che hanno consentito la scoperta di un insediamento medievale a Monte Irsi, ai confini tra Basilicata e Puglia. “I dati resi disponibili dal satellite”, dice Rosa Lasaponara dell’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale (Imaa) del Cnr, “offrono possibilità di elaborazione maggiori rispetto alle tradizionali foto aeree. La presenza di strutture sepolte nel sottosuolo modifica le proprietà di superficie, ossia la crescita della vegetazione, i valori di umidità del suolo, l’altimetria del terreno producendo tracce non sempre visibili dall’occhio umano e neanche da foto aeree, ma rilevabili solo grazie alla disponibilità di dati multispettrali, ossia acquisiti in differenti bande dello spettro elettromagnetico. La visibilità di tali tracce è stata poi enfatizzata mediante analisi statistiche in grado di accentuare il contrasto tra le superfici sovrastanti le strutture sepolte e quelle circostanti”. La scoperta di Monte Irsi non è l’unico successo ottenuto dagli scienziati del Cnr. “Anche nella zona di Monte Serico, in Basilicata”, dice Nicola Masini, ricercatore dell’Ibam-Cnr, l’Istituto per i beni archeologici e monumentali diretto dal prof. Francesco D’Andria, “siamo riusciti a ricostruire la ‘forma urbis’ di un villaggio medievale, già scoperto da noi nel 1995 con l’ausilio di immagini aeree. Inoltre, a Metaponto, l’elaborazione di immagini QuickBird sta consentendo di rilevare anomalie riferibili ad antiche divisioni agrarie e a canali di drenaggio realizzati oltre 2000 anni fa, in epoche durante le quali i livelli delle falde e la costa del mare erano diversi rispetto ad oggi”. E a confermarlo sono i numerosi paleo-alvei, alcuni già individuati dall’archeologo Adamesteanu negli anni’60, altri scoperti dai ricercatori del Cnr con l’ausilio delle immagini satellitari, che stanno restituendo un reticolo idrografico sepolto molto diverso da quello attuale. “Tali scoperte aprono nuove prospettive di conoscenza delle dinamiche insediative nel territorio di Metaponto, dall’VIII sec. a.C. al Medioevo”, conclude Masini. “Inoltre forniscono utili informazioni sull’evoluzione del paesaggio e dell’ambiente nel litorale ionico, da correlare a fattori di tipo climatico e tettonico”. Attualmente il team del Cnr si sta occupando dei torrenti Celone e Cervaro, nella zona del Tavoliere in Puglia, tra Toria e Lucera, dove si registra una delle più alte concentrazioni di insediamenti neolitici d’Europa. Numerose campagne di scavo a partire dai primi anni ‘50 hanno infatti portato alla luce villaggi di notevoli dimensioni, protetti da fossati e costituiti da compound di forma circolare e semicircolare, su cui venivano realizzate le capanne, come riferisce Maria Tunzi della Soprintendenza archeologica pugliese. E da questa ricerca dipenderà l’installazione di pale eoliche su cui la stessa Soprintendenza dovrà esprimere un parere di competenza.

 

 

Idrogeno da fonti rinnovabili: in Toscana un progetto da 11 milioni

 

(9colonne Atg) FIRENZE - La Toscana punta sull'idrogeno. E’ partita nei giorni scorsi una serie di attività che porterà alla circolazione su strada dei primi prototipi, un Fiat Ducato (a motore endotermico) e un Piaggio Porter (ad alimentazione elettrica da fuel cell). Due tipi di motori diversi ma accomunati dal vettore utilizzato, l'idrogeno e dal fatto che entrambi sono ad emissione zero. Cioè non inquinano e non contribuiscono all'effetto serra. E poi ancora, vedremo andare a idrogeno una piccola flotta di bus all'aeroporto Galilei di Pisa, parte dei veicoli del Consorzio pisano di trasporti. Faranno compagnia alla piccola flotta di prototipi già esistenti - presentata allo scorso meeting di San Rossore - costituita da uno scooter Piaggio, una Fiat Multipla, un Doblò e una bicicletta a motore. Solo qualche esempio, per capire in quale direzione vanno le iniziative sostenute dalla Regione in questo campo, a cominciare dall'obiettivo di costruire un sistema di mobilità rispettoso dell'ambiente e della salute dei cittadini. Con la firma di un protocollo d'intesa viene compiuto oggi un nuovo passo avanti per la realizzazione di un progetto integrato e multidisciplinare per la costituzione del distretto dell'idrogeno, per la produzione - attraverso fonti di energia rinnovabile - allo stoccaggio, alla distribuzione, alla sperimentazione e realizzazione di motori per auto e scooter. Al traguardo, che consentirà di passare dalla ricerca teorica, nel chiuso dei laboratori, alla sperimentazione su strada dei primi veicoli, si arriva con il coinvolgimento di pubbliche amministrazioni e università, mondo della ricerca e delle imprese, pubblico e privato. Un intero territorio, insomma, che fa gioco di squadra per valorizzare i propri punti di forza, riconvertire il proprio tessuto produttivo e prepararsi alle sfide che, inevitabilmente, ci attendono sul piano energetico e ambientale.

Avviato lo scorso anno grazie all'accordo fra Regione Toscana, ministero dell'Università e della ricerca e ministero dell'economia, il progetto vede il suo centro propulsore nell'area pisana, che si candida così a diventare la futura sede di un distretto dell'idrogeno. Numerosi i partner del progetto, fra questi il Dipartimento di ignegneria meccanica e altri tre dipartimenti dell'Università di Pisa e la Scuola superiore di Sant'Anna, che hanno già avviato l'attività di ricerca di base. A questi si aggiungono numerosi altri soggetti, pubblici e privati, come la Piaggio, il Crim (Center for applied research in micro and nano engineering), In Sat Lab Innovazione nei sistemi aziendali, Irpet, ILT Technology, la P&G Mele, la Società Aeroporto Galilei, il Consorzio pisano trasporti, la Provincia di Pisa e il Comune di Pontedera. L'investimento complessivo previsto è di 10,9 milioni di euro. Il progetto è stato candidato dalla Regione al finanziamento CIPE all'inizio dello scorso anno. Oggi è arrivato il via libera a una prima tranche di fondi di oltre 5 milioni di euro che consente l'avvio delle attività di ricerca di base. La Regione si impegna inoltre a concedere un ulteriore contributo di 150 mila euro per il sostegno alla formazione, mentre la società consortile Pont-tech assicurerà l'integrazione fra le diverse attività del progetto, curando in particolare il trasferimento tecnologico dalla sfera della ricerca alla produzione industriale. La Provincia di Pisa contribuirà, con gli strumenti di programmazione, a coordinare il progetto e a verificarne le ricadute sul sistema produttivo locale, nonchè all'acquisto di un automezzo. Il Comune di Pontedera si impegna a destinare al progetto spazi riservati all'interno del Centro di ricerca e formazione sull'innovazione tecnologica-incubatore di imprese e a destinare un'area pubblica per l'installazione di un generatore eolico che servirà anche per produrre idrogeno. Fra gli obiettivi dei firmatari il reperimento di ulteriori finanziamenti, anche attraverso i nuovi programmi operativi dei fondi europei (Fers e Fse) per il periodo 2006-2013, che serviranno a portare avanti le ulteriori fasi del progetto fino ad arrivare ai primi veicoli circolanti su strada e alla definizione di un sistema ottimale di produzione, stoccagggio, trasporto dell'idrogeno.

 

 

Ravenna: Nauticamed si apre al mondo

 

(9colonne Atg) RAVENNA - Sidi-Eurosportello, azienda speciale della Camera di Commercio di Ravenna, in collaborazione con l'Istituto Nazionale per il Commercio Estero, organizza NauticaMed World, manifestazione internazionale della nautica che si svolgerà a Ravenna il 2 marzo e 3 marzo. L'evento - che è stato presentato il 20 febbraio alla Camera di Commercio della città romagnola - rappresenta un'interessante opportunità per tutti gli operatori del settore che intendono esplorare e/o consolidarsi sui mercati internazionali. Si propone, infatti, di promuovere stabili rapporti commerciali con le aziende dei paesi esteri selezionati, organizzando incontri tecnico-commerciali tra gli operatori italiani e gli operatori esteri. Dopo NauticaMed Tunisia 2006, questa quarta edizione esce dai confini del Mediterraneo per aprirsi a nuove aree geografiche: Australia, Nuova Zelanda, Cina, Hong Kong, Taiwan, Canada e Brasile. I settori coinvolti sono quelli della cantieristica da diporto e del suo indotto (dalla subfornitura ai cantieri nautici, dalla componentistica all'arredamento/accessori, dai servizi turistici e di chartering alla progettazione e al design).

 

 

Italiani nel mondo

 

Sanremo: Piero Mazzocchetti, storia di un emigrante di successo

 

(9colonne Atg) ROMA - “Aver appreso la mia presenza al Festival di Sanremo è stato uno shock indescrivibile, è come se parte dei miei sogni si fossero da quel giorno realizzati”. Sono le parole di Piero Mazzocchetti uno degli artisti che parteciperanno alla prossima edizione del Festival nella categoria dei big. Non è un caso se Pippo Baudo, nell’annunciare il suo nome, aveva sottolineato che “a Sanremo i sogni diventano realtà”. Infatti la storia del tenore abruzzese sembra uscita da un romanzo: nato a Pescara il 23 marzo del 1978 da “gente semplice” (il padre è camionista mentre la madre è operaia), inizia a studiare pianoforte a 7 anni e canto a 13. Subito si deve scontrare con le difficoltà di emergere nel panorama musicale italiano, caratterizzato da un pubblico attento più alla scena internazionale che a quella interna. Nonostante ciò, con l’aiuto della famiglia, riesce a portare avanti questa sua passione e suona nei piano bar di tutto l’Abruzzo. Ma, come per altri nostri connazionali sparsi per il mondo, la grande occasione non è arrivata nel suolo nazionale, bensì all’estero. Durante un Capodanno passato nel locale di un amico a Monaco di Baviera conosce infatti colui che diventerà il suo manager, Roger Wittmann, che rimase affascinato dal suo talento e lo spinse a trasferirsi in Germania. “La mia partenza per la Germania – racconta l’artista - è stata una scelta di lavoro che mi ha dato la possibilità in quel momento di confrontarmi con un pubblico a me sconosciuto. All'Italia non mancava nulla, ma è stata per me una sfida accettata da giovane che mi ha dato la possibilità di crescere artisticamente e anche umanamente, con il gran vantaggio di aver appreso due lingue importantissime come il tedesco e l'inglese”.

Nonostante le difficoltà di chi si trova a dover costruire una vita “da zero” in un paese straniero, Mazzocchetti riesce ad affermarsi. Da quel momento inizia una brillante carriera che porterà il brano “l’Eternità” in testa alle hit dei singoli e permetterà all’artista italiano di vendere 150 mila album nel paese tedesco. “La mia esperienza tedesca – ricorda il tenore - è stata stupenda, anche se, nel ‘99, sono veramente partito con una valigia di cartone e quindi con grandissime difficoltà logistiche e linguistiche. Nonostante tutto sono riuscito con tanti sacrifici a farmi apprezzare dal pubblico tedesco con la mia musica. Sono stato accolto in maniera molto positiva dai tedeschi, che si sono rivelati un popolo sensibile e accogliente, smentendo così tutti i pregiudizi che avevo nei loro riguardi”. Mazzocchetti viene poi conosciuto anche in Austria e Svizzera e si esibisce anche in America, dove viene accolto con calore dalle comunità italiane residenti in quei Paesi. “Il mio rapporto con le comunità italiane presenti negli altri Paesi, come Canada, Stati Uniti e Argentina – sottolinea il tenore - è semplicemente stupendo. Mi sono accorto gia da tanti anni che gli emigrati italiani hanno mantenuto integro il vero amore per l'Italia. Ricevere i complimenti con le lacrime agli occhi di tutta quella gente mi ha fatto provare delle emozioni straordinarie che porto tutt’ora nel mio cuore”. A questo punto, solo il Bel Paese sembrava essere sordo all’eco del suo successo. Almeno fino al 7 gennaio scorso, quando la voce di Baudo ha consegnato a Mazzocchetti la chance che aspettava da una vita. Da quel momento in Italia è cresciuto l’interesse nei suoi confronti: giornali e televisioni lo cercano per farlo conoscere anche al pubblico nostrano.

Ma l’artista, impaziente di mostrare il suo talento, non sembra affatto spaventato dalla pressione di media e opinione pubblica: “Il fatto che si stia parlando di me in Italia – osserva il tenore - non può far altro che farmi molto piacere anche se vorrei far conoscere Piero Mazzocchetti come artista su di un palcoscenico italiano”. Anzi, il tenore sembra perfettamente in grado di gestire i “veleni” che inevitabilmente il Festival porta con sé e interviene nella polemica divampata nei giorni scorsi: da più parti si sono levate delle critiche ai testi delle canzoni, accusati di contenere un linguaggio troppo volgare. “Ogni interprete – osserva Mazzocchetti - è libero di esporre le sue idee attraverso la musica, con temi più o meno forti. Per quanto mi riguarda però, preferisco cantare l'amore”. Intanto Mazzocchetti ha avuto già un primo approccio con l’Ariston durante le prove, quando l’unico spettatore presente era Baudo stesso. “Salire sul palco è stata un’emozione irripetibile: la scenografia, l’orchestra, le luci e l’atmosfera magica che nonostante l’assenza del pubblico è presente nell’Ariston”. Il suo percorso artistico è stato influenzato dai grandi nomi della musica classica e pop. “Ho avuto come esempi Enrico Caruso, Di Stefano, Lanza, Villa e Carrera per quanto riguarda i classici, Elton John e Lucio Dalla per quanto riguarda la musica pop”. Il suo è un esempio positivo per quei giovani che cercano la loro realizzazione nella musica. “Il consiglio che mi sento di dare a tutti i giovani che vogliono intraprendere questo percorso – dice l’artista - è quello di perseverare, credere nei propri mezzi, di ricercare sempre l'originalità di quello che si propone alla gente”. Ma i programmi di Mazzocchetti non si limitano alla manifestazione sanremese: “Dopo il Festival di Sanremo – si augura l’artista - spero di iniziare una bellissima avventura artistica anche nel mio paese, e non solo”.

 

 

Rai International: fiducia a Badaloni dal coordinamento dei Piccoli Comuni

 

(9colonne Atg) ROMA - Il Coordinamento nazionale dei Piccoli Comuni italiani esprime fiducia a Badaloni e al suo nuovo impianto editoriale per Rai International. “Tantissime - si legge in un comunicato - le mail che giungono da tutte le parti del mondo che segnalano la necessità e l'esigenza di una Rai international che promuova in modo diverso il sistema Italia e in maniera particolare l’eccellenza del nostro Paese, che trova proprio nei piccoli Comuni il “bello italiano”. “Identità, futuro, innovazione e tradizione rappresentano la sfida vera delle nostre piccole comunità locali che proprio attraverso la passione e la competenza di Rai International e del suo direttore Piero Badaloni ripongono la fiducia e la speranza per fare di questa parte del Paese non letto e non scritto una vera opzione possibile di uno sviluppo alternativo, fuori dai canonici circuiti ormai superati. Attraverso Rai International sarà possibile rafforzare quei legami affettivi e di rapporti economici e sociali indispensabili per affrontare e vincere la sfida globale che abbiamo davanti a noi”. L’Italia con i suoi 5634 piccoli Comuni è una grande Paese, un vero unicum nel mondo per quanto riguarda arte, storia, cultura e tradizioni. “In ogni piccolo comune – scrivono - c’è un castello, una chiesa, una storia da raccontare che può diventare una potente calamita per quei milioni di concittadini figli di emigranti di terza o quarta generazione che hanno il desiderio di scoprire le proprie origini, la propria identità. Contro il declino economico. Contro il degrado ambientale. Contro l’impoverimento sociale. Contro il pessimismo. Reagire si può. I Piccoli Comuni puntano all’eccellenza mettendo insieme l’elettronica avanzata e la qualità del paesaggio, l’innovazione e il patrimonio storico, i centri di ricerca e i prodotti tipici. L’Italia dei Piccoli Comuni può trasformarsi in un luogo di successo nel mondo, la nuova linea editoriale del neo direttoredi Rai International è strategica per vincere questa sfida esaltante e straordinaria, a patto che si costituisca una rete della qualità dal basso, valorizzando la creatività, la coesione sociale, la tradizione. Con Piero Badaloni siamo certi che tutto questo è possibile e che la buona comunicazione e la corretta informazione nel mondo porterà notevoli vantaggi al nostro Paese ed ai nostri Piccoli Comuni italiani”.

 

 

Unesco: una giornata internazionale dedicata alla lingua madre

 

(9colonne Atg) ROMA - “Adotta una lingua!” è l’invito alla base del progetto presentato dalla Commissione nazionale italiana per l’Unesco, rivolto alle Università e a tutte le realtà pubbliche o private interessate, in occasione della Giornata internazionale Unesco della lingua madre. Il progetto è stato presentato il 20 febbraio nel corso di una tavola rotonda che ha avuto luogo presso l’Istituto italo-latino americano a Roma. La lingua madre è l’unico mezzo capace di esprimere appieno ogni necessità di comunicazione – spiega l’Unesco –: “non è semplice veicolo di messaggi, ma è l’espressione di tutto un mondo di valori culturali e sociali, di tradizioni e di conoscenze. In questo senso, la lingua è espressione del patrimonio culturale immateriale, che va salvaguardato e trasmesso alle generazioni future”. Più del 50% delle circa 6.700 lingue parlate attualmente nel mondo è oggi a rischio di estinzione. Il 96% delle lingue esistenti al mondo è parlato soltanto dal 4% della popolazione mondiale. Meno di un quarto delle lingue esistenti al mondo sono utilizzate a scuola o su internet. “Chi sa ancora parlare del mondo naturale in cui vive – spiega Maurizio Guerre, linguista dell’Università degli studi l’Orientale di Napoli e promotore del progetto ‘Adotta una lingua!’ –, chi è capace di riconoscere, e descrivere nella sua lingua il canto di un uccello sarà partecipe del suo destino. Chi, invece, sotto la pressione storica della discriminazione e dell’emarginazione viene spinto ad abbandonare il suo mondo, una volta disconosciuta e dimenticata la lingua e la cultura dei suoi antenati, acquisisce altri orizzonti conoscitivi”.

"Questi sono, per lo più, frammentati ed incerti, e, lungi dal renderlo automaticamente un cittadino di un mondo più vasto, lo caricano di ulteriori stigmi di subalternità – aggiunge Guerre -. L’abbandono della lingua madre non fa approdare ad un pieno controllo espressivo in una lingua dominante ma, spesso, a possibilità espressive soltanto parziali, marginali, e, in quanto tali, oggetto di discriminazione". La tutela della diversità linguistica rientra dunque nella più ampia tutela della diversità culturale, la cui salvaguardia “è di fondamentale importanza in un mondo sempre più globalizzato”, spiega la nota. Lo sviluppo del dialogo tra le culture, la promozione del pluringuismo, la tutela delle lingue minoritarie sono i terreni sui quali l’Unesco ha sviluppato diversi programmi di intervento. L'iniziativa vuole promuovere l'"adozione" di una lingua minoritaria o in via di estinzione, in Italia o all’estero. Questo comporta un primo sforzo volto alla documentazione e all’informazione, attraverso diversi mezzi comunicativi, sulla realtà linguistico-culturale identificata. Il coinvolgimento implicherà in una fase successiva azioni positive in contatto con le comunità linguistiche, aventi l’obiettivo di favorire la conservazione e la conoscenza del patrimonio culturale di cui esse sono depositarie.

 

 

Lingua italiana: crescono le iscrizioni ai corsi negli Usa e in Canada

 

(9colonne Atg) NEW YORK - “Nel Nord America, in particolare negli Stati Uniti, le iscrizioni ai corsi d’italiano sono in continuo aumento, in Canada solo nella provincia dell’Ontario si contano circa 32 mila studenti che studiano la lingua italiana a livello elementare a anche alla Brock University si registra una notevole crescita della domanda, al punto da essere costretti ad assumere altri docenti”. Non ha dubbi Anthony Mollica, docente di Glottodidattica presso la Brock University (Ontario, Canada): la nostra lingua nell’area settentrionale del continente americano è molto richiesta. Nella breve intervista rilasciata in occasione del XV corso di aggiornamento per docenti d’italiano per stranieri sul tema “Costruire con le mani, costruire con le parole. La lingua italiana e l’artigianato”, inaugurato il 13 febbraio in Palazzo Firenze a Roma, il professor Mollica ha anche approfondito, alla luce di una vasta esperienza a livello internazionale, il delicato tema dell’impegno del governo italiano per la diffusione e la valorizzazione dell’italiano all’estero: “L’Italia è consapevole di avere una lingua di grande cultura e prestigio, ma spesso i modi utilizzati per tutelarla e promuoverla non sono sempre sfruttati al meglio. Faccio un esempio: in Ontario sono stato il primo Consulente della Provincia per l’italiano e lo spagnolo e, nel momento in cui ho lasciato l’incarico, il Ministero non ha assunto altri consulenti, lasciando così il posto ‘vuoto’ e privando di fatto i docenti di un importante punto di riferimento. Per colmare queste lacune sarebbe opportuno aprire un sito web dove gli esperti possano rispondere alle domande dei docenti. Anche a livello editoriale bisognerebbe studiare edizioni didattiche progettate specificamente per i Paesi a cui sono destinate e non genericamente per coloro che parlano italiano 24 ore su 24”. Il professor Mollica ha infine sottolineato l’esigenza di spiegare espressamente ai giovani i motivi per cui oggi valga la pena di studiare l’italiano e il ruolo fondamentale, in questo contesto, della Società Dante Alighieri con i suoi oltre 5.000 corsi e 200.000 studenti.

 

 

Cgie, Carloni: la prossima plenaria convocata a maggio

 

(9colonne Atg) ROMA - Sarà convocata molto probabilmente dal 7 all’11 maggio la prossima riunione dell’Assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero. E’ quanto ha anticipato il segretario sescutivo del Cgie, ministro Bernardo Carloni, raggiunto telefonicamente da 9Colonne per fare il punto sulle attività del Consiglio. “Come si è potuto evincere dallo scambio di lettere aperte fra il segretario generale Carozza e il consigliere Della Nebbia – spiega Carloni – è stato già tracciato il programma di marcia dell’Assemblea plenaria, che dovrà concludere il percorso di dibattito avviato su due temi prefissati da tempo, quali la riforma del Cgie e l’informazione, che comprende il nuovo assetto di Rai International e i rapporti con la stampa d’emigrazione”. “La novità rispetto al passato – ha aggiunto il segretario – è che questi temi vengono prima sviluppati dalle Commissioni tematiche specifiche, quindi inviati agli organismi locali e alle commissioni continentali che li rielaborano e li ripresentano all’Assemblea plenaria, la quale alla fine si pronuncia sull’esito”. Ad esempio per la riforma del Consiglio si è riunita il 19 e 20 gennaio la III Commissione tematica, che ha elaborato un documento che andrà alle Commissioni continentali, che lo elaboreranno e lo ripresenteranno alla Plenaria di maggio. Stesso discorso per la I Commissione, che si riunirà il 1° e il 2 marzo prossimi per redigere un documento sull’informazione. In questo modo l’Assemblea plenaria diviene un momento in cui le discussioni vengono portate a termine, non iniziate. Fermo restando che nel corso della riunione si potrà e dovrà discutere di qualsiasi tema i consiglieri ritengano di dover portare all’attenzione del Consiglio”. In merito agli attacchi rivolti dai consiglieri di centrodestra, che si sentono scarsamente rappresentati all’interno del Cgie, Carloni puntualizza che “come segreteria il nostro compito è di mantenere una posizione super partes. C’è da dire però che i lavori stanno procedendo senza alcun ostacolo e nel pieno rispetto delle regole”. “Comunque – conclude – all’interno del Comitato di presidenza bisogna reintegrare un posto resosi vacante dalle dimissioni di un consigliere a dicembre. Chissà che questa elezione non possa essere l’occasione di un chiarimento fra maggioranza e opposizione”.

 

 

Cgie, Carozza: “Calendario fissato secondo le regole”

 

(9colonne Atg) ROMA - “Ho letto con la massima attenzione la tua lettera, cosciente dei miei limiti, cercherò di darti argomenti che possano, almeno lo spero, rispondere alle tue preoccupazioni e al tuo stato d'animo stupito, divertito e inorridito che ti ha procurato il comunicato relativo ai lavori del Comitato di Presidenza del Cgie del 9/10 febbraio 2007”: inizia così la lettera aperta che il segretario generale Elio Carozza ha scritto al consigliere del Cgie Walter della Nebbia. Dopo aver ricordato che “la riunione del Comitato di Presidenza del 9/10 febbraio ha fissato il calendario delle riunioni nel più stretto rispetto della citata normativa”, Carozza sottolinea che “il segretario generale deve convocare due assemblee plenarie. Solo due terzi dell'Assemblea può richiedere, motivandola, la convocazione in via straordinaria”. “Il Comitato di Presidenza – prosegue la missiva – ha ritenuto, su mia proposta, e al fine di trovare non solo un migliore coordinamento e collegamento con tutte le articolazioni interne del Cgie ma anche con l'obiettivo di valorizzare il contributo dei singoli Consiglieri, un metodo di preparazione dello svolgimento dei lavori dello stesso Cgie, basato essenzialmente sul lavoro e il contributo delle Commissioni Tematiche e di quelle Continentali”. “Il dibattito in Assemblea plenaria di punti iscritti all'ordine del giorno, analizzati e preparati dalle Commissioni Tematiche, approfonditi e riportati alle realtà Continentali nelle rispettive Commissioni, l'una diversa dall'altra, ne dovrebbe uscire arricchito e dovrebbe facilitare la sintesi e l'adozioni di proposte destinate ad essere trasmesse alle Istituzioni dello Stato – continua il segretario generale nella sua analisi -. Il Cdp ha preso la decisione di convocare le riunioni delle sette Commissioni tematiche al fine di preparare su questa base il lavoro del Cgie”.

“La prossima Assemblea plenaria – aggiunge – vedrà al centro del dibattito i punti relativi alla riforma dello stesso Cgie, alla luce della elezione dei Parlamentari eletti nella Circoscrizione estero, e quelli relativi all'informazione e alla stampa all'estero. Argomenti che saranno trattati anche dalle Commissioni continentali. Il primo punto è stato già dibattuto dalla terza Commissione in occasione della riunione del 19 e 20 gennaio e il documento prodotto sarà in questi giorni inviato ad ogni Consigliere, cosi come sarà per il documento che presenterà la 1 Commissione tematica sull'informazione che si riunirà nei prossimi giorni”. “In occasione della prossima Assemblea plenaria si terrà inoltre il primo dei quattro seminari, quello relativo alla 'Riforma dello Stato' deciso dalla seconda riunione dell'Assemblea permanente tra lo Stato, le Regioni, le Province autonome e il Cgie del novembre 2005. Seminario preparato dalla VI Commissione tematica riunitasi l'8 e 9 gennaio insieme alla 'cabina di regia' – prosegue Carozza –. 'Assemblea plenaria autunnale, la seconda, riprenderà le questioni legate ai corsi di lingua e cultura italiana, alla conferenza mondiale dei giovani, alle tutela dei diritti e all'assistenza. Tematiche che saranno preparate con lo stesso metodo attraverso prima di tutto il lavoro delle rispettive Commissioni, con riunioni da tenersi entro i mesi di maggio, giugno e luglio. Il lavoro prodotto dalle citate Commissioni faranno oggetto di dibattito ed analisi prima di essere sottoposto al dibattito e alla sintesi in plenaria. In occasione della seconda Assemblea plenaria si terrà il secondo seminario deciso dalla seconda riunione dell'Assemblea permanente tra lo Stato, le Regioni, le Province autonome e il Cgie, quello sull'Internazionalizzazione. La preparazione di questo seminario sarà assicurato dalla V Commissione Tematica e dalla 'cabina di regia'".

"Questo è il programma di lavoro predisposto dal Comitato di presidenza del 9/10 febbraio per il 2007 – ha aggiunto Carozza -. In questo quadro ogni consigliere ha avuto ed avrà, se lo ritiene, ogni possibilità e opportunità di compiere in maniera adeguata il compito che gli assegna la legge e che consiste a mettere l'impegno e la volontà al servizio delle nostre Comunità che vivono nel mondo per rispondere ai loro bisogni ed alle loro aspettative , nonché a consegnare alle nostre Istituzioni gli elementi che permettano loro di meglio legiferare in materia di politiche riguardanti gli italiani nel mondo. In questo ambito il mio principale obiettivo è di garantire a tutte e tutti i Consiglieri, piena agibilità e visibilità". "Significativi passi in avanti in questa direzione, evidentemente necessari, si potranno realizzare attraverso un costante dialogo e rispetto di ognuno e di tutti – conclude il segretario generale del Cgie -. Infine è opportuno ricordare che il Cgie ha tenuto negli ultimi cinque mesi due Assemblee plenarie con annessi comitati di presidenza ed altrettante riunioni delle Commissioni tematiche, nonché due riunioni per ognuna delle Commissioni Continentali, due riunioni straordinarie di Commissioni tematiche ed una riunione del Comitato di presidenza".

 

 

Cgie, Della Nebbia: “Scorretto non convocare la terza Assemblea Plenaria”

 

(9colonne Atg) HOUSTON - Nuovo capitolo della querelle a distanza fra il consigliere del Cgie Valter Della Nebbia e il segretario generale Elio Carozza. Dopo la risposta di quest’ultimo, che nei giorni scorsi aveva risposto ai dubbi sollevati da Della Nebbia in merito alla non convocazione della terza Assemblea Plenaria, oggi il consigliere eletto negli Stati Uniti ribatte nuovamente a Carozza con una lettera aperta: “Sono contento – scrive - che ti sia letto il regolamento, tutto ciò che citi è coretto. Però: è forse vero che l’assemblea plenaria si è sempre riunita tre volte l’anno dal primo mandato al 2005? Come ben sai, essendo più anziano di me (di Cgie naturalmente), la domanda è retorica. Tranne casi particolari ci si è sempre riuniti tre volte l’anno. Da bucolico (per non dire contadino) mi sembra di capire che gli usi e costumi se non sono contrari alla legge fanno testo. Mi hai confermato che il CdP ha fatto sua una tua proposta che di fatto cambia, forse in positivo, il modus operandi del Cgie. E’ legale? Probabilmente sì. E’ coretto? Sicuramente no”. “Hai preso una decisione – prosegue Della Nebbia - solo con il consenso del CdP. Un CdP in cui non siede nessun consigliere residente in Africa (un intero continente). Un CdP in cui non sono rappresentati il 50% degli italiani residenti all’estero”. “Il convocare o meno l’Assemblea Plenaria è una questione politica – si legge più avanti - non amministrativa. E’ una cosa nuova, andava decisa insieme. Se mi rispondi con un articolo di legge allora non sono riuscito ad esprimere le mie preoccupazioni in maniera corretta”. “Vedi caro amico – conclude Della Nebbia - la legge non è un elastico che si tira e molla ad esigenza. Tanto ti dovevo per rispetto ai 72 connazionali che mi hanno eletto. E sì, perché anche in questo siamo diversi. Secondo la vostra logica io rappresento solo 72 individui invece voi del CdP rappresentate 4 milioni d’Italiani anche non sanno neanche chi siate”.

 

 

I Ds Europa verso il convegno nazionale

 

(9colonne Atg) BASILEA - “Il prossimo congresso nazionale dei Democratici di Sinistra, che si celebrerà a Firenze nella seconda metà del mese di aprile, ha tutti gli attributi per essere ritenuto un appuntamento cruciale con la storia italiana e dal quale può felicemente ripartire il futuro politico del nostro Paese. A questo evento si stanno preparando anche le organizzazioni del nostro Partito all’estero che, come quelle italiane, sono sollecitate a ricercare le giuste motivazioni per contribuire attivamente al dibattito sull’evoluzione politica e culturale che dovrà assumere il più grande partito socialista europeo”. E’ quanto si legge in una nota diffusa da Michele Schiavone, segretario dell’Unione regionale Ds in Europa. “Le esperienze delle nostre organizzazioni all’estero – prosegue Schiavone - saranno tanto utili al dibattito nazionale quanto più convinta sarà la scelta del nostro partito di aprirsi al mondo per far affermare nel nostro paese i valori di una democrazia moderna, praticata, condivisa e compiuta. Tema del dibattito congressuale è la costituzione di un partito nuovo nel quale possano trovare piena cittadinanza e rappresentanza tutte le esperienze riformiste italiane di riferimento socialiste, cattoliche e repubblicane alle quali affidare la modernizzazione delle istituzioni, dell’economia e della società italiana. In questo progetto non può essere ritenuto marginale il grado d’integrazione sociale e politica raggiunto dalle nostre comunità all’estero, che invece può arricchire di idee e di contenuti il proscenio del futuro partito democratico”. “La ricerca di un orizzonte ideale – si legge - nel quale collocare le attuali forze riformiste, socialiste, socialdemocratiche, progressiste e democratiche italiane all’estero, assieme alla grande rete dell’associazionismo, rappresenta il traguardo in cui far confluire l’impegno comune di storie e tradizioni politiche, che per molti decenni hanno usato linguaggi diversi anche all’estero. Solo negli ultimi anni, con le elezioni dei Comites e del Cgie e quelle dello scorso mese di aprile per il rinnovo del Parlamento italiano queste hanno riscoperto un alfabeto identitario, che le ha rese protagoniste delle sorti delle comunità italiane all’estero e determinanti per la formazione dell’attuale governo del nostro Paese”.

“I riflettori della ribalta – scrive Schiavone - oramai sono puntati sul futuro del nostro partito e sul dibattito politico che si è aperto dentro le sezioni e nell’opinione pubblica italiana in merito al percorso costituente del Partito Democratico e al suo futuro ancoraggio internazionale. Contestualmente la scena si sposta anche sulle organizzazioni e sugli organismi presenti all’estero. Intorno ad esse c’è una rinnovata attenzione e tanta curiosità rispetto all’incidenza che potranno avere nel dibattito nazionale. Perciò siamo convinti che questa grande opportunità vada colta per dare alla politica italiana gli atout necessari per ricomporre il tessuto etico politico della nazione lacerato dai troppi fallimenti degli ultimi anni e per dare all’Italia un’idea nuova di se in un Europa che ha urgente necessità di diventare attore politico globale”. “Allora – aggiunge l’esponente dei Ds all’estero - nella discussione congressuale che ci accingiamo ad aprire all’estero la domanda spontanea che più o meno dovremmo porci è la seguente: che apporto al dibattito può venire dalle esperienze maturate dalle nostre comunità all’estero per risollevare le sorti di un paese divenuto improvvisamente troppo piccolo in un mondo sempre più grande? E in questo mondo globalizzato le nostre comunità all’estero come potranno costruire le reti di relazioni sociali, politiche, di solidarietà, di cooperazione, di beni collettivi con il nostro Paese? Non c’è ragione di dubitare che le risposte potranno essere all’altezza delle aspettative se tra le nostre comunità all’estero il nostro partito saprà far affermare il senso della politica e della partecipazione continuando, anche in un progetto nuovo, a saldare il contatto con la società e con le nuove generazioni”.

 

 

Razzi (Idv) presenta un pdl per l’insegnamento dell’italiano all’estero

 

(9colonne Atg) ROMA - “L’insegnamento della lingua e della cultura italiana è una priorità per gli italiani all’estero. Le norme che attualmente regolano l’intervento dello Stato italiano sono ormai superate dal tempo e dall’evoluzione sociale delle nostre comunità. Per questo ho presentato una proposta di legge che intende riformare gli interventi all’estero dell’insegnamento e la promozione della lingua e cultura italiana”. Lo ha dichiarato Antonio Razzi, deputato dell’Italia dei Valori eletto nella circoscrizione Estero. “La proposta – spiega Razzi - rappresenta una vera e moderna riforma delle istituzioni scolastiche italiane all’estero. Poggia essenzialmente su due punti fondamentali: il ruolo dello Stato italiano, le esigenze delle famiglie dei nostri connazionali di usufruire dell’insegnamento dell’italiano. Sul primo punto, chiarisco che io ritengo fondamentale mantenere la centralità dell’intervento pubblico statale su questo argomento. E’ interesse dell’Italia promuovere la lingua italiana con la stessa determinazione in cui il nostro Paese si sforza di promuovere la diffusione del Made in Italy. Ci sono nell’ultima Finanziaria massicci interventi di promozione dei nostri prodotti all’estero. Bene, allo stesso modo deve esserci uno sforzo a sostenere la promozione e l’insegnamento dell’italiano ai nostri connazionali, perché ciò rappresenta una speranza concreta di sviluppo futuro del nostro Paese”. “Dobbiamo investire – prosegue il deputato - sui nostri giovani connazionali residenti all’estero, se vogliamo esportare meglio e di più. Se si investono 10 euro sulle merci, dobbiamo allora investirne 100 sulle persone che veicolano con la loro semplice presenza queste merci. Se non ci sforziamo di fare questo rischiamo di rendere inutile l’investimento sull’economia”.

“Sono le persone – continua Razzi - i cittadini il vero centro di attrazione dell’italianità, non i soli prodotti. Essi senza l’umanità italiana che pervade le società ospitanti non sono nulla. Sono solo prodotti effimeri destinati all’attenzione effimera o stagionale. Gli italiani all’estero con la loro vita e la loro testimonianza sono la garanzia della diffusione del made in Italy. Il secondo punto riguarda le esigenze specifiche delle famiglie di connazionali nelle diverse aree geografiche. Richiedono più intervento, ma esso deve essere concorrenziale ed integrato alle altre offerte formative che all’estero già esistono”. “Nella mia proposta di legge – spiega l’onorevole - ho inserito la necessità di attivare interventi gratuiti di insegnamento dell’italiano, per i cittadini italiani in età di obbligo scolastico. Così come la garanzia della gratuità dei materiali scolastici per i nostri ragazzi in età di obbligo scolastico. E’ un principio di adeguamento alle norme previste dalla nostra Costituzione. I cittadini italiani devono poter contare su uno Stato che garantisca loro l’insegnamento della lingua e cultura italiana gratuitamente fino all’età dell’obbligo scolastico”. Razzi sottolinea che questo intervento non rappresentano costo elevato? “Esso – dice - è da considerarsi un ottimo investimento. E quando si investe sui propri cittadini si investe bene. Inoltre è questo il dovere di uno Stato investire bene, ma, ripeto, soprattutto sulle persone. I cittadini sono sempre un buon investimento ed a differenza delle merci e dei prodotti non deludono mai. C’è una tendenza ad anteporre i marchi alle persone: ha il fiato corto”. “Io con 41 anni di emigrazione – conclude il deputato - ritengo più utile che l’italiano come lingua non si estingua. Per questo nella riforma insisto su un più adeguato intervento sinergico tra vari ministeri, affinché si ottenga una potenziata promozione di istituzioni – adeguate e moderne, – e di interventi per arginare quella che sembra la fine già scritta della nostra lingua all’estero”.

 

 

Italia-Canada: interrogazione su ratifica convenzione delle doppie-imposizioni

 

(9colonne Atg) ROMA - Gino Bucchino, deputato dell’Ulivo, ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione parlamentare per sollecitare l’approvazione della nuova convenzione italo-canadese contro le doppie imposizioni fiscali. L’onorevole, eletto nella Circoscrizione estero (America Settentrionale e Centrale) e iscritto all’Ulivo, ha ritenuto “improrogabile” l’interrogazione per sollecitare l’entrata in vigore di una convenzione firmata nel 2002 dalle due Parti contraenti ma ratificata solo dal Canada. “La nuova convenzione – afferma Bucchino - deve sostituire quella in vigore dal 1981 che, soprattutto per quanto riguarda la tassazione delle pensioni e dei redditi di alcune categorie di lavoratori, ha sollevato un  grave contenzioso ancora irrisolto”. Come sottolineato nell’interrogazione di Bucchino tale nuova convenzione, se approvata, “porterebbe positivi benefici ai cittadini italiani e canadesi e rappresenterebbe anche un importante stimolo per lo sviluppo di scambi commerciali e di investimenti tra i due Paesi”. “Come è noto infatti – spiega il deputato - le convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni sono accordi internazionali che individuano quale dei due Stati contraenti debba esercitare la propria potestà impositiva nei confronti di soggetti giuridici residenti in uno di essi che abbiano maturato redditi nell’altro. Oltre allo scopo di eliminare le doppie imposizioni, le convenzioni mirano anche a prevenire l’evasione e l’elusione fiscali eliminando le doppie esenzioni. Oggetto delle convenzioni sono le imposte sul reddito e, in alcuni casi, taluni elementi del patrimonio”. Nell’interrogazione si legge che in base agli atti di ufficio del ministero degli Esteri risulta che l’iter di ratifica della Convenzione è stato sospeso dall’Ufficio Legislativo Tesoro del ministero dell’Economia e delle Finanze che segnalava una possibile perdita di gettito erariale con l’applicazione della stessa.

Bucchino evidenzia invece come “nel predisporre la nuova Convenzione le parti contraenti hanno senza meno ponderato vantaggi e svantaggi della stessa decidendo di firmarla” e chiede quindi “quali sono i motivi dei ritardi della ratifica della nuova Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali tra l’Italia ed il Canada firmata ad Ottawa il 3 giugno 2002”, se e come “i ministeri italiani competenti hanno risposto alle numerose sollecitazioni delle autorità canadesi che chiedevano una rapida approvazione della Convenzione”, quali urgenti misure ed iniziative si intende adottare “per onorare gli impegni assunti con le collettività italiane in Canada e canadesi in Italia e con il governo canadese”, e trovare “le  risorse eventualmente necessarie all’entrata in vigore di tale Convenzione”.

 

 

Made in Italy: apre il portale-guida ai prodotti italiani

 

(9colonne Atg) ROMA - Sarà operativo a tutti gli effetti alla fine del mese il portale madeinitalymagazines.com, il sito web offerto dal Made in Italy Group per soddisfare, in maniera personalizzata, le esigenze, le attese di reperimento e di consumo, dei migliori prodotti italiani per le aree di bisogno più importanti, quali la buona tavola e il tempo libero. Il presidente del gruppo, Mariano Turrisi, intende rafforzare l’attenzione verso il pubblico retail: con l’offerta che si sviluppa attraverso la collaborazione di un circuito d’imprese, fra le più autorevoli e prestigiose, che forniranno alla clientela, al miglior costo, le migliori specialità originali prodotte solo ed esclusivamente in Italia. L’iniziativa si rivolge a milioni di famiglie americane e a un mercato costituito da fruitori che si trovano a proprio agio con l’uso di strumenti e servizi multimediali. Col nuovo portale del Made in Italy Magazine verranno presentati al pubblico prodotti d’altissimo livello, ricercando le possibili sinergie per implementare progetti congiunti tra il Paese di produzione, l’Italia, e l’area di distribuzione dell’America settentrionale.

 

 

Il Regno Unito e la Spagna cercano medici italiani

 

(9colonne Atg) ROMA - Il Regno Unito cerca in Italia medici specializzati in neuropsichiatria infantile. A tale sono stati organizzati due seminari di informazione, a Roma il 2 marzo, (riservato a medici della Regione Campania) e a Palermo il 17 marzo, presso l'Università. Per partecipare agli incontri è necessario inviare il proprio curriculum, compilato in lingua inglese, secondo i criteri suggeriti nel sito www.britain.it, agli indirizzi RomeNHS@fco.gov.uk e eures@provincia.pv.it, per Roma in tempi brevi e per Palermo entro il 9 marzo. Ai candidati sono richiesti laurea in medicina, specializzazione in neuropsichiatria infantile, esperienza post-specializzazione e ottima conoscenza della lingua inglese. Sono previsti contratti a tempo determinato e indeterminato e retribuzioni che oscillano tra i 100 mila e i 135 milaeuro, oltre a tempo protetto per lo studio, programma di adattamento e aiuto per la ricerca dell'alloggio. E anche la Spagna, attraverso il Coordinamento nazionale Eures del ministero del Lavoro, cerca medici italiani. Questa volta si tratta di un'offerta di lavoro proveniente da un'importante clinica privata di San Sebastiàn (Paìs Vasco) che intende assumere tre specialisti in pediatria e due in ginecologia e ostetricia. Sono previste retribuzioni annuali pari a 42 mila euro. Qualora necessario, si darà la possibilità ai medici di imparare la lingua spagnola. Gli interessati possono inviare la loro richiesta, corredata di curriculum vitae, all'indirizzo di posta elettronica: eures-guipuzcoa.morcillo@inem.es.

 

 

Aie: missione in Cina per 30 editori italiani

 

(9colonne Atg) PECHINO - Dal 24 febbraio al 4 marzo una trentina di editori italiani, in rappresentanza di 15 case editrici, saranno a Pechino per conoscere nei dettagli la realtà cinese, per una missione organizzata dal locale Istituto per il Commercio Estero (Ice), in collaborazione dell’Associazione Italiana Editori (Aie). La spedizione rientra nella chiusura dell’Anno dell’Italia in Cina ed è lo step successivo all’indagine sul mercato commissionata dall’Istituto nazionale per il Commercio Estero di Pechino alla società Bejiing Topview Consulting Camp, Trading Ltd. Ed ecco quindi grandi e piccoli editori insieme, dal settore narrativa a quello scolastico, da quello scientifico a quello dell’arte e in particolare a quello per ragazzi, visiteranno le principali librerie di Pechino e incontreranno i colleghi orientali, quali rappresentanti di tutta la filiera, per avviare relazioni più strette dopo l’interesse dimostrato da questi nelle recenti Fiere internazionali del Libro. Si tratta di un’occasione irripetibile per l’editoria italiana, se si pensa che dopo l’adesione della Cina al Wto, nel 2001, e la sua conseguente apertura a livello mondiale; il mercato di lingua cinese è diventato il secondo per numero di cessione di diritti, dopo quello di lingua inglese, per Paesi come Francia e Germania.

Un mercato enorme, a cui vendere diritti e in cui i libri di testo (scolastici e universitari) costituiscono quasi il 50% della produzione editoriale e in cui il segmento dei libri per l’infanzia (sono 200milioni i piccoli lettori cinesi) copre il 20% del totale del business del copyright dei libri. L’Italia vuole colmare il gap che ad oggi non le permette di comparire tra i principali fornitori della Cina, nella classifica dell’import-export di copyright. Una graduatoria in cui Stati Uniti e Regno Unito si dividono il 60% del mercato, seguiti da Taiwan, Giappone, Corea e Germania. Anche se l’Italia non è ancora tra i principali fornitori della Cina, c’è grande interesse verso il nostro Paese, tra produzioni artistiche, cultura e un particolare stile di vita. L’interesse cinese per i testi italiani si rivolge soprattutto verso il settore destinato ai ragazzi, della psicologia applicata, del management e dell’insegnamento delle lingue straniere, dei libri di viaggio e svago, del lifestyle (bellezza, cosmetica, moda, cucina) e di quelli d’arte, architettura e design.

 

 

Sicilia Mondo: al via il concorso letterario per giovani

 

(9colonne Atg) CATANIA - C’è tempo fino al 31 agosto prossimo perché i giovani siciliani residenti all’estero possano presentare i propri lavori per l’ottava edizione del “Premio Letterario Giovanile Sicilia Mondo 2007”, quest’anno incentrato sul tema “Come vedi la Sicilia e l’Italia? Come vorresti che fossero? Cosa proponi a Sicilia Mondo?”. Il concorso è riservato a giovani siciliani all’estero, con età compresa tra i 16 e i 35 anni, in grado di comprovare le loro origini, proprio attraverso una stesura in lingua italiana, della lunghezza minima di 2 cartelle a quella massima di 15, di 30 righe e per un massimo di 60 battute dattiloscritte. Al primo classificato spetterà un Viaggio in Sicilia (comprensivo di biglietto aereo and/rit e un soggiorno gratuito di 7 giorni), una targa ricordo ed un abbonamento al periodico d’informazione “Sicilia Mondo”; al secondo classificato, invece, spetterà un libro ed un abbonamento al periodico d’informazione “Sicilia Mondo”; infine al 3° classificato un abbonamento al periodico d’informazione “Sicilia Mondo”. La giuria, composta da personalità del mondo culturale, verrà resa nota al momento della premiazione. La premiazione avverrà a Catania in data da destinarsi e a tutti i partecipanti verrà inviata gratuitamente una copia della rivista “Sicilia Mondo”, con la classifica finale del concorso. I risultati e i testi selezionati saranno poi pubblicati sul sito Internet siciliamondo.it ed ai vincitori sarà dedicato uno speciale sulla rivista ufficiale “Sicilia Mondo”.

 

 

Norimberga: la Dante Alighieri premia le autorità cittadine

 

(9colonne Atg) NORIMBERGA - Si è svolta nella Marmorsaal (Sala Marmorea) del Presseclub di Norimberga la cerimonia di consegna delle tre medaglie d’oro assegnate dalla Società Dante Alighieri a Ulrich Maly, sindaco della città, a Massimo Darchini, console generale d’Italia a Norimberga e a Franz Gebhardt, consigliere comunale della città. Alla cerimonia hanno preso parte il segretario di Stato presso il ministero degli Esteri tedesco, onorevole Günter Gloser, già intervenuto in altre attività promosse dalla “Dante”, circa 300 ospiti, tra cui numerosi rappresentanti del mondo della politica e della cultura, e vari delegati delle associazioni locali. L’evento ha ottenuto un notevole riscontro anche sulla stampa cittadina, presente con le due testate Nürnberger Nachrichten e Nürnberger Zeitung e con la rivista Marlene News. Nel corso della manifestazione il segretario di Stato Gloser ha espresso ai presenti l’intenzione di organizzare, in collaborazione con il Comitato locale e con il Consolato d’Italia, una manifestazione per i 50 anni dalla firma dei Trattati di Roma del 1957. Nei prossimi mesi la “Dante Alighieri”, presieduta da Enrica Valsecchi, riprenderà a Norimberga lo svolgimento dei corsi di lingua. Il Comitato è centro certificatore Plida dal 1997.

 

 

Arte italiana per la notte degli Oscar

 

(9colonne Atg) ROMA - Dopo le nomination alla 79esima edizione degli Academy Awards alla costumista Milena Canonero per i costumi del film “Marie Antoniette”, ad Aldo Signorotti e Vittorio Sodano per il trucco del film “Apocalypto” e l’Oscar alla carriera per Ennio Morricone, l’arte italiana sarà, insieme ad altri omaggi, un regalo per tutti i candidati all’Oscar. Grazie al progetto “Arthea: il nuovo linguaggio dell’arte”, nato dalla collaborazione del ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Fai (Fondo ambiente italiano), è stata realizzata una raccolta di cartoline postali multilingue digitali legati alle più conosciute opere d’arte di grandi artisti fra cui Bernini, Canova, Caravaggio, Barocci. La cartolina digitale è una nuova applicazione per l’arte che utilizza un commento rapido ed esaustivo tradotto in cinque lingue (francese, inglese, italiano, spagnolo, tedesco), dal taglio narrativo originale, con immagini inedite delle opere illuminate da luci cinematografiche che evidenziano colori e forme, difficilmente apprezzabili ad occhio nudo.

 

 

Riunito il tavolo per i diritti degli italiani rimpatriati dalla Libia

 

(9colonne Atg) ROMA - Gli italiani rimpatriati dalla Libia nel 1970 con l’avvento al potere del colonnello Gheddafi, chiedono per i loro beni confiscati che il governo stanzi un indennizzo pari a 250 milioni di euro in cinque anni. La richiesta è stata avanzata dall’Airl (Associazione italiani rimpatriati dalla Libia) nel corso di un primo incontro del tavolo dedicato ai loro diritti, che si è riunito il 20 febbraio con il sottosegretario all’Economia Paolo Cento, il vicepresidente della Camera Carlo Leoni e i deputati Alessandro Forlani e Cinzia Dato. L'istituzione di un “tavolo di lavoro” sui diritti degli italiani rimpatriati dalla Libia era stata annunciata in occasione del convegno del 7 ottobre 2006, organizzato dall'Airl, durante il quale la presidente Giovanna Ortu aveva dialogato con i rappresentanti del governo e del Parlamento “sui diritti tutt’oggi negati agli italiani rimpatriati dalla Libia, tra i quali il risarcimento per i beni confiscati nel 1970”. Secondo una nota dell’Airl “gli impegni assunti nel corso della riunione sono chiari: si tratterà di individuare tutte le possibili soluzioni per il riconoscimento dei diritti negati, nonché per il reperimento delle risorse necessarie al risarcimento, anche in relazione di una futura definizione definitiva dei rapporti politici, economici e diplomatici con la Libia”.  Sempre secondo le cifre fornite dall’Airl, il valore dei beni italiani confiscati in Libia da Gheddafi nel 1970 “è avvenuta in violazione di un accordo internazionale del quale il governo italiano non ha preteso il rispetto, ricorrendo alla prevista clausola arbitrale, con ciò assumendosi la responsabilità dell’indennizzo nei confronti di propri cittadini espropriati”. “La perdita al 1970 - dice una nota dell’Airl - era stata calcolata dalle nostre Autorità in 200 miliardi di lire per il solo valore immobiliare. Includendo i depositi bancari e le varie attività imprenditoriali ed artigianali con relativo avviamento, questa cifra raggiunge i 400 miliardi di lire. Da allora ad oggi, con le diverse leggi, sono stati corrisposti ai rimpatriati a titolo di indennizzo circa 300 miliardi di lire (152 milioni di euro circa): “A trent’anni dalla confisca non è ancora stato raggiunto nemmeno il valore al 1970 dei beni perduti” spiegano all’Airl dove si ritiene che per calcolare un indennizzo definitivo occorre rivalutare la cifra di 400 miliardi di lire del 1970 in base agli indici Istat. L’importo cui si giungerebbe andrebbe ovviamente decurtato degli indennizzi già corrisposti (300 miliardi di lire) e depurato in base all’effettivo coefficiente di svalutazione. “E’ indubbio comunque che, per un indennizzo totale, dovrebbero essere stanziati più di 500 milioni di euro. La cifra, sotto la quale l’effetto di una legge definitiva d’indennizzo andrebbe vanificato - conclude l’Airl - è di 250 milioni di euro da stanziare in non più di 5 annualità”.

 

 

Nasce il bimestrale dei Garganici nel mondo

 

(9colonne Atg) BARI - Sarà presentato il prossimo 2 marzo a Bari presso la sede della Regione Puglia, il primo bimestrale dei Garganici nel Mondo. Si tratta di "Garganopress" (www.garganopress.net), l’evoluzione cartacea naturale di “Araiani News” e di “Lamis”, riviste destinate agli emigranti di Rignano Garganico e di San Marco in Lamis. Il nuovo periodico, di 32 pagine, sarà rivolto oltre che agli emigranti rignanesi e sammarchesi anche a quelli di San Giovanni Rotondo, Monte Sant’Angelo, Rodi Garganico, Vieste, Mattinata, Manfredonia, Sannicandro Garganico, Carpino, Vico del Gargano, Ischitella, Peschici e Manfredonia. Sul giornale volti, voci, ricordi ed esperienza di vita di chi ha lasciato il paese natio in cerca di fortuna in Italia e all’estero e di chi ha deciso di ritornare. Inoltre, particolare attenzione ai “nuovi cittadini” del Promontorio, gli immigrati comunitari ed extra-comunitari. Alla conferenza stampa parteciperanno, tra gli altri, l’assessore regionale alla solidarietà, Elena Gentile, il presidente della Comunità Montana del Gargano, Nicola Pinto, il sindaco di San Marco in Lamis, Michelangelo Lombardi, il direttore responsabile di Garganopress, Angelo Del Vecchio e responsabili o delegati degli altri sodalizi partners del progetto (Circolo Culturale “Giulio Ricci”, Cooperativa Araiani e Centro di Documentazione sulla Storia e sulla Letteratura dell’Emigrazione di Capitanata).

 

 

Di Matteo (Cram): “Presto al via le polizze sanitarie per gli italiani indigenti”

 

(9colonne Atg) ROMA - Il presidente del Cram Abruzzo e capogruppo dei Ds in Consiglio regionale, Donato Di Matteo, ha ottenuto rassicurazioni dal viceministro degli Esteri con delega per gli Italiani nel mondo Franco Danieli, a proposito della pronta attivazione delle polizze sanitarie a favore dei connazionali nel mondo, soprattutto per quelli residenti in Sudamerica. “Dopo le mie recenti visite istituzionali inVenezuela, Brasile, Argentina, Cile e Uruguay – scrive Di Matteo, medico di professione, a Danieli, in una lettera riportata dal sito web degli Abruzzesi nel mondo - ho potuto constatare che molti nostri emigrati, soprattutto anziani, vivono nell’indigenza e senza alcuna copertura sanitaria pubblica, pur se in questi paesi qualcosa sta cambiando”. Il presidente del Cram Abruzzo, infatti, si è immediatamente attivato sia per finanziare un Centro di prima accoglienza sanitaria proprio a Caracas (Venezuela), per gli abruzzesi ma estensibile anche alle altre Regioni che vorranno aderire al progetto, sia per attivare anche una polizza sanitaria abruzzese che, però, dopo il chiarimento avuto da Danieli ha ritenuto opportuno non attivare più “per evitare inutili doppioni”, ha scritto Di Matteo che ha ottenuto dal viceministro la documentazione necessaria per la copertura assicurativa-sanitaria anche per gli abruzzesi che, comunque, se indigenti, avranno assistenza gratuita presso il nuovo Centro a prescindere dalla polizza. Nei giorni scorsi l’Inas-Cisl ha plaudito per l’iniziativa del governo a partire dal Venezuela: “Finalmente si sta muovendo qualcosa a livello istituzionale per garantire agli italiani residenti in Venezuela che si trovano in stato di indigenza il diritto ad avere assistenza, anche se privi di mezzi economici, in caso di malattia”, fa sapere l’Inas Cisl di Caracas che si è complimentato con il consolato d’Italia in Venezuela per essere fra i primi al mondo a esservi attivato per stipulare la polizza sanitaria che Danieli ha ordinato (e finanziato) a tutte le diplomazie italiane all’estero. Il Consolato generale di Caracas ha, infatti, emanato un bando di appalto per mille polizze sanitarie a beneficio di altrettanti cittadini italiani residenti nelle circoscrizioni consolari di Caracas e Maracaibo. C´è da aggiungere che in Venezuela la polizza sarà subito realtà grazie all´interesse di Marisa Bafile (nella foto), deputata italo-venezuelana dell´Unione eletta in Sudamerica (abruzzese d´origine).Secondo quanto il Console d’Italia a Caracas ha recentemente illustrato al locale Comites, di cui fa parte anche la Coordinatrice dell’Inas Venezuela Annamaria Fiore, la “Polizza di salute e sanità” – questo il nome del progetto – dovrebbe avere durata annuale e un tetto assicurativo tra i 50 e i 60 milioni di bolivares, ovvero dai 600 agli 800 euro per ciascun assistito. Definire i requisiti e individuare i destinatari sarà naturalmente un compito delicato, sul quale il Consolato ha richiesto collaborazione anche da parte dei patronati. Tra gli aspetti non ancora definiti - precisa l’Inas-Cisl - l’auspicata inclusione tra i rimborsi previsti non solo delle spese per visite, ricoveri e operazioni, ma anche per i medicinali; l’eventuale previsione – cui il Comites è contrario - di malattie non coperte dalla polizza; l’eventuale fissazione di un limite di età per essere assicurati, punto anche questo che trova contrario il Comites, visto oltretutto che si tratta di una limitazione già prevista e praticata dalle compagnie assicurative venezuelane, che colpisce una categoria sociale di per sé fragile come appunto i più anziani. L’iniziativa, come si vede, deve essere ancora messa a punto in molti importanti dettagli, ma rappresenta secondo l’Inas Cisl, come afferma il vicepresidente Sante Marzotto, una prima positiva risposta ad un problema cruciale per le fasce più deboli delle nostre comunità all’estero. “E’ senz’altro da apprezzare comunque – fa eco il responsabile del Coordinamento sedi estere e Politiche internazionali Gianluca Lodetti - il fatto che lo Stato italiano voglia dotarsi di strumenti per garantire ai connazionali all’estero, ove i sistemi locali non offrano una protezione sufficiente, un diritto basilare come quello alla salute, pilastro irrinunciabile di una piena ‘cittadinanza sociale’ della persona migrante.” Non a caso, ricorda Lodetti, questo tema era stato già evidenziato nel corso dei lavori del Convegno sull’emigrazione che il patronato della Cisl ha animato a Roma nel marzo 2006, nonché posto all’attenzione del Cgie nell’ambito dei lavori del Gruppo Sanità operante all’interno della II Commissione tematica (Tutele sociali), nel quale è rappresentato anche l’Inas. Se andrà a buon fine, questa sperimentazione potrà aprire la strada ad analoghe iniziative anche in altri paesi dell’America Latina dove si trovano nostri connazionali in difficoltà. “Per portare avanti le sperimentazioni, così come per gestire le fasi successive – rimarca ancora Marzotto - è però importantissimo che tutto venga accompagnato dalle opportune verifiche sia sulla correttezza delle procedure e sull’affidabilità e qualità dei soggetti cui spetterà la gestione delle polizze, che sui risultati ottenuti. Così come è importante che il patronato, come altre realtà operanti sul campo, venga coinvolto nell’individuazione dei destinatari dell’intervento, perché operando ogni giorno sul territorio a contatto con la comunità e soprattutto con le persone più bisognose di tutela, è in grado di captarne le necessità e di farsene tramite nei confronti delle istituzioni".

 

 

Italia-Svizzera: accordo sindacale transfrontaliero sui media

 

(9colonne Atg) LUGANO - E’ stato firmato il 20 febbraio a Lugano un accordo di collaborazione tra le organizzazioni sindacali Comedia, il sindacato dei media che opera a livello nazionale svizzero e le Confederazioni sindacali italiane Cgil e Uil delle province di Como, Varese e Verbano-Cusio-Ossola. Il documento sottoscritto si inserisce nel lavoro che i sindacati svizzeri e italiani svolgono da tempo a tutela dei lavoratori e si pone come obiettivo specifico un servizio migliore nel settore dei media (industria grafica, imballaggio e cartonaggio, comunicazione visiva, media elettronici, commercio del libro, editoria, giornalisti della carta stampata e radio-televisioni private). “Tale obiettivo – si legge in una nota congiunta dei sindacati - sarà ricercato tramite un’attività di monitoraggio del settore per rafforzare la presenza sindacale e la tutela dei lavoratori sia domiciliati che frontalieri, attraverso l’applicazione delle normative contrattuali e di legge”. Inoltre le tre Organizzazioni sindacali programmeranno degli incontri per discutere i problemi legati al fenomeno transfrontaliero (accordi bilaterali, questioni previdenziali, disoccupazione, ecc.) e organizzeranno riunioni seminariali su tematiche inerenti il mercato del lavoro in Ticino e nel Nord-Italia in collaborazione con altre iniziative già da tempo operative sul territorio. L’accordo favorirà infine la collaborazione con i patronati sindacali Ital-Uil e Inca-Cgil, a favore di una informazione e di una consulenza individuale e mirata. “Si tratta – commenta Claudio Pozzetti, responsabile nazionale Cgil Frontalieri e consigliere del Cgie - di un ulteriore passo per un’ancora migliore e maggiore tutela dei frontalieri italiani in Svizzera, che segue gli accordi raggiunti negli anni scorsi con Unia (industria, edilizia, commercio e servizi privati) e Vpod-Ssp (servizi pubblici e sanità); un passo significativo, dal momento che coinvolge un settore delicato e sempre più decisivo nella società contemporanea. Ricordo che complessivamente sono oltre 37.000 i frontalieri italiani in Canton Ticino e che le più recenti statistiche danno il loro numero in crescita”.

 

 

Una mostra fotografica dedicata agli italo-canadesi

 

(9colonne Atg) NEW YORK - L’Osia (Order Sons of Italy in America), Ordine deu figli d’Italia in America, ha organizzato una mostra fotografica dedicata agli italo-canadesi che verrà allestita presso il museo Meucci-Garibaldi di Rosebank, nel distretto di Staten Island, a New York. Il documentario fotografico, opera di Vincenzo Pietropaolo, ripercorre i momenti storici della comunità italo-canadesi. L’evento avrà luogo in quella che fu la casa di Antonio Meucci, acquistata e preservata dall’Osia, dove l’inventore del telefono ospitò Garibaldi, esule dopo la caduta della Repubblica Romana (1849). La manifestazione verrà inaugurata il 23 febbraio alle 14.00, ma fino al 5 aprile sarà usufruibile al pubblico solo presso l’Italian American Museum di Manhattan. Dal 20 aprile al 30 giugno invece tornerà alla casa di Meucci. Il titolo della mostra, “Not paved with Gold” (Non erano pavimentate d’oro), si riferisce ad un modo di dire in voga nell’Italia emigrante. Infatti si soleva dire all’epoca a colore che aspiravano a lasciare il Bel Paese, che l’America era il paese dell’abbondanza e della ricchezza, testimoniato dalle strade pavimentate d’oro: l’obiettivo era, a seconda dei casi, invogliare l’emigrazione o prendere in giro. L’autore del documentario ha rivelato che, per la creazione della mostra, decisivo è stato l’influsso del libro “Blood of my blood” (Sangue del mio sangue) di Richard Gambino.

 

 

Made in Italy: il Molise ospite d’onore a Expoitalia

 

(9colonne Atg) CAMPOBASSO - E’ il Molise l’ospite d’onore di ExpoItalia, il Salone del made in Italy che si terrà a Bruxelles dal 22 al 25 novembre prossimi e che verrà presentato domani, a Roma nella sede della Camera di Commercio. L’iniziativa, organizzata dalla Camera di Commercio italo-belga, sarà una prestigiosa vetrina di tutto il made in Italy: dall'agricoltura alla moda, dalla tecnologia alla ricerca. L’evento verrà inoltre corredato da workshop, seminari e incontri: un’occasione imperdibile per la nostra regione per farsi conoscere e per creare una rete commerciale in cui inserirsi con piena dignità e mostrando il valore di ciò che il territorio può offrire. Il Molise è stato scelto, tra tutte le regioni italiane, in base agli ottimi dati di crescita registrati negli ultimi anni dalla sua economia. “Credo che siamo riusciti a trasmettere l’immagine di una regione piccola ma dinamica, che presenta un tessuto economico e sociale sano e che, pur con i suoi problemi legati al deficit infrastrutturale, si sa proiettare in una visione di crescita e sviluppo coerente con i programmi e gli obiettivi della UE”, ha dichiarato il Presidente della Regione Molise Michele Iorio, aggiungendo: “Anche i numeri dimostrano quanto stiamo dicendo. Un tasso di disoccupazione pari all’8,9%, a fronte di una media del Mezzogiorno d’Italia del 10,7%, un tasso di attività del 53,7% rispetto a un 52,2% delle regioni del Sud Italia, un Pil nettamente superiore rispetto a quello delle regioni limitrofe e vicino a quelle più avanzate del Paese: sono questi gli elementi che meglio descrivono la situazione economica del Molise. Si aggiungano a ciò le ottime performances quanto a capacità di spesa dei fondi europei: siamo risultati infatti al primo posto tra le regioni del Mezzogiorno come spesa per il 2000-2006 ma, in più, sono stati registrati ottimi risultati anche per quel che concerne la ricaduta di tale spesa sull'economia territoriale. Ricaduta considerata più che positiva, se si tiene nel giusto conto la valutazione di Moody's che descrive l’economia molisana come una tra le più dinamiche del centro Italia. Grazie a tale capacità siamo cresciuti molto non solo nell'agroalimentare, che è il nostro settore di eccellenza, ma anche nell'organizzazione degli eventi culturali che non hanno mancato di attirare considerevoli flussi turistici, nell'arredamento e nel design, nell'artigianato, nella ricerca e nella tecnologia. Infine, non dimentichiamo le ottime performances di alcune case automobilistiche che hanno riscosso successo al di fuori dei confini regionali”. Quanto agli strumenti che verranno utilizzati per 'raccontare' ai visitatori di ExpoItalia il Molise, nessun mezzo verrà tralasciato. Si spazierà dai dati istituzionali, che saranno trasmessi attraverso interventi, distribuzione di opuscoli, libri e pubblicazioni contenenti cifre e nomi dei vari programmi, a veri e propri momenti di 'cultura molisana'. La Grand Place di Bruxelles sarà teatro di eventi legati all'enogastronomia, alla musica, alla cultura in genere: a tutto ciò, insomma, che è tipico della nostra realtà e che meglio può servire a descriverla a chi non la conosca. “Da questo mix di eventi culturali ed istituzionali - ha concluso Iorio - ci aspettiamo che esca un quadro del Molise fedele e, perché no, in grado di attirare nuovi soggetti nello studio di eventuali percorsi all'insegna dei principi del partenariato e della collaborazione per la costruzione di un'Europa più forte, più stabile e soprattutto più vicina alla nostra regione”.

 

 

Argentina: la Puglia incontra gli oriundi di San Nicolàs

 

(9colonne Atg) BUENOS AIRES - Si è tenuto nei giorni scorsi un incontro presso la Camera dei deputati della Provincia di Buenos Aires con il presidente della Camera stessa Ismael Passaglia e una delegazione pugliese, composta dal sindaco di Carlantina (Fg) Guerriero Vita, dal consigliere comunale Antonio Pinto, dalla funzionaria Regionale Pina Salcito, dal consigliere per la Regione Puglia in Sud America Nicolas Moretti e dal Nicolas Pagliuca, del Centro Famiglia Pugliese di San Nicolás, nella provincia di Buenos Aires. Nel corso dell’incontro si sono scambiate opinioni e iniziative d’integrazione culturale ed economica, e in particolare il sindaco Vita ha reso noto che nella città di San Nicolás, dove è presente un insediamento consistente di oriundi carlantinesi, grazie a una donazione sarà costruita una chiesa che sarà chiamata Santissima Annunziata, con le stesse caratteristiche architettoniche di quella presente nel comune del foggiano. La Città di San Nicolás fu fondata il 14 Aprile di 1748 da parte di Rafael di Aguiar, che la battezzò col nome del santo del quale era devoto, San Nicola di Bari. Il presidente Passaglia, anche lui oriundo di San Nicolás, ha quindi sottolineato l’impegno del municipio argentino e della sua popolazione nei confronti dei concittadini di origine italiana.

 

 

Svizzera: una festa per celebrare i cusanesi di Aubonne

 

(9colonne Atg) BENEVENTO - Dal 18 febbraio la “piccola Cusano”, così come chiamano Aubonne gli abitanti della Cusano “originale”, nel beneventano - che da cinquant’anni valicano le alpi per raggiungere il luogo di lavoro e di abitazione, direzione Svizzera, e direzione Italia per andare in vacanza a ricongiungersi con i loro affetti - ha stretto un legame di amicizia con il Comune svizzero, grazie alla buona volontà e all’orgoglio degli alunni dei corsi di Lingua e cultura italiana. Guidati dalla loro insegnante, Grazia Tredanari, e aiutati dal regista Michelangelo Semilia, i ragazzi di questo comune hanno preparato uno spettacolo teatrale intitolato “Roba da Matti” che hanno proposto quest’estate nel loro paese d’origine e domenica scorsa nel loro paese d’adozione, riscuotendo un grande successo per la loro straordinaria interpretazione, ma soprattutto gioendo nel vedere presenti i compaesani, svizzeri e italiani. A tre degli alunni è stato consegnato il Diploma “Celi”, a sottolineare anche il serio impegno scolastico. Il risultato di tutto ciò è stata una splendida festa, resa possibile grazie alla generosità delle due comunità. In questa giornata il sorriso e la commozione di ritrovarsi si sono alternati sui volti dei cusanesi della Svizzera e di quelli venuti dall’Italia, sotto gli occhi degli aubonnesi che hanno avuto così l’opportunità di conoscere meglio i loro concittadini, ormai integrati dopo cinquant’anni di vita in Svizzera e, felici di questa occasione, hanno preparato loro una magnifica accoglienza nella sala più grande che hanno, con banda e deputati in testa.

Il sindaco Giuseppe Maria Maturo e il vicesindaco Gisèle Bournet hanno invitato i loro ospiti ad un aperitivo col vino bianco della zona e un pranzo con i tipici prodotti del nostro Paese. Molte le parole per elogiare questo momento tanto atteso di reciproca conoscenza e per sottolineare le numerose affinità esistenti fra i due paesi, tranquilli solo in apparenza, in realtà artefici di sagre, feste e avvenimenti culturali. Curiosa anche la somiglianza fra la torre del castello (Chateau) e quella della chiesa di San Pietro, così come curioso è stato lo scambio dei doni fra i due paesi: salumi, pane, vino ed altre specialità. Cambiava solo l’origine, ma la genuinità era la stessa. Grazie alla sensibilità dei due dirigenti, un gemellaggio è stato già avviato fra le scuole e salutandosi anche le amministrazioni hanno promesso di rincontrarsi presto, magari in Italia, per far divenire così Cusano Mutri la piccola Aubonne. A mantenere vivo questo legame saranno sempre i ragazzi che con la loro insegnante, artefice di tutto quanto, tradurranno i siti dei due Paesi nelle rispettive lingue e nello stesso tempo, controlleranno e vigileranno affinché i grandi non deludano i loro sogni di ragazzi.